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Il
25 marzo, solennità dell'Annunciazione del Signore, si
terrà nella basilica dell'Annunciazione di Nazaret una
celebrazione liturgica per sottolineare la dignità della
donna alla luce della missione di Maria. Punto di riferimento,
la lettera apostolica Mulieris dignitatem. Nel calendario del
Giubileo le feste della Beata Vergine occupano in posto importante,
evidenziando in tal modo lo stretto rapporto esistente fra la
figura e la missione di Maria con il mistero del Verbo di Dio.
Proponiamoci alcuni spunti di riflessione attinti dal Magistero
e dal cammino ecclesiale affinchè tale momento sia occasione
di crescita anche per i fratelli del RnS.
Il
giubileo di Cristo è anche, per certi aspetti, il giubileo
di Maria. Questo collegamento si inserisce nel progetto che da
tempo il Papa sta portando avanti e il cui inizio "ufficiale"
potrebbe coincidere con la decisione di celebrare un anno mariano
(dal 7 giugno 1987 al 15 agosto 1988). Il Papa laveva
annunciata nellomelia della messa di Santa Maria Madre di
Dio in San Pietro, la mattina del primo gennaio 1987: «Sei
beata tu che hai creduto, [
] La Chiesa fissa i suoi occhi
su di te come sul proprio modello [
], in questo periodo
in cui si dispone a celebrare lavvento del terzo millennio
dellera cristiana. Per meglio prepararsi a quella scadenza,
la Chiesa [
] vuole celebrare uno speciale Anno dedicato
a te, un Anno Mariano [
], un anno che ogni diocesi celebrerà
con particolari iniziative, volte ad approfondire il tuo mistero
ed a favorire la devozione verso di te in un rinnovato impegno
di adesione alla volontà di Dio, sullesempio da te
offerto, Ancella del Signore» (LOsservatore Romano,
2-3 gennaio 1987, p. 5).
Altri
interventi hanno accompagnato e rafforzato liniziativa,
come lenciclica Redemptoris Mater, pubblicata il
25 marzo del 1987 e la lettera apostolica Mulieris dignitatem,
sulla dignità e vocazione della donna, pubblicata il 15
agosto 1988, cioè a conclusione dellAnno Mariano.
Perché
il Papa ha voluto far precedere alla celebrazione del bimillenario
di Gesù il bimillenario di Maria? Le motivazioni, sottolinea
René Laurentin, il teologo francese che ha partecipato
alla redazione del testo conciliare sulla Vergine, sono più
profonde e più significative di quanto si creda. Certamente
possiamo cogliere in tutto questo un forte richiamo a riscoprire
il ruolo di questa donna nel mistero di Cristo e il valore della
sua presenza attiva nella vita della Chiesa e di ogni credente.
Maria
è un personaggio reale. Appartiene alla storia, come tante
donne del passato, ma al tempo stesso è molto di più.
Lei esiste ancora, in modo del tutto particolare, dopo lAssunzione
al cielo, e di lì ci ama, ci protegge, ci è vicina.
A lei ci ha affidato Gesù, come Madre di tutti gli uomini.
E il suo aiuto materno contribuisce a »formare la nostra
crisalide fatta per dischiudersi al cielo» (R. Laurentin).
La
sua presenza di madre è dunque un fatto, e noi dobbiamo
ritrovarla per gustarne la dolcezza e lefficacia. Qui nasce
il nostro impegno. Per conoscere Maria, dobbiamo infatti liberarci
da tante deformazioni culturali che lallontanano da noi,
riducono la sua grandezza, travisano il suo ruolo. Si tratta,
in altre parole, di un vero rinnovamento della mente e del cuore,
che ci porti fuori dal devozionalismo ingenuo o dallindifferenza
per farci crescere nella capacità di comprendere e attualizzare
bene il legame che Dio ha stabilito fra lei e noi, e di viverlo
nella comunione dei santi, in Gesù Cristo.
La
presenza di Maria nella vita della Chiesa e del credente
È
una presenza discreta e universale, che la Chiesa ha sempre confermato
appellandosi alla sua intercessione, soprattutto in momenti importanti
della propria vita. Ma la sua è presenza diversa da quella
di Dio.
Dio
è presente come il nostro Creatore che ci fa esistere, Maria
invece è creatura e come tale non è lei che ci fa
vivere; però può cooperare in Dio per farci vivere
meglio.
Dio
è presente come Grazia che ci comunica la vita divina;
come Spirito Santo che fa sgorgare in noi fiumi di acqua viva.
Maria non è il Principio divino della grazia, poiché
anche lei riceve la vita divina da Dio; perciò è
presente accanto a noi in Dio e mediante Dio.
La
sua presenza non è tangibile, ma di fede; è presa
di coscienza dei nostri legami con lei in Cristo e nella comunione
dei santi.
È
poi una presenza femminile e materna, secondo la missione che
Dio ha affidato alle donne: di essere più vicine alla vita
di quanto non siano gli uomini, distolti dal compito di guidarla
e governarla dallesterno.
Come
coltivare questa presenza?
Possiamo
proficuamente affidare a Maria i nostri progetti e le nostre azioni,
non per scaricarcene, ma per meglio prenderli in carico, con lei,
nella fede, ossia in Dio. Ciò che le viene affidato non
è perduto.
Possiamo
anche cogliere i tempi forti della nostra vita per affidarli a
lei, così che possano portare maggior frutto.
Uno
di questi è linizio di qualcosa di nuovo. Maria
è la Vergine degli inizi. Ha avuto un ruolo
di inizio nellincarnazione e nellinfanzia di Gesù,
a Cana, dove Gesù ha inaugurato il suo ministero pubblico,
nellinfanzia della Chiesa nata a Pentecoste. A lei affidiamo
dunque ciò che intraprendiamo, ciò che il Signore
ci ispira, perché ci aiuti a portarlo a termine.
(Riduzione
dal volume di René Laurentin, Un anno con Maria,
Queriniana, Brescia 1987, cap. IV)
Donna
del silenzio e dellascolto
Maria
fu donna del silenzio come le donne del suo tempo, secondo lantico
costume giudaico conservato nel cristianesimo primitivo. I Vangeli
riportano pochissime sue parole, quasi mai pronunciate in forma
ufficiale. Ma che significa il suo silenzio? Il momento dellAnnunciazione
può aiutarci a capirlo.
Maria
lascia che langelo parli, ascolta le sue parole e le sole
domande che pronuncia sono "per capire". Il suo è
innanzitutto un silenzio orientato allascolto,
grazie al quale questa giovane donna accoglie, nelle parole dellangelo,
la parola di Dio che le rivela la sua vocazione.
Il
suo è anche silenzio di riflessione,
per comprendere il messaggio "inquietante" che si era
sentita rivolgere: «A queste parole ella rimase turbata
e si domandava che senso avesse un tale saluto» (Lc 1, 29).
Atteggiamento che torna altre volte nella sua esistenza di Madre
di Dio (Lc 2, 41-52). Attraverso la riflessione, Maria si pone
le domande che laiutano ad entrare nel mistero della Volontà
divina: «Comè possibile? Non conosco uomo».
Ma non solo. Nel silenzio di riflessione, Maria trova anche modo
di vincere ogni timore e arrivare alla responsabilità matura.
Accoglie la propria vocazione, ascolta ciò che Dio la chiama
ad essere, riceve la sua missione, si misura con le proprie forze
e si affida a Dio, nella gioiosa consapevolezza di aver «trovato
grazia presso Dio».
Il
silenzio di Maria è silenzio di fede, che
permette alla Parola di portare frutto nel suo cuore, aprendole
orizzonti degni della grandezza di Dio: «Nulla è
impossibile a Dio» (Lc 1, 37). Ed è così che
questa giovane donna diventa feconda in modo del tutto impensabile,
perché in lei «il Verbo si fa carne» (cf Gv
1, 14). Nel racconto dellAnnunciazione, levangelista
Luca delinea nitidamente lambito in cui opera lo Spirito
Santo: la povertà e la semplicità del cuore. Esse
non si identificano in una posizione sociale, anche se spesso
la comprendono, ma sono una condizione interiore di totale fiducia
e abbandono in Dio, così da non temere privazioni di alcun
tipo. Questa condizione riconduce allideale dei "poveri
di Jahvè" di cui parla lAntico Testamento: uomini
soli e combattuti, privi di ogni difesa umana, che hanno trovato
nel Signore il loro rifugio e conforto. Quando langelo annuncia
a Maria la sua vocazione, la trova povera sotto tanti aspetti:
economicamente e socialmente, ma anche e soprattutto nello spirito.
Ed è questa la realtà in cui lo Spirito Santo trova
lambiente ideale per operare: «Lo Spirito Santo scenderà
su di te». Come il suo corpo, anche il suo cuore è
vergine, cioè privo di attaccamenti a progetti umani e
pronto ad essere arricchito dai pensieri di Dio. Un cuore "improduttivo",
e per questo adatto a divenire fecondo di ciò che viene
dallo Spirito. Un cuore povero, e per questo capace di ricevere
la parola di Dio e fare in modo che essa si trasformi in Vita.
«Maria
raggiunge così ununione con Dio tale da superare
tutte le attese dello spirito umano. Supera persino le attese
di tutto Israele e, in particolare, delle figlie di questo popolo
eletto, le quali, in base alla promessa, potevano sperare che
una di esse sarebbe un giorno divenuta madre del Messia. Chi di
loro, tuttavia, poteva supporre che il Messia promesso sarebbe
stato il Figlio dellAltissimo? A partire dalla fede monoteista
veterotestamentaria ciò era difficilmente ipotizzabile.
Solamente in forza dello Spirito Santo, che "stese la sua
ombra" su di lei, Maria poteva accettare ciò che è
"impossibile presso gli uomini, ma possibile presso Dio"
(cf Mc 10, 27)» (Mulieris dignitatem, 3).
Come
donna del silenzio, Maria è un riferimento importante per
noi che viviamo in mezzo a rumori di ogni genere. Nessuno più
di lei ci può indicare come accostarci alla parola di Dio
perché possa portare frutti abbondanti. Invochiamo allora
la sua presenza accanto a noi, in Cristo: vinceremo la paura che
ci fa ritrarre davanti alle "proposte" di Dio; impareremo
a tenere il nostro cuore sempre libero dai sottili ragionamenti
della sapienza umana, dalle nostre ambizioni, dai nostri progetti,
perché lo Spirito possa trovare lambiente adatto
per operare. Diventeremo, infine, capaci di compiere opere che,
secondo la promessa di Gesù, saranno più grandi
persino di quelle compiute da lui!