Oggi,
in tema di pianificazione demografica, la mentalità consumistica
reclama la libertà di usare mezzi contraccettivi meccanici
e chimici ma, come ci spiega don Mario Cascone, la Chiesa - nei
suoi documenti - ha posto a fondamento di tutto il discorso morale
coniugale il principio che la regolamentazione delle nascite,
quando avviene, deve rispettare il progetto di Dio sull'uomo.
Il
Dio in cui crediamo è il Signore della vita. Egli è
lAmore, che ha creato ogni cosa con amore e per amore, dotando
le creature della sua potenza di vita. Fra tutti gli essere creati
è soprattutto luomo che fa risplendere in modo portentoso
la potenza creativa dellamore di Dio. Egli infatti è
creato a immagine e somiglianza di Dio, maschio e femmina, ed
è chiamato da Dio a trasmettere la vita ad altri esseri
umani: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra»
(Gen 1, 28). Relazione feconda damore è luomo,
come lo è Dio nel mistero stupendo della sua vita trinitaria,
da cui sgorga ogni vita.
Questa
relazione damore si esprime in modo particolare negli sposi,
i quali sono sacramento dellamore di Dio, anzi dellamore
"che è" Dio; sono ripresentazione storica dellincessante
e fecondo amore che relaziona tra loro le Persone Divine.
Su
questa base teologale si fonda la capacità, concessa da
Dio agli uomini, di procreare. La signoria di Dio sul creato e
la sua fecondità damore si trasmettono così
alluomo, suo rappresentante insigne sulla terra. Non si
tratta però di una signoria assoluta, ma partecipata. Luomo
non è arbitro di agire a suo piacimento o di staccarsi
dalla dipendenza creaturale che lo lega a Dio; egli non è,
e non sarà mai, il creatore, ma sempre e solo il
pro-creatore. Luomo perciò deve obbedire al
progetto di Dio sulla trasmissione della vita, subordinando la
sua intelligenza e la sua libertà al disegno amoroso del
Signore, quale si esprime nelle leggi naturali che regolano la
sessualità e la coniugalità. Solo allinterno
di questo progetto si può attuare una procreazione che
abbia il crisma dellautenticità e della responsabilità.
Arbitri
della vita?
Cosa
rischia di diventare, infatti, una sessualità sganciata
dal progetto di Dio? Può trasformarsi facilmente nella
ricerca spasmodica del figlio ad ogni costo, quale si riscontra
nei procedimenti di fecondazione artificiale, ovvero, nel versante
opposto, può far vedere la gravidanza come un pericolo
da evitare con ogni sistema: laborto, la sterilizzazione,
la contraccezione. Su questa base si costruisce una "anti-life
mentality", che valuta la vita umana non come un bene intangibile
e indisponibile, ma come "qualcosa" che luomo
può gestire arbitrariamente. Il figlio "ad ogni costo"
o la gravidanza da evitare "ad ogni costo" pongono luomo
in una posizione di dominio nei confronti di Dio, che non gli
appartiene ed è causa di tanti mali per lui, facendogli
vivere in modo disordinato il meraviglioso dono della sessualità.
Veramente
stupendo è, infatti, il dono della sessualità coniugale,
attraverso cui gli sposi si donano vicendevolmente e si uniscono
"in casta intimità", realizzando un atto di profondissima
comunione, che può dirsi azione di lode al Signore.
Questo
stesso atto sessuale, mentre esprime ed alimenta la comunione
damore fra i coniugi, è in grado anche di trasmettere
la vita ad un altro essere umano. Nel segno del reciproco donarsi,
i coniugi possono ricevere il "dono" del figlio, il
quale diventa lincarnazione del loro amore, la visualizzazione
perenne del loro essersi fatti dono luno per laltra.
Non ci sono due modi distinti di compiere latto coniugale,
uno per unirsi e laltro per trasmettere la vita. Dio ha
voluto che nellunico e identico atto fossero contenuti entrambi
questi significati: quello unitivo e quello procreativo. Si dice,
con una frase fatta, che i "due" sono talmente "uno",
da poter diventare "tre"!
Questo
significa che per vivere latto coniugale nella sua verità
totale e per non snaturarlo, i coniugi lo devono vivere sempre,
almeno potenzialmente, con questa sua duplice valenza. Non è
perciò in loro potere privarlo, con mezzi artificiali,
del suo significato procreativo, cosa che avviene con luso
di mezzi contraccettivi. Ecco come si esprime a tal riguardo Giovanni
Paolo II: «Quando i coniugi, mediante il ricorso alla contraccezione,
scindono questi due significati che Dio Creatore ha inscritti
nellessere delluomo e della donna e nel dinamismo
della loro comunione sessuale, si comportano come "arbitri"
del disegno divino e manipolano e avviliscono la sessualità
umana, e con essa la persona propria e del coniuge, alterandone
il valore di donazione "totale". Così, al linguaggio
nativo che esprime la reciproca donazione totale dei coniugi,
la contraccezione impone un linguaggio oggettivamente contraddittorio,
quello cioè del non donarsi allaltro in totalità:
ne deriva non soltanto il rifiuto allapertura alla vita,
ma anche una falsificazione dellinteriore verità
dellamore coniugale, chiamato a donarsi in totalità
personale».
Ministri
del disegno di Dio
Le
parole del Papa pongono laccento sulla verità antropologica
dellatto coniugale, voluto da Dio contemporaneamente come
fonte di comunione fra i coniugi e come possibile sorgente di
trasmissione della vita umana. La contraccezione, ormonale o meccanica
che sia, opera una scissione fra questi due significati dellatto
sessuale, non facendolo vivere nella sua verità totale.
Questo
non accade quando invece i coniugi fanno ricorso ai cosiddetti
"metodi naturali", attraverso cui vivono latto
sessuale solo nei periodi infecondi, qualora, per gravi motivi,
ritengano di non dover procreare; ovvero lo vivono particolarmente
nei giorni in cui la donna è feconda, al fine di ottenere
il dono di un figlio. Attraverso luso dei metodi naturali
i coniugi, sempre fondamentalmente aperti al dono della vita,
usufruiscono legittimamente di una disposizione naturale, comportandosi
non da "arbitri", ma da "ministri" del disegno
di Dio e vivendo la sessualità nella sua verità
di donazione totale, senza manipolazioni e alterazioni. Essi cioè
vivono latto sessuale senza snaturarlo, senza "comprimerlo"
in una visione riduttiva, che potrebbe far intendere la sessualità
solo come ricerca di piacere o, nei casi peggiori, in modo apertamente
"consumistico". Tale è, per esempio, la maniera
di intendere la sessualità da parte di coloro che propagandano
il cosiddetto "sesso sicuro", il sesso senza rischi,
vissuto apertamente in modo edonistico, spesso occasionale e promiscuo,
senza alcuna considerazione dei valori in gioco e delle responsabilità
morali legate a questo gesto così nobile.
Lutilizzazione
dei metodi naturali, al fine di distanziare responsabilmente le
nascite, è la scelta più corretta sul piano morale,
perché è la più rispettosa del progetto del
Signore sulla sessualità umana. I metodi naturali, inoltre,
favoriscono il dialogo allinterno della coppia e sono i
più "ecologici", nel senso che rispettano la
natura e sono i meno dannosi. Sono anche i meno "costosi",
per cui le grosse multinazionali farmaceutiche non hanno grande
interesse a pubblicizzarli e spesso li dichiarano complicati ed
insicuri, cosa che non risponde al vero.
È
chiaro, però, che la coppia ha bisogno di essere educata
alluso dei metodi naturali, anche per spogliarsi di quella
"mentalità contraccettiva" che oggi viene largamente
propagandata dai mass media. Luso di questi metodi nella
vita di una coppia non sinventa dalloggi al domani.
Esso esige anzitutto la volontà di vivere in modo personalistico
la sessualità e la decisione concorde di rimanere comunque
aperti al dono della vita. Ci possono essere concretamente situazioni
conflittuali allinterno della vita matrimoniale, che provocano
nella coppia il bisogno di fare un cammino graduale verso lideale
morale, rappresentato dal disegno di Dio. In questo caso si parla
di "legge della gradualità", e non di "gradualità
della legge": non è, infatti, la legge di Dio a conoscere
gradi di perfezione, perché essa è perfetta, ma
è luomo che, tante volte, è costretto ad applicare
la pedagogica legge della gradualità per conseguire a poco
a poco il raggiungimento della piena verità morale.
Riferendosi
allinsegnamento della Chiesa su questa materia, quale è
condensato nellenciclica Humanae vitae di Paolo VI,
i vescovi francesi già nel 1968 scrissero un commento pastorale
che ancora oggi trovo illuminante:
«Lenciclica
provoca a un cammino. Luomo avanza solo pazientemente, con
cadute e riprese, sulla via della santità. Può capitare
che alcuni sposi cristiani si riconoscano colpevoli di non rispondere
alle esigenze che lenciclica precisa. Ebbene, la loro fede
e la loro umiltà li aiutino a non scoraggiarsi. La contraccezione
non può mai essere un bene. È sempre un disordine;
ma questo disordine non sempre è colpevole. Capita, infatti,
che degli sposi pensino di trovarsi di fronte a veri conflitti
di doveri
A questo riguardo richiamiamo semplicemente linsegnamento
costante della morale: quando si è nellalternativa
di doveri per cui, qualunque sia la decisione presa, non si può
evitare un male, la saggezza tradizionale prevede di ricercare
davanti a Dio quale dovere sia, nel caso, maggiore».