Mercoledì
8 marzo, con l'imposizione delle ceneri, inizia la Quaresima,
tempo privilegiato per il raccoglimento e la riflessione. Don
Dino Foglio, consigliere spirituale nazionale del RnS, ci introduce
a questo importante tempo liturgico offrendoci indicazioni concrete
su come viverlo sia all'interno dei gruppi del Rinnovamento sia
all'interno della Chiesa.
È
stato scritto «Gesù abbandonò gli apostoli
per pregare da solo» (G. Certosino).
Siamo
nel Gestemani. Nel silenzio!
Troppo
chiasso attorno a noi. Il mondo non sa più tacere! Il silenzio
è temuto, il deserto è fascinoso ma anche tremendo,
seduce e agghiaccia, è il luogo di grande solitudine. Luogo
in cui Dio toglie tutto. Il deserto, è vero, da un aspetto
fa paura, ma dallaltro permette un contatto meraviglioso
col Signore. Il suo silenzio ti parla. Il deserto è il
tempo del primo amore.
Mai
Israele ha sentito il suo Dio così vicino come negli anni
del deserto. Quanti segni! È nel deserto che fa scaturire
lacqua, segno dello Spirito pronto a dare momenti preziosi
di grazia; è nel deserto che offre la manna, segno del
"cibo degli angeli", dellEucaristia, con cui ha
nutrito il suo popolo.
Nel
deserto della Quaresima, come gli Ebrei, è necessario camminare
incontro a Cristo nelle tappe che lo porteranno alla croce. In
questo silenzio del deserto liturgico «cercheremo il suo
volto» e poi ci fermeremo in contemplazione, come abbiamo
letto di Paolo, per intuire anche noi che «vivere è
Cristo».
Ancora
cercheremo a Nazaret nel silenzio, Maria che «conservava
nel suo cuore la Parola, che meditandola prorompeva in un inno
di lode, nel Magnificat!».
È
il silenzio che ha forgiato i grandi santi, molti dei quali hanno
saputo ritagliare, nelle molteplici occupazioni per il Regno,
spazi prolungati di sosta contemplativa, per ritemprarsi continuamente,
per verificare il cammino irto di insidie, con il cuore in ascolto.
È
stato detto «il silenzio qualche volta è tacere,
sempre è ascoltare» (M. Delbiel).
È
nel silenzio che la Parola ha qualcosa di misterioso da dirci:
bisogna saperla accogliere.
Tempo
quaresimlea: epfania d'amore
La
Quaresima è il momento favorevole per trovare lunghi momenti
di deserto, di un silenzio che parla. SantAgostino soleva
dire «Timeo Dominum transeuntem»: temo il Signore
che passa», e se non passasse?
La
Quaresima vuol essere per tutti un incontro personale con Cristo.
È necessario andare avanti, in un itinerario progressivo,
penitenziale cercando di conformare la nostra vita al Vangelo,
che ogni giorno fa «luce ai nostri passi».
Se
potessimo anche noi ripetere quanto un monaco affermava a un giornalista
che lo intervistava. «Ormai, con il Signore, ci intendiamo
molto bene, ci diamo del tu. Capirà, viviamo tante ore
in compagnia».
Oppure
rivivere lesperienza di Santa Caterina da Genova (1447-1510)
che affermava: «Lo mio cuore et anima è quello del
mio dolce amore, in lo quale, in tutto, ero annegata e trasformata».
Nella vita esperienziale del Rinnovamento nello Spirito viviamo
in gruppi e comunità, in cui vogliamo crescere e costruire
una comunità damore, sempre memori che «non
ci salviamo da soli, come scalatori arditi e solitari»,
ma ci salviamo in cordata.
Se
in questo tempo "favorevole" che la liturgia e lanno
Giubilare ci offrono, potessimo vivere più intensamente
lideale di gruppo e di comunità, come ce la presenta
il libro degli Atti (2 e 4), assicurando spazi di silenzio orante
e di ascolto, nella condivisione fraterna dei doni e carismi offertici
dallo Spirito Santo, potremmo realizzare una vera epifania damore.
Comunione,
questa, che reclama il donarsi pagando di persona, cercando di
capire gli altri accettandoli come sono, correggendoli fraternamente,
componendo le diversità, ritenendole una ricchezza che
riecheggia la fantasia creatrice di Dio, che non si ripete mai.
Se ci ha fatti diversi vuol dire che va bene così. Come
sarebbe odiosa la vita se fossimo tutti uguali.
Mi
ricordo di aver letto che SantIgnazio di Antiochia diceva
che siamo come una cetra che ha parecchie corde, e ogni corda
suona la sua nota, ma ogni corda è armonizzata con laltra.
È nellarmonia, nella koinonia, che Gesù
viene cantato e lodato.
Camminare
insieme
Vorrei
dire a tutti i miei fratelli e alle sorelle: come sarebbe bello
se in tutti i 1700 gruppi del RnS ci fosse un po più
di capacità di comporre le differenze nella comunione!
Quante crisi, quanti fallimenti potremmo evitare e come ci renderemmo
credibili quasi eco della intima comunione della Trinità.
Realizzando
questa meta, diventeremmo capaci di cooperazione al bene di tutto
il corpo ecclesiale. La Chiesa è un corpo che ha bisogno
di tutti. Singoli cristiani, movimenti e aggregazioni: ognuno
larricchisce con il suo dono.
Questo
in virtù di quella ecclesialità che vede un incontro
ideale di compiti diversi, quasi un mosaico dai molti tasselli
e colori diversi, sotto la guida dei singoli vescovi cui dobbiamo
obbedienza e cui spetta in tutto il cammino ecclesiale lultimo
discernimento.
La
Quaresima, nelle sue tappe settimanali ci faccia santamente felici
di camminare con la Chiesa e nella Chiesa, scandendo nel nostro
servizio, silenti oranti e presenze operose e costruttive.
A
volte è un cammino lento, stanco; verrebbe la voglia di
correre avanti. Ma è meglio essere insieme che essere primi.
È meglio essere dentro il cammino e la storia delle nostre
chiese locali che esserne sopra. «In queste comunità,
sebbene spesso piccole e povere e disperse, è presente
Cristo, per virtù del quale la Chiesa una, santa, cattolica
ed apostolica» (Lumen gentium, 26).
Ci
è chiesto, perciò, di amare la nostra chiesa locale,
vincendo ogni tentazione di disgusto, che ce la facesse giudicare
o sottovalutare. Ci è chiesto di amarla, anche se non sembra
bella. Ci è chiesto di amarla perché diventi bella.
È
così che Gesù «ha manto la Chiesa e ha dato
se stesso per lei», non perché era bella, ma affinché
lo diventasse: affinché fosse «senza macchia né
ruga» (Ef 5, 25-27).
A
proposito della chiesa locale vorrei, con SantAgostino,
dire ad ogni nostro gruppo: «amate questa chiesa, siate
in questa chiesa!» (Serm. 158, 10). Fratelli: siamolo con
riconoscenza e con gioia!