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Tu sei il nostro Dio e noi siamo il tuo popolo 
Preghiera comunitaria carismatica
Conferenza Nazionale Animatori 2012 - Clicca per ingrandire...«Questa mattina vogliamo pregare da figli e non più da schiavi». Questa l'esortazione iniziale dell'équipe di animazione della preghiera comunitaria carismatica che dà il via alla terza giornata di Conferenza. L'assemblea si prepara subito ad accogliere il Signore come Re della gloria. Gli animatori aprono le porte delle loro vite per far entrare il Santo glorioso ripetendo a gran voce: «Sono qui per te, Signore, tu sei il mio Dio». Il Signore dona al suo popolo una prima parola profetica: «Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell'afflizione,rivèstiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre. Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio, metti sul capo il diadema di gloria dell'Eterno, perché Dio mostrerà il tuo splendore ad ogni creatura sotto il cielo» ( Ba 5, 1-3). E' tempo di indossare la veste candida di Gesù, di "indossare" Gesù stesso.
Con una seconda Parola profetica il Signore sollecita i presenti a entrare nel suo regno, nel luogo della gioia piena: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo» (Mt 13, 44). S'invoca lo Spirito Santo, a lui si spalancano le porte del cuore, di ogni cuore: «Chi si sente oppresso dica: vieni! Chi si sente angosciato dica: vieni! Chi si sente non libero dica: vieni!» si sollecita dal palco. A questo punto viene proclamata una terza Parola che invita a ridestarsi, a svegliarsi e a gioire per la presenza operante di Gesù: «Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore:«Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio,giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi». Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto, perché scaturiranno acque nel deserto, scorreranno torrenti nella steppa» (Is 35, 3-6).
La preghiera si fa ora adorazione silenziosa, Dio è entrato nella sua dimora. Ancora una Parola viene proclamata dal palco: «In quel tempo chiameranno Gerusalemme trono del Signore; tutti i popoli vi si raduneranno nel nome del Signore e non seguiranno più la caparbietà del loro cuore malvagio. In quei giorni la casa di Giuda andrà verso la casa di Israele e tutte e due torneranno insieme dalla regione settentrionale nel paese che io avevo dato in eredità ai loro padri» (Ge 3, 17-18).
Il trono di Dio è in mezzo al suo popolo e gli animatori si rallegrano per le opere che Gesù compie e compirà nelle loro vite e un'ultima, corale e appassionata acclamazione chiude la preghiera: «Tu sei il nostro Dio e noi siamo il tuo popolo».

Francesco Storino

(03.11.2012)