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Anche il RnS aderisce all'appello al Premier Conte per lo sbarco della SeaWatch 
Venerdì 28 giugno 2019
Sea Watch - Clicca per ingrandire...

In merito alla drammatica situazione legata alla Sea Watch, l'Azione Cattolica Italiana ha rivolto un appello al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte affinché si consenta lo sbarco immediato delle 42 persone a bordo della nave bloccata al largo di Lampedusa.

Alle Istituzioni si chiede il coraggio di rinunciare a una inutile prova di forza, dimostrando un sussulto di umanità che renderebbe orgogliosi gli italiani.

Anche il Rinnovamento nello Spirito Santo aderisce all'iniziativa assieme a: Centro Astalli, il Movimento dei Focolari, la Focsiv, la Fondazione Papa Giovanni XXIII, il Masci e il Meic.

Sul tema dell'accoglienza, delle politiche migratorie e del rispetto della vita umana, nel corso della trasmissione “Unomattina Estate” andata in onda oggi, venerdì 28 giugno, come ospite in studio è intervenuto Salvatore Martinez, Presidente del Rinnovamento nello Spirito. «Se si parla di vita umana, non si può dire quando lo è e quando non lo è, quando merita di essere riconosciuta nella sua dignità fondamentale. Non stiamo discutendo se accogliere o no: qui, prima di tutto, si deve valutare se soccorrere o meno chi è in difficoltà. C'è una legge morale - ha aggiunto Martinez - che va al di là delle leggi degli Stati, la quale dice che il diritto di assistenza a chi nel bisogno vige e supera qualsiasi ordinamento e qualsiasi religione. La tragedia umanitaria che il nostro tempo sta vivendo, a oltre settant'anni quella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che affermava che “tutti gli uomini nascono liberi e uguali in dignità e libertà”, ha un timidissimo specchio in ciò che sta accadendo nel Mediterraneo. Ricordiamoci che sono 71 milioni nel mondo, in questo momento, le famiglie, le persone appartenenti ad ogni etnia o religione, che chiedono ospitalità. Quattro milioni sono i venezuelani, cinquecentomila soltanto i messicani. Abbiamo conosciuto proprio in queste stesse ore la tragedia di questa persona che porta il mio stesso cognome, Martìnez. Mio padre è nato in Libia e 80 anni fa fu costretto a migrare da quella terra alla Sicilia. Provare a riscrivere le regole del gioco delle nostre società, che sono per natura diseguali, è semplicemente utopistico. Va ampiamente ribadito che il tentativo delle nostre società moderne di rendersi più giuste più sicure o più nazionali le sta rendendo sempre meno giuste, sempre meno misericordiose e sempre meno votate all'umano».

Infine, uno sguardo all'Europa. «Un'Europa – ha concluso il Presidente del RnS – che in questo scenario si pone decisamente male, per cui fa bene il nostro Governo a richiamare il Trattato di Dublino. Non possiamo certo fermare le migrazioni, ma abbiamo il dovere di regolarle in modo adeguato: questo deve avvenire per Pil, per sviluppo economico, per ricongiungimento familiare. Dunque, le politiche comunitarie vanno ripensate perchè l’Europa è totalmente assente e sta abdicando al suo ruolo. Sarebbe un peccato che anche l'Italia abdicasse a sua volta al suo essere Capitale mondiale nell'applicazione dei diritti fondamentali e nella difesa del diritto di solidarietà e di sussidiarietà che ci ha distinto nel mondo; ancor più come Capitale morale del Mediterraneo. Un conto è accogliere per includere, un altro è rivendicare una politica che sia realmente adeguata alle esigenze dei nostri tempi. Siamo altrettanto consapevoli che mancano modelli etici, globali e spirituali che permettano di interpretare in modo nuovo queste tragedie umanitarie, destinate solo moltiplicarsi in futuro».  

Clicca qui  per rivedere la puntata con l'intervento del Presidente del RnS al minuto 0:47:30.

(28.06.2019)