In merito
alla drammatica situazione legata alla Sea Watch, l'Azione
Cattolica Italiana ha rivolto un appello al Presidente del Consiglio
Giuseppe Conte affinché si consenta lo sbarco immediato delle 42
persone a bordo della nave bloccata al largo di Lampedusa.
Alle Istituzioni si chiede il coraggio di rinunciare a una inutile prova
di forza, dimostrando un sussulto di umanità che renderebbe
orgogliosi gli italiani.
Anche
il Rinnovamento nello Spirito Santo aderisce all'iniziativa assieme
a: Centro Astalli, il Movimento dei Focolari, la Focsiv, la
Fondazione Papa Giovanni XXIII, il Masci e il Meic.
Sul
tema dell'accoglienza, delle politiche migratorie e del rispetto
della vita umana, nel corso della trasmissione “Unomattina Estate”
andata in onda oggi, venerdì 28 giugno, come ospite in studio è
intervenuto Salvatore Martinez, Presidente del Rinnovamento nello
Spirito. «Se si parla di vita umana, non si può dire quando lo è e
quando non lo è, quando merita di essere riconosciuta nella sua
dignità fondamentale. Non stiamo discutendo se accogliere o no: qui,
prima di tutto, si deve valutare se soccorrere o meno chi è in difficoltà. C'è una legge morale - ha aggiunto Martinez -
che va al di là delle leggi degli Stati, la quale dice che il
diritto di assistenza a chi nel bisogno vige e supera qualsiasi
ordinamento e qualsiasi religione. La tragedia umanitaria che il
nostro tempo sta vivendo, a oltre settant'anni quella Dichiarazione
Universale dei Diritti Umani che affermava che “tutti gli uomini
nascono liberi e uguali in dignità e libertà”, ha un timidissimo
specchio in ciò che sta accadendo nel Mediterraneo. Ricordiamoci che
sono 71 milioni nel mondo, in questo momento, le famiglie, le persone
appartenenti ad ogni etnia o religione, che chiedono ospitalità.
Quattro milioni sono i venezuelani, cinquecentomila soltanto i
messicani. Abbiamo conosciuto proprio in queste stesse ore la
tragedia di questa persona che porta il mio stesso cognome, Martìnez.
Mio padre è nato in Libia e 80 anni fa fu costretto a migrare da
quella terra alla Sicilia. Provare a riscrivere le regole del gioco
delle nostre società, che sono per natura diseguali, è
semplicemente utopistico. Va ampiamente ribadito che il tentativo
delle nostre società moderne di rendersi più giuste più sicure o
più nazionali le sta rendendo sempre meno giuste, sempre meno
misericordiose e sempre meno votate all'umano».
Infine, uno sguardo
all'Europa. «Un'Europa – ha concluso il Presidente del RnS – che
in questo scenario si pone decisamente male, per cui fa bene il
nostro Governo a richiamare il Trattato di Dublino. Non possiamo
certo fermare le migrazioni, ma abbiamo il dovere di regolarle in
modo adeguato: questo deve avvenire per Pil, per sviluppo economico,
per ricongiungimento familiare. Dunque, le politiche comunitarie
vanno ripensate perchè l’Europa è totalmente assente e sta
abdicando al suo ruolo. Sarebbe un peccato che anche l'Italia
abdicasse a sua volta al suo essere Capitale mondiale
nell'applicazione dei diritti fondamentali e nella difesa del diritto
di solidarietà e di sussidiarietà che ci ha distinto nel mondo;
ancor più come Capitale morale del Mediterraneo. Un conto è
accogliere per includere, un altro è rivendicare una politica che
sia realmente adeguata alle esigenze dei nostri tempi. Siamo
altrettanto consapevoli che mancano modelli etici, globali e
spirituali che permettano di interpretare in modo nuovo queste
tragedie umanitarie, destinate solo moltiplicarsi in futuro».
Clicca qui per rivedere la puntata con l'intervento del Presidente del RnS al minuto 0:47:30.