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Portiamo il germe del cambiamento! 
Il saluto di mons. Gianrico Ruzza, vescovo ausiliare e vicario generale del Vicariato di Roma
XIV Assemblea nazionale RnS - Clicca per ingrandire...

Ad aprire e benedire la seconda giornata della XIV Assemblea nazionale del RnS, momento centrale di questo incontro che mira all’elezione del nuovo Comitato nazionale di servizio, è stato il saluto di mons. Gianrico Ruzza, vescovo da sempre vicino alle diverse realtà carismatiche e al Rinnovamento.

Le sue parole hanno fatto da richiamo in un tempo della Chiesa che il Vescovo definisce straordinario ma che necessita una profonda riflessione. La Prima lettura della liturgia del giorno è stata lo spunto dal quale ha preso le mosse il monito di mons. Ruzza: «Vedendo la franchezza di Pietro e Giovanni, rendendosi conto che erano persone semplici e senza istruzione, rimanevano stupiti e li riconoscevano come coloro che erano stati con Gesù… E, richiamatili, ordinarono loro di non parlare assolutamente né di insegnare nel nome di Gesù… (cf At 4, 13-18).

Come Pietro e Giovanni, in questo tempo della vita Chiesa, «anche noi corriamo il rischio che ci impediscano di parlare…» . Con queste parole mons. Ruzza non allude solo alle atroci e reiterate persecuzioni contro i cristiani in Medio Oriente. Il Vescovo fa riferimento anche a un pensiero che sembra diffondersi e imporsi nel Mondo occidentale: «far apparire la Chiesa come una chiesa vecchia, passata». Sembra dunque diffondersi la convinzione che la nostra sia una chiesa antica, che non deve parlare, una chiesa destinata a scomparire. Da questa considerazione ha preso forza l’esortazione di mons. Ruzza al popolo del RnS: «Voi, che siete qui per pregare e ricevere ancora una volta il dono dello Spirito, chiedo di manifestare una Chiesa che parla con franchezza, non tanto la Chiesa intesa come istituzione ma come popolo di Dio che parla con la libertà dello Spirito Santo e proclama di essere un popolo giovane».

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Ricordando, infatti, le parole di Papa Francesco ai giovani in occasione dello scorso Sinodo, il Vicario generale di Roma ha detto che «Cristo è giovane, la Chiesa non può essere una vecchia madre, è giovanissima, fresca, efficace perché parla con franchezza, con libertà e con gioia». Quello di cui ha bisogno il mondo, e il nostro Paese in particolare, è «gioia propositiva di vita».

Il Rinnovamento, senza dubbio un movimento propositivo di questa gioia, deve continuare a incarnare l’esortazione del Santo Padre a essere “Chiesa in uscita”, Chiesa gioiosa e quindi missionaria, tesa a incontrare l’altro nella sua diversità e nella sua sofferenza. È una Chiesa che già esiste, il Vescovo ne è convinto perché molte realtà ecclesiali lo confermano. Non stanchiamoci di dire a tutti che Gesù è vivo, è gioia, è qui con noi fino alla fine dei giorni.

«Con questa certezza – ha concluso mons. Ruzza -, vi auguro di vivere queste giornate con grande efficacia proprio perché lo Spirito parlerà ancora una volta al vostro cuore e vi renderà protagonisti di una storia che è la storia del cambiamento. Noi siamo nell’epoca del cambiamento ma sta a noi portare, in questo, il germe di un’anima bella, positiva».

Daniela Di Domenico

(27.04.2019)