Anche oggi l’Uomo di Galilea ha visitato il suo
popolo, passando tra la folla: si è fermato, ha visitato, ha guardato, ha
parlato, ha guarito, ha agito.
Fin dalla prima giornata di Convocazione, Gesù vivo
nel Santissimo Sacramento dell’Eucarestia si è fatto presente con il suo
sguardo d’amore facendo sperimentare all’assemblea la potenza della sua
misericordia, nonostante la miseria umana.
Oggi, ancora una volta, Gesù, il Cristo, è passato
tra la folla come a Gerico tra i tanti “Zaccheo” ormai liberi dall’uomo
vecchio, liberi dalle catene e quindi capaci di muoversi, desiderosi di incrociare
lo sguardo con il Salvatore. In questo momento di grazia, animato dal
presidente Salvatore Martinez, ci si è rivolti a Gesù, chiedendo di visitare e
guarire le anime e i cuori danneggiati da ogni sorta di male, di ferita, di
malattia. Anime e cuori appartenenti solamente a Lui e a nessun altro.
«Ti prego di guardarlo e il mio cuore guarirà», ha
cantato ininterrottamente l’assemblea, rivolgendosi al Santissimo. Cuori
ingannati, malati, che hanno subito ingiustizie, ferite, violenze, abbandoni;
cuori che gridano, persi, vuoti, isolati, traditi, che chiedono di essere
innestati in Lui per mezzo dei fratelli, perché chi è amato non è mai solo.
Trentamila le mani alzate in fiera a simboleggiare
quindicimila sicomori, sui cui si arrampicavano altrettanti Zaccheo. Vite che
hanno ricevuto non solo lo sguardo di Cristo, ma la sua personale visita che
consola, lenisce, guarisce, converte e spinge a testimoniare questo incontro
definitivo. Tanti i cuori rigenerati
dall’amore di Gesù e, da qui, l’invito a non lasciare solo nessuno. Un invito
per chi, come responsabile, è rimasto solo, senza amore; a chi, animatore, è rimasto
solo senza amore, a chi è ferito dalla solitudine, a chi ha rotto la comunione,
ai gruppi e alle comunità isolati.
Tanti i fratelli e sorelle liberati, tornati alla
vita, alla freschezza dell’infanzia e della giovinezza, senza maschere e
schermi; cuori visitati e benedetti, ricolmi dell’effusione dello Spirito e dei
suoi doni.
Gesù non ha visitato solo “le case interiori”, di
ognuno ma anche “le case esteriori” dei corpi malati, straziati dal dolore dei
lutti, delle menti sofferenti, delle invalidità, dei sensi corrotti. Si, la
salvezza è entrata. Oggi, nelle case di ognuno.
L’uomo di Galilea, passando tra la folla ha alzato
lo sguardo verso ogni corpo salito su quel sicomoro, dicendo a gran voce «Scendi subito, perché oggi devo fermarmi a
casa tua» (cf Lc 19, 5b), ha visitato ognuno senza tralasciare nulla e nessuno.
Un incontro, durato tre
giorni, in cui si è sperimentato l’amore del Padre, la liberazione e la libertà
di voler incontrare Cristo: un cammino che ha accompagnato ognuno all’incontro
con il Risorto, quello che sana, cambia la vita, che converte, che fa cambiare
rotta e che non può impedire di essere testimoni di tale grazia. Oggi per la
tua casa è venuta la Salvezza! E Gesù resta, resta e fa cena con noi.
Antonella Di
Coste