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Prepariamoci a un servizio santo 
Mario Landi interviene sui prossimi rinnovi degli organi pastorali di servizio e sulle modifiche allo Statuto RnS
42a Convocazione Nazionale RnS - Clicca per ingrandire...

Al termine del quadriennio pastorale di servizio, al coordinatore nazionale Mario Landi è affidato il compito di consegnare all’assemblea un indirizzo in riferimento alle prossime elezioni degli organi pastorali del Rinnovamento nello Spirito, ormai consolidato anche in altri Paesi, prima fra tutti la Svizzera, poi la Germania, l’Australia, la Moldavia e, da un anno la Francia con Parigi.

«Circa seimila responsabili saranno coinvolti in un servizio santo. Santo perché deve custodire cose sante. Santo perché deve essere strumento facilitatore dell’opera dello Spirito Santo». Mario Landi ha evidenziato con decisione che il Rinnovamento è opera dello Spirito e per volontà di Dio e che questa volontà non va mortificata, ma va adorata e servita. Il richiamo del Coordinatore, è stato principalmente orientato alla ricerca della comunione, «di una fraternità sincera e trasparente che possa determinare un discernimento spirituale nei gruppi e comunità», evitando di portare all’interno l’individualismo esasperante che invade la nostra società. Nella consapevolezza che siamo associati non da un interesse comune ma perché chiamati da Dio, dobbiamo chiedere che sia lui a ispirare le scelte che riguardano i nostri pastori: «L’idoneità a essere guide non viene da gradi sulle spalle né soltanto da anzianità di cammino, ma è un’idoneità carismatica: coloro che sono chiamati a servizio devono avere un dono chiaro di governo, che non coincide necessariamente con altri doni carismatici. Il servizio pastorale - ha continuato - non è animazione spirituale, è strumento propulsivo del piano di salvezza di Gesù». Non agli uomini, che sono e rimangono sempre imperfetti e peccatori, è dato il potere di salvare: «A Dio il potere di salvare, agli uomini il dovere di servire».

Il servizio richiesto da Papa Francesco al Rinnovamento, pur nelle sue tante declinazioni, si condensa in tre parole: battesimo nello Spirito, preghiera di lode, servizio all’uomo. In questo senso, osserva il coordinatore, siamo chiamati a «servire per custodire la grazia dell’identità carismatica; servire per costruire comunità carismatiche missionarie; servire per diffondere la cultura di Pentecoste». Richiamando il testo pubblicato in vista dei rinnovi, Un servizio santo per un Rinnovamento santo, il Coordinatore ha chiesto a gruppi e comunità di vivere nei mesi di maggio e giugno un tempo di formazione adeguato, accompagnato dal discernimento. Mario Landi ha ricordato che, forse, nell’intero panorama del Rinnovamento carismatico cattolico «il Rinnovamento è l’unica realtà in cui nessuno, a nessun livello, è automaticamente eletto, in cui la formazione avviene puntualmente sugli orientamenti della Chiesa. Le elezioni vedono concorrere centinaia di fratelli, in modo forse molto faticoso… ma nella consapevolezza che sarà il Signore a collocare e ricollocare i fratelli».

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Il Coordinatore ha anche incoraggiato all’impegno: «Nessuno può considerarsi dimissionario; noi non siamo dimissionari, ma di-Dio-missionari. E se anche è vero che non dobbiamo “pensionare” nessuno, vi faccio un appello a nome di Salvatore e del Comitato nazionale: abbiamo bisogno di una nuova generazione di leader! E sono già presenti in mezzo a noi!».

Sul finire della sua relazione, Mario Landi ha ribadito tre aspetti fondamentali riguardo alle modifiche apportate al nuovo Statuto del RnS: «Il primo: il rinnovamento lo determina Dio così come è; ci siamo resi conto che ci sono piccole realtà, belle, sane carismatiche, ma molto piccole, per cui ci è sembrato improprio eleggere un pastorale; sono gruppi carismatici, non devozionali, per cui abbiamo scelto di dare dignità a questa forma e l’abbiamo inserita nello Statuto, con la definizione di “cenacoli”, accanto a gruppi, comunità di alleanza. Il secondo: abbiamo compreso che la dimensione strutturale stava diventando pesante e abbiamo così accolto l’invito di papa Francesco, di non far diventare l’organizzazione scopo del nostro impegno; così abbiamo deciso con coraggio di investire sui coordinatori diocesani. Il livello regionale non sarà più la somma dei diocesani, ma la comunione delle diocesi. Non scompare il livello regionale, rimarrà colui che presiede, cioè il coordinatore regionale. Ma i diocesani in assemblea nazionale dovranno decidere di più sulla vita del RnS». In ultimo, Mario Landi, ha raccomandato di non considerare lo Statuto come un fine ma come uno strumento che «fotografa il Rinnovamento», ma non ne è il fine ultimo. L’approvazione da parte della CEI «non è mera approvazione di norme, ma di un cammino».

Il Coordinatore nazionale chiude l’intervento ringraziando tutti coloro che sono giunti alla fine di un mandato, chiedendo ai sacerdoti di integrarsi sempre di più nella vita del Rinnovamento, in un contesto collegiale, benedicendo quanti si sono affaticati nel servizio che porta sofferenze e incomprensioni: «A chi serve e servirà il Signore dico: la vostra fatica non è vana nel Signore».

Luciana Leone
(08.04.2019)