Al
termine del quadriennio pastorale di servizio, al coordinatore nazionale Mario
Landi è affidato il compito di consegnare all’assemblea un indirizzo in
riferimento alle prossime elezioni degli organi pastorali del Rinnovamento
nello Spirito, ormai consolidato anche in altri Paesi, prima fra tutti la
Svizzera, poi la Germania, l’Australia, la Moldavia e, da un anno la Francia
con Parigi.
«Circa
seimila responsabili saranno coinvolti in un servizio santo. Santo perché deve
custodire cose sante. Santo perché deve essere strumento facilitatore
dell’opera dello Spirito Santo». Mario Landi ha evidenziato con decisione che
il Rinnovamento è opera dello Spirito e per volontà di Dio e che questa volontà
non va mortificata, ma va adorata e servita. Il richiamo del Coordinatore, è
stato principalmente orientato alla ricerca della comunione, «di una fraternità
sincera e trasparente che possa determinare un discernimento spirituale nei
gruppi e comunità», evitando di portare all’interno l’individualismo esasperante
che invade la nostra società. Nella consapevolezza che siamo associati non da un
interesse comune ma perché chiamati da Dio, dobbiamo chiedere che sia lui a
ispirare le scelte che riguardano i nostri pastori: «L’idoneità a essere guide
non viene da gradi sulle spalle né soltanto da anzianità di cammino, ma è un’idoneità
carismatica: coloro che sono chiamati a servizio devono avere un dono chiaro di
governo, che non coincide necessariamente con altri doni carismatici. Il servizio
pastorale - ha continuato - non è animazione spirituale, è strumento propulsivo
del piano di salvezza di Gesù». Non agli uomini, che sono e rimangono sempre
imperfetti e peccatori, è dato il potere di salvare: «A Dio il potere di
salvare, agli uomini il dovere di servire».
Il
servizio richiesto da Papa Francesco al Rinnovamento, pur nelle sue tante
declinazioni, si condensa in tre parole: battesimo nello Spirito, preghiera di lode,
servizio all’uomo. In questo senso, osserva il coordinatore, siamo chiamati a «servire
per custodire la grazia dell’identità carismatica; servire per costruire
comunità carismatiche missionarie; servire per diffondere la cultura di
Pentecoste». Richiamando il testo pubblicato in vista dei rinnovi, Un servizio santo per un Rinnovamento santo,
il Coordinatore ha chiesto a gruppi e comunità di vivere nei mesi di maggio e
giugno un tempo di formazione adeguato, accompagnato dal discernimento. Mario
Landi ha ricordato che, forse, nell’intero panorama del Rinnovamento carismatico
cattolico «il Rinnovamento è l’unica realtà in cui nessuno, a nessun livello, è
automaticamente eletto, in cui la formazione avviene puntualmente sugli
orientamenti della Chiesa. Le elezioni vedono concorrere centinaia di fratelli,
in modo forse molto faticoso… ma nella consapevolezza che sarà il Signore a
collocare e ricollocare i fratelli».
Il
Coordinatore ha anche incoraggiato all’impegno: «Nessuno può considerarsi
dimissionario; noi non siamo dimissionari,
ma di-Dio-missionari. E se anche è
vero che non dobbiamo “pensionare” nessuno, vi faccio un appello a nome di
Salvatore e del Comitato nazionale: abbiamo bisogno di una nuova generazione di
leader! E sono già presenti in mezzo a noi!».
Sul
finire della sua relazione, Mario Landi ha ribadito tre aspetti fondamentali
riguardo alle modifiche apportate al nuovo Statuto del RnS: «Il primo: il
rinnovamento lo determina Dio così come è; ci siamo resi conto che ci sono piccole
realtà, belle, sane carismatiche, ma molto piccole, per cui ci è sembrato improprio
eleggere un pastorale; sono gruppi carismatici, non devozionali, per cui
abbiamo scelto di dare dignità a questa forma e l’abbiamo inserita nello Statuto,
con la definizione di “cenacoli”, accanto a gruppi, comunità di alleanza. Il
secondo: abbiamo compreso che la dimensione strutturale stava diventando pesante
e abbiamo così accolto l’invito di papa Francesco, di non far diventare
l’organizzazione scopo del nostro impegno; così abbiamo deciso con coraggio di investire
sui coordinatori diocesani. Il livello regionale non sarà più la somma dei
diocesani, ma la comunione delle diocesi. Non scompare il livello regionale, rimarrà
colui che presiede, cioè il coordinatore regionale. Ma i diocesani in assemblea
nazionale dovranno decidere di più sulla vita del RnS». In ultimo, Mario Landi,
ha raccomandato di non considerare lo Statuto come un fine ma come uno
strumento che «fotografa il Rinnovamento», ma non ne è il fine ultimo.
L’approvazione da parte della CEI «non è mera approvazione di norme, ma di un
cammino».
Il
Coordinatore nazionale chiude l’intervento ringraziando tutti coloro che sono
giunti alla fine di un mandato, chiedendo ai sacerdoti di integrarsi sempre di
più nella vita del Rinnovamento, in un contesto collegiale, benedicendo quanti
si sono affaticati nel servizio che porta sofferenze e incomprensioni: «A chi
serve e servirà il Signore dico: la vostra fatica non è vana nel Signore».
Luciana
Leone