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E si sciolsero le catene di tutti 
Roveto ardente di liberazione dagli idoli e dai nemici spirituali
42a Convocazione Nazionale RnS - Clicca per ingrandire...

Ancora una volta il Signore non finisce di elargire grazia e benefici al suo popolo che, fiducioso, alza le braccia e lo acclama nel corpo dell’Eucarestia.

Il momento di adorazione, che conclude la sessione mattutina del secondo giorno della Convocazione, è animato dal coordinatore nazionale Mario Landi e da don Fulvio Di Fulvio, già membro del Comitato nazionale di servizio.

L’assemblea è condotta a vivere il momento con fiducia, è invitata a togliere i calzari sporcati della paura, dei rimorsi, dell’immobilismo, dell’ipocrisia, per entrare nel luogo della gioia con la lode sulle labbra, un luogo di misericordia e di santità.

È un momento di grazia, nel quale i problemi e gli affanni vanno dimenticati per mettere al centro la lode a Dio. Proprio come avvenne per Pietro e Silla in carcere, quando umiliati, frustati, bastonati, glorificano Dio; ed ecco che cadono le catene di tutti. La parola profetica che viene donata infatti riguarda proprio questo episodio, tratto da Atti 16, 25-26: «Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i carcerati stavano ad ascoltarli. D’improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito tutte le porte si aprirono e si sciolsero le catene di tutti».

L’invito è di glorificare Dio nonostante tutto. Le lacrime scendono copiose, rigano i volti, molta è la sofferenza, ma c’è fiducia nel Dio che ama e libera, che viene per sciogliere ogni legame, per liberare da ogni schiavitù, da ogni inganno del nemico, tutti.

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L’invito è anche quello di ringraziare Dio per ogni aspetto della vita, perché il Signore opera anche attraverso le malattie, le delusioni, le ferite, il dolore, i fallimenti, i lutti: sono questi il luogo privilegiato della salvezza.

Molto intenso anche il momento nel quale don Fulvio ha pregato per la liberazione da due grandi nemici della Chiesa e dei credenti: il giudizio che ferisce e divide, da sostituire con l’amore, e la malizia, ovvero la corruzione e la sensualità che non vengono da Dio e che rendono malate le relazioni.

Tante le deviazioni e le menzogne del demonio che sono state affidate alla misericordia del Signore, fino ad arrivare alla benedizione conclusiva, che si estende e raggiunge le montagne di tutti i tempi della nostra vita, passato, presente e futuro, spianate e trasformate da Gesù, che passa e prende tutto su di sé, in una strada di salvezza.

Da sottolineare la puntualizzazione del presidente Salvatore Martinez a conclusione della preghiera. «La liberazione – afferma – è parte integrante e fondamentale del ministero di Gesù, ed è quello che ci comanda di fare quando ci insegna a pregare: “liberaci dal male” che recitiamo nel Padre nostro. Allora – conclude - dobbiamo praticare di più la liberazione in mezzo a noi».

Fania Raneri

(06.04.2019)