Salvatore Martinez apre il suo intervento da una
scrivania colma di libri: sono quelli della prima ora, che hanno fondato il
cammino e definito il profilo del Rinnovamento. «Grazie allo Spirito Santo per
quel meraviglioso miracolo, ministero e mistero che è il Rinnovamento nello
Spirito». Il presidente RnS ripercorre il quadriennio di servizio pastorale
2015-2018 ed esprime prima di ogni cosa la gratitudine per le meraviglie che il
Signore ha compiuto in questi anni. «Un atto dovuto – dice – il rendimento di
grazie, perché la gratitudine è il prolungamento dell’atto Eucaristico nella
storia; ci fa vincere l’isolamento, allena allo stupore, apre alla speranza».
Nella sua prima relazione - sul tema “E ora benedite
il Dio dell’universo, che compie in ogni luogo cose grandi” (Sir 50, 22a) - Martinez
ringrazia le persone a lui più vicine e più care, la sua comunità, e ancora, i membri
del Comitato e del Consiglio nazionale, «preferiti in quanto scelti da Dio». E
parla di «devozione verso i fratelli e le sorelle che il Signore ci mette
accanto. Noi siamo in una corrente di grazia che è prima di tutto questo moto
di amore: se siamo qui è perché siamo tra quelli – continua rivolgendosi
all’assemblea – che perseveriamo, che non deleghiamo, che vogliamo ancora ricevere
stimoli, profezia, visioni. Siamo un popolo che molto ha avuto da Dio e a cui molto
sarà chiesto. Quanti abbiamo soccorso – continua citando Matteo 25 -? Quanti
abbiamo servito? Quanti abbiamo vestito? Di queste opere di misericordia
corporale dobbiamo dare un’accezione anche spirituale: c’è un mondo che va
vestito di grazia perché è nudo di vergogne! Il verbo di Gesù è “venite”, ma il
verbo dello Spirito è “andate”. La corona sarà data a coloro che avranno
servito».
Quattro anni intensi di iniziative, progetti,
eventi, profezia. Martinez li rilegge mettendo in luce il disegno perfetto
dello Spirito: l’impegno per la famiglia, innanzitutto, che coinvolge i
santuari mariani. Nel 2016 la presentazione del “Centro internazionale Famiglia
di Nazareth”, e l’approvazione, da parte di Papa Francesco, dello Statuto della
Fondazione vaticana. Nel 2018, il protocollo firmato con l’Ospitalità di
Lourdes per un’opera di animazione carismatica e trasmissione della fede
rivolta alle famiglie. E ancora, la richiesta del Vescovo di Loreto perché ogni
anno in Basilica la novena di Pentecoste venga inaugurata con un grande Roveto
ardente per le famiglie. «Il Roveto ardente – continua Martinez - è uno
strumento di evangelizzazione potentissimo, l’occasione di una preghiera di
liberazione e guarigione, e sempre più deve radicarsi nel RnS».
Il 2016 è stato l’anno del Giubileo della
misericordia: «Sacerdoti missionari di misericordia, giovani sentinelle di
misericordia, anziani intercessori di misericordia, famiglie case di misericordia,
animatori testimoni di misericordia! Sia benedetto il Signore per tutti coloro
che hanno proseguito un programma che ci impegna in quanto a creatività
carismatica». E cita l’accordo con l’Ordinariato d’Italia per l’apertura di
oltre 45 Tende di misericordia: «Un’esperienza che continua, perché questo Gesù
vivo che entra nelle trame delle nostre città è una benedizione incredibile». Martinez
ricorda, del 2017, il Giubileo d’Oro del Rinnovamento celebrato a Roma e la
nascita del progetto “LAB.ORA. Mille giovani per una leadership di servizio”, sottolineando come siano necessari oggi in
Italia «un pre-politico di ispirazione cristiana e l’impegno di una nuova
generazione». E ancora, si sofferma per un momento sul suo incarico, avuto nel
2018, di presiedere l’Osservatorio sulle libertà religiose e la discriminazione
dei cristiani nel mondo, che gli ha permesso tra l’altro di sensibilizzare tanti
rispetto alla «crisi spirituale in atto». Poi, ricorda la missione in Moldavia,
con le sue équipe missionarie e i
progetti sociali, che proprio in questo quadriennio ha vissuto una svolta: «A
settembre – dice – festeggiamo i 25 anni della Chiesa in Moldavia. E di questi
25 almeno 16 ci appartengono».
Infine, dopo un breve passaggio sul recente sinodo
dei giovani «sugli esiti del quale dovremo lavorare», parla di un suo impegno
personale: «Padre Mario Pancera aveva un grande sogno: che ci potesse essere un
corso di teologia dedicato allo Spirito Santo. Quando la Pontificia Università
della Santa Croce mi ha chiesto di accettare la docenza di un Master in Teologia dello Spirito Santo, ho
voluto accettare obbedendo anche a quello che Paolo VI chiedeva all’indomani
del Concilio, che la pneumatologia fosse più raccontata. Ad amare si impara
amando – conclude -. A pregare si impara pregando. Il Rinnovamento si impara rinnovandosi.
E io mi commuovo perché vedo che lo Spirito lavora, e sempre in modo nuovo».
Lucia
Romiti