Amerigo Vecchiarelli, caporedattore centrale di TV2000 e
anziano del Rinnovamento apre la sessione pomeridiana della seconda giornata
della Conferenza animatori del RnS, con una tavola rotonda di testimonianze dal
titolo: «Vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei
cieli» (Mt 5, 16). Esperienze e Progetti nazionali e locali per raccontare la Vita comunitaria, il Discepolato carismatico e il Servizio all’uomo.
«Un pomeriggio – esordisce – pensato per capire cosa il
Signore compie nel Rinnovamento, non per gloriarci di ciò che facciamo ma per
raccontare i sogni di Dio che lo Spirito Santo mette nel cuore di ognuno di
noi». La Parola di Dio, spiega il giornalista, moderatore della sessione, ci
esorta a non mettere il candeliere sotto il moggio: «Chiedetevi – dice ai
presenti - quale sia il vostro candeliere, la lampada su cui siete chiamati a
risplendere perché gli uomini vedano le
opere… chiedetevi quale sia la vostra missione su questa terra, quella affidata
a voi e che nessun altro realizzerà al posto vostro». Citando la Gaudete et
exultate, che fa da sfondo a questa Conferenza, Amerigo ricorda che ciascuno di
noi è una missione, in uno specifico momento della storia.
I tre ambiti – Vita comunitaria, Discepolato carismatico, Servizio
all’uomo - che hanno rappresentato la griglia tematica della 42esima Conferenza
animatori fanno da sfondo anche a questo momento testimoniale, che vede
l’alternarsi sul palco di esperienze locali e nazionali, in una dinamica vivace
e coinvolgente, fatta di racconti, di volti, di video, di testimonianze.
Per l’ambito della Vita
comunitaria viene presentata per prima l’esperienza della comunità del RnS
“Regina della pace”, di Tolentino (Marche), duramente colpita dal terremoto,
che ha visto distrutta la parrocchia nella quale si riuniva ma non si è
scoraggiata: il cammino è ripreso e la comunità, partita con trenta persone, ne
conta oggi centotrenta, tutte coinvolte nel servizio, dall’accoglienza alla
liturgia, dall’evangelizzazione alla formazione, dall’intercessione dei ragazzi
all’animazione dei bimbi. Amerigo chiede se c’è un segreto all’origine della
vivacità e della perseveranza di questa comunità e la coordinatrice, Marta,
risponde che se un segreto c’è è quello di suscitare e rintracciare i carismi
dei fratelli, stando accanto a ciascuno, e di attuare le linee proposte dal
Consiglio e dal Comitato nazionale: «Non ci siamo inventati nulla – dice - ma
questo ha portato grandi frutti».
Dal livello locale a quello nazionale: salgono sul palco più
di venti persone, una parte del folto gruppo che lavora nelle strutture del
RnS. A Paolo Zunino, Presidente della Coopeartiva Odos, una delle strutture
operative, è affidato il compito di mostrare nomi e volti di chi lavora dietro
le quinte del Movimento. Paolo racconta della Sede nazonale di Via degli Olmi,
della Fondazione Allenza, dell’Associazione, delle Cooperative Odos e Voce Più,
dei pellegrinaggi e degli eventi e molto altro, spiegando che chi lavora a
tempo pieno nel Rinnovamento è sottoposto a una grande fatica, ma vive tutto come
una missione, per incarnare il Vangelo della carità. «Come si lavora nelle
strutture del RnS?», chiede Amerigo a Paolo, che risponde con la sola risposta
possibile: «Restando ancorati al Signore e chiedendosi se tutto ciò che si fa
risponde alla volontà di Dio». Bello sentire Anche Elvira, una volontaria
anziana, da trent’anni nel RnS, che dice: «Sento i miei responsabili come
figli, li amo come figli».
Amerigo introduce il secondo ambito, quello del Discepolato carismatico, osservando: «Il
discepolo stava con Gesù per imparare, ascoltare, crescere, ma anche per
operare. Quando Gesù manda i settantadue in missione, chiede loro di non
entrare nelle sinagoghe, ma nelle case; chiede loro di stare tra la gente… si
corre tanto per stare dietro al Signore, perché lui non si ferma, ma Gesù non
ci vuole rubare la vita, chiede solo un passo più affrettato». Dunque, anche
per quest’ambito, un’esperienza di base, quella del gruppo RnS “Guarigione e
liberazione” della Campania, da 40 anni in cammino in un luogo di sofferenza ma
anche di rinascita: l’ospedale Monaldi di Napoli. Qui i componenti del gruppo
servono gli ammalati che chiamano «i nostri signori e padroni» come insegna San
Camillo. Il servizio fa nascere rapporti di amicizia e molti ammalati arrivano
a sentire l’ospedale come una famiglia. Spesso fanno il seminario di effusione
e poi entrano nel gruppo. La testimonianza di questo gruppo è toccante, soprattutto
quando alcuni membri raccontano di quanto ricevono dagli ammalati che servono.
Ma l’impegno concreto della comunità è anche a favore dei progetti del Rns:
infatti, è uno dei gruppi che più cospicuamente concorre al progetto Moldova.
Dal locale al nazionale, cinque bellissimi giovani salgono sul palco, per
raccontare come il cammino giovani sia diventato sempre più incisivo in questi
anni, grazie alla stima e alla comunione che si è creata tra loro. Parlano del
pre-Sinodo, vissuto ad Assisi e poi a Roma con Papa Francesco e di come hanno
visto i giovani (affidati ad altri giovani) crescere dal punto di vista personale,
spirituale, relazionale. Toccante il momento in cui Raffaella, una di loro,
ringrazia le comunità del RnS: «Grazie
per tutte le volte in cui avete incoraggiato i giovani, li avete messi al
lavoro dandogli delle responsabilità, li avete usati per realizzare ciò per cui
il Signore li ha chiamati».
«Cosa chiedete a questa chiesa adulta?», chiede Amerigo. La
risposta di Raffaella è una perla: «Fiducia e radicalità».
Infine, il terzo ambito, quello del Servizio all’uomo. Questa volta il luogo di riferimento è un
carcere, ambito nel quale da sempre il RnS è impegnato. Enzo Lettieri,
coordinatore regionale del Molise, racconta del gruppo di Rinnovamento, nato
nel carcere di Larino, con i detenuti di alta sicurezza, un gruppo che oggi è
riconosciuto e ha anche il pastorale di servizio: «Doveva essere una missione
di tre mesi, siamo lì da quattro anni». Il frutto più bello di questa missione,
oggi diventata comunità, è Francesco, un detenuto che è fra noi con un permesso
speciale e che spiega la vita non facile di un gruppo dentro il carcere, la
formazione, la preghiera, il canto, i responsabili: « L’unica differenza con i
gruppi normali – dice – è che noi speriamo di non ricandidarci!». Il gruppo si
chiama “Pazzi di Dio” perché: «in un carcere non ti aspetti persone che alzano
le mani, che fanno accompagnamento, che incarnano il “porgi l’altra guancia”
invece della vendetta». Francesco conclude la sua testimonianza con una frase
lapidaria: «Ho dovuto scegliere se partecipare alla Conferenza e passare il
Natale in famiglia…». La scelta è ovvia
quanto interpellante.
Marcella Reni conclude raccontando di un detenuto oggi
libero, esponente della criminalità organizzata calabrese la cui giovane figlia
si getta dal balcone non sopportando di essere considerata associata a un
criminale. Dal senso di colpa di un padre all’incontro con Cristo che cambia la
vita, oggi quell’uomo vive la fede e sta toccando il cuore di altri criminali.
Infine, altri due Progetti nazionali: il primo è Auxilium, realizzato dalla Fondazione
Alleanza e interamente coperto dai fondi del 5 per mille. Alcuni collaboratori raccontano
che grazie al lavoro fatto con il Dipartimento dell’Amministrazione
penitenziaria, sono stati individuati tre livelli di disagio delle famiglie di
detenuti: un coniuge ristretto, bambini disabili in casa, un reddito al disotto della soglia di povertà. Con queste
tre caratteristiche, nel 2017 trentuno nuclei familiari sono stati aiutati ad
acquistare generi di prima necessità. Osserva opportunamente Amerigo: «Questo tipo
di aiuto non porta solo generi alimentari, ma è soprattutto un modo per togliere
manovalanza alla criminalità». Il secondo progetto è quello della Missione Moldova,
in uno dei Paesi più poveri al mondo. Qui il RnS è presente dal 2002 e oggi ci
sono tre gruppi di preghiera e tre progetti di carattere sociale: un centro di
riabilitazione neuropsichiatrico infantile, dove proprio nei giorni scorsi sono
stati consegnati una lampada per interventi, letti nuovi e un aspiratore; un
progetto socio educativo con un centro estivo per i ragazzi; il progetto di
adozione a distanza di una famiglia e di un sacerdote. Amerigo Vecchiarelli
conclude citando Papa Francesco nella sua Gaudete et exultate, quando ricorda
di non avere paura della santità, «che non toglie forze, vita e gioia» ma che
al contrario ci fa diventare ciò che Dio ha pensato per noi.
L’ultima parola è affidata al Presidente, Salvatore
Martinez, che non nasconde la sua emozione nel vedere l’opera di Dio nel
Rinnovamento. Una parola la dedica ai giovani, che dice essere «preparati, motivati,
perfettamente impiantati nella storia, con le giuste categorie spirituali, sociali,
culturali, già pronti, già al lavoro, una nuova generazione che ci da speranza».
Al Presidente, che osserva che tanto altro ci sarebbe da raccontare e che occorre
ringraziare Dio perché rende questa famiglia bella, santa, un dono per la Chiesa
e per il mondo, non resta altro che concludere dicendo: «Dio benedica il Rinnovamento».
Luciana Leone