Segreteria nazionale
via degli Olmi, 62
00172 Roma
tel 06 2310408
fax 06 2310409
mail rns@rns-italia.it
Homepage >> Eventi >> 42a Conferenza nazionale animatori Torna alla pagina precedente...
Figli nel Figlio per il dono dello Spirito 
Sintesi della relazione di don Angelo Passaro
42ª Conferenza nazionale animatori - Clicca per ingrandire...

«La legge dello Spirito dà vita in Cristo Gesù» (Rm 8, 2a). Muove da un passo della Lettera ai Romani don Angelo Passaro, professore di Sacra Scrittura alla Facoltà teologica di Palermo e direttore di “Rivista Biblica”, per commentare il tema della 42ͣ Conferenza nazionale animatori: «…E si prese cura di lui» (Lc 10, 34b). «La legge dello Spirito della vita – dice - ha liberato quelli che sono in Cristo Gesù. Perché l’uomo non deve più trovare il suo principio nel proprio io, dal momento che Gesù Cristo è diventato il nuovo principio nei suoi confronti. La fragilità dell’umano ci consegna alla nostra condizione di figli nel Figlio per il dono dello Spirito, capaci di chiamare Dio “Abbà” (cf Rm 8, 15), capaci di fare nostro il punto di vista del Figlio, che è il punto di vista dell’uomo “mezzo morto” di cui parla la parabola del Buon Samaritano. È lo Spirito la misura della nostra figliolanza. Lo Spirito di Cristo ci fa responsabili, ci abilita a scegliere la risposta che Gesù ha dato al Padre: “Si compia in me la tua volontà”». Commentando, tra l’altro, la parabola del Figliol prodigo (cf Lc 15, 11-32), don Passaro spiega come dalla figliolanza scaturisca la fraternità: «La consegna della propria condizione filiale – dice – apre alla fraternità. Non si può essere fratelli attenti gli uni agli altri senza la consapevolezza di essere figli nel Figlio per il dono dello Spirito». Una fraternità che «si apre a ogni uomo, chiunque egli sia». Di qui, il concetto di «responsabilità credente», che il Relatore sintetizza nel passo: “Abbiate in voi lo stesso sentire di Gesù, la sua stessa passione per Dio e per l’uomo” (cf Fil 2, 5)».

Vita nello Spirito e servizio santo: «Non c’è servizio santo – spiega - che non sia anche solidarietà con il mondo, perché nel servizio santo dei figli il mondo impara che c’è un’inquietudine che attende di risolversi nella speranza. Quella speranza certa che non delude. Camminare nello Spirito – continua - è decidersi continuamente e costantemente per una lotta senza compromessi o concessioni contro l’esistenza egoistica. Una vita “spirituale” per un servizio santo è un’esistenza nuova nella quale e dalla quale si è interpellati e illuminati in modo nuovo, come sta scritto: “se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove” (2Cor 5, 17). Bisogna abitare e vivere la comunità umana, cioè andare oltre gli spazi, peraltro importanti della nostra appartenenza, per interessarci, prenderci cura di quella creazione che attende la rivelazione dei figli di Dio (cf Rm 8). È un cambio di paradigma – conclude il Relatore - che ribalta i criteri che usualmente strutturano l’esistenza, anche quella credente ed ecclesiale. Dio, nel Figlio, si è compromesso in tutto, fuorché nel peccato, con la condizione umana. La kènosi (“svuotamento”) del Figlio testimonia questa nuova via che inaugura una vita sempre nuova, cristicamente segnata, santamente vissuta».

Lucia Romiti

(02.11.2018)