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I meeting baby, elementari, medie, adolescenti 
Convocazione nazionale 2018 - Meeting baby - Clicca per ingrandire...

I samaritani più piccini!
Il Meeting Baby (3-5 anni)

Come ogni anno, la Convocazione si declina in un linguaggio che cerca di raggiungere anche i bambini e i ragazzi di diverse fasce di età. Abbiamo allora rivolto a Federica Balliano, responsabile del Meeting Baby (che vede coinvolti i bambini dai 3 ai 5 anni), alcune domande per capire come questi piccolissimi si avvicinano per la prima volta al tema della Convocazione e della fede. E come sempre, le sorprese dello Spirito non si sono fatte attendere…

D. – Quanti sono i bambini iscritti quest’anno al Meeting Baby?

R. – Circa 90, in un’età compresa dai 3 ai 5 anni.

D. - Come è stato declinato il tema della Convocazione per i più piccoli? Come spiegare a un bambino di pochi anni chi è il Buon Samaritano?

R. – Abbiamo voluto ripensare la Parabola del buon Samaritano attraverso la figura di un uccellino, di nome “Ciripì” che, durante una passeggiata nel bosco, a causa di una tempesta, si scontra contro un ramo, cade e si ferisce. Allora Carismino, la goccia di Spirito Santo, suggerisce a un bambino, che casualmente stava passeggiando nel bosco, di soccorrere l’uccellino e di prendersi cura di lui! Così il bambino ha curato con amore le ferite del piccolo uccellino imparando cosa significhi “prendersi cura dell’altro”.

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D. – Come è stata spiegata, con un linguaggio a misura di bambino, l’importanza del mandato, della missione?

R. – L’identificazione nell’uccellino salvato era volta a comprendere come Gesù si prende cura di ognuno dei bambini, ma poi essi devono capire come prendersi cura degli altri. Ogni essere vivente è amico di Gesù e, in quanto tale, deve essere aiutato e amato. Si comincia dalle piccole cose: non fare i capricci, giocare con i bambini che sono più soli, aiutare le persone che sono in difficoltà, amare i propri genitori e i propri amici. E così che ha inizio la “missione”!

D. – C’è stato un momento in cui anche voi animatori vi siete emozionati, in cui siete stati sorpresi dai un gesto di un bambino o dalle sorprese dello Spirito?

R. – C’è stato un momento molto bello: noi insegniamo ai bambini che Carismino è la goccia dello Spirito Santo che viene tra di loro. Naturalmente non è semplice far capire loro Chi è lo Spirito Santo perché sono ancora piccoli ma una bambina ha fatto una testimonianza e ha detto: «Io ieri notte ho fatto un brutto sogno ma poi, sottovoce, ho chiamato Carismino e lui ha allontanato i brutti sogni. Questo, nel loro linguaggio, ha un valore infinito che può tradursi in una prima invocazione dello Spirito Santo che ha portato improvvisamente la serenità. È chiaro che la bimba non ha visto Carismino ma ha potuto vederne i frutti. I piccoli hanno capito che lo Spirito Santo viene in loro aiuto e li accompagna.

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D. – Cosa significa vivere la Convocazione non da partecipanti ma da volontari, come animatori del popolo più giovane di Dio?

R. – È bellissimo vivere la Convocazione, la preghiera, con questi bambini di 3-5 anni perché loro hanno una fede che noi adulti non abbiamo. Credono in una maniera che noi abbiamo dimenticato; la loro è una fede piena e completa, senza tutti quei freni che noi ci imponiamo crescendo. I bimbi vivono tutto a modo loro attraverso un percorso di formazione costituito da giochi e scenette, ma soprattutto attraverso la preghiera carismatica che per loro vuol dire fare dei canti, chiudere gli occhi, aprire le mani e dire «Vieni Spirito Santo».

D. – Ogni anno lavorate per mesi, alacremente, per la realizzazione dei Meeting, sul programma, i giochi e un segno finale da lasciare a tutti i bambini. Qual è l’oggetto che affiderete ai bambini in questa 41ª Convocazione nazionale?

R. – L’ultimo giorno i bimbi sugelleranno l’impegno a essere una missione, quindi a far parte della cerchia degli amici di Gesù, con la presenza di Carismino e a conferma di questo “patto” riceveranno una maglietta con un disegno di Gesù che tiene per mano dei bambini e la scritta “Gli amici di Gesù”. Sarà quindi una maglietta con cui ogni bambino si impegnerà a prendersi cura, da quel momento, degli altri. Proprio come un giovane e buon samaritano!

 

Guarda che ti riguarda
Meeting elementari

Le meraviglie dello Spirito non si sono fatte attendere neanche al Meeting dedicato ai bambini delle elementari, “giovani leve” già innamorate di Gesù. Quale atmosfera si è respirata e come si sono svolte le giornate per i circa 300 bambini delle elementari? Ce lo ha raccontato Eleonora Stazi, responsabile di quest’area.

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Quest'anno il tema della Convocazione, e quindi anche del nostro Meeting, è stato all'insegna della parabola del buon Samaritano, attraverso la quale siamo entrati nel cuore del messaggio di Gesù, cercando di renderlo comprensibile per i bambini attraverso giochi e momenti esperienziali.

Per la stesura del programma generalmente ci incontriamo come équipe: poiché veniamo da diverse regioni d'Italia, non è sempre semplice ma lo facciamo col cuore, per il servizio che facciamo ai bimbi.

Il programma è stato sviluppato in tre step: inizialmente nella parabola il viandante viene guardato dal buon Samaritano; poi il bravo uomo si prende cura di lui e alla fine il viandante va e fa lo stesso.

Questo percorso ha portato i bambini davanti al buon Samaritano, Gesù, per essere guardati da Lui. Abbiamo cercato di far capire loro quanto sono amati da Gesù, così come sono, fatti come un prodigio!

Durante l'adorazione, don Matteo è passato con il Santissimo Sacramento accanto a ogni bambino; è stato bellissimo vederli commossi, il silenzio era orante e pieno di Grazia... e il Signore ha colmato ogni bisogno d'amore.

Mentre siamo guardati e guariti da Gesù, Lui ci dona uno sguardo nuovo che ci permette di guardare con i suoi occhi le persone che abbiamo intorno, che spesso non "guardiamo" ma vediamo soltanto, senza percepire le loro richieste di aiuto. A volte passiamo oltre distratti da tante cose, o troppo impegnati nei nostri pensieri. Abbiamo cercato di sviscerare il tema del “bullismo”, purtroppo molto presente anche a questa età, e durante l’adorazione abbiamo chiesto perdono a Gesù per tutte le volte che abbiamo preso in giro qualche amico perché magari diverso da noi, o perché ha qualche difetto fisico. Abbiamo chiesto a Gesù di farci vedere il bello che è dentro ogni persona, senza fermarci all’apparenza delle cose, ma cercando la bellezza dentro ogni persona.

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Nei giorni trascorsi insieme abbiamo realizzato una drammatizzazione della parabola, rendendo più esperienziale il tema del "prendersi cura". Così, nella scenetta il viandante era un giardiniere che amava molto le sue piantine, le curava ogni giorno con amore, le innaffiava, le proteggeva tutti i giorni. I briganti si sono presi gioco di lui ferendolo e deridendolo e per gioco hanno anche ferito la sua piantina, che proprio quel giorno aveva messo i primi fiorellini. Durante la scenetta i bambini, sempre molto vivaci, erano attenti e partecipi, interagivano ed erano solidali con il giardiniere, desiderosi che qualcuno si prendesse cura di lui.

Alla fine della storia sappiamo bene che il buon Samaritano aiuta e cura il povero viandante; il nostro samaritano nella scenetta era un ottico con dei mega occhiali a forma di cuore, segno che il Signore gli aveva lasciato, così da poter vedere oltre le apparenze. Con amore si è preso cura del giardiniere ferito, ha aperto la sua valigetta e ha cominciato a curare le sue ferite. La parte più bella è stato l’abbraccio tra i due personaggi, che i bimbi hanno vissuto con molta emozione.

Molto apprezzati anche i giochi sul tema: percorsi a ostacoli, “cerca la famiglia”, e altri ancora.

Ma quello che ha avuto più successo è stata la staffetta con gli occhiali: i bimbi dovevano correre con indosso gli occhialoni e all’arrivo l’animatore disegnava con un colore sul loro volto degli occhiali a forma di cuore il più velocemente possibile, per poi tornare indietro e dare gli occhiali al compagno. Sono stati entusiasti! È stato bellissimo vederli alla fine del gioco tutti con gli occhiali disegnati sul volto!

Come segno per sottolineare l’importanza del “prendersi cura”, dopo la penitenziale i sacerdoti hanno dato a ogni bambino un sacchetto di semi da piantare al ritorno a casa, con sopra scritto “Prenditi cura di me”. In questo modo abbiamo dato la possibilità di mettere in pratica il concetto del prendersi cura, attendere con pazienza il frutto del lavoro svolto ogni giorno, che si avrà solo se abbiamo lavorato con amore. Bimbi vedrete, crescerà una piantina bellissima!

Alla fine del Meeting, invece, come ricordo della Convocazione abbiamo regalato gli occhialoni a forma di cuore.

I tanti disegni fatti dai bimbi – di cui alcuni molto significativi - ci testimoniano come il Signore abbia agito nei loro cuoricini: anche se molto piccoli, Gesù li ha guariti e li ha riempiti del suo amore!

Così tra la gioia di giorni indimenticabili e la tristezza dei saluti, è passato un altro Meeting, per noi del servizio di Evangelizzazione bimbi, sempre arricchente. I bambini sono i prediletti di Gesù ed è un privilegio servirli; vedere la gioia nei loro occhi è la ricompensa del duro lavoro svolto, ed è per noi una gioia vedere come il Signore li ama.

Eleonora Stazi

 

Con gli occhi dell’Amore
Meeting medie

Al Meeting medie è Maria Rita Grazioso, responsabile di questa area, che ci accoglie con un grande sorriso e… con gli “occhi a cuore”, pieni d’Amore. L’Amore che lei, come tutti gli altri animatori, ha cercato di raccontare a centinaia di ragazzi delle medie (10-13 anni) per introdurli attraverso il tema della Convocazione. Anche a Maria Rita abbiamo rivolto alcune domande…

D. – Il Meeting dei ragazzi delle medie viene vissuto in maniera più consapevole, piena… Quali sono i momenti che i ragazzi vivono più intensamente, in cui manifestano maggior coinvolgimento?

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R. – Paradossalmente verrebbe da pensare al gioco, invece il gioco è soltanto un momento di preparazione perché in realtà si tratta di segni mistagogici. Attraverso il gioco passa il messaggio che noi vogliamo lanciare, e questo poi prepara i ragazzi a vivere i momenti di preghiera e di penitenziale. Abbiamo vissuto momenti molto intensi come la penitenziale e l’adorazione, dove i ragazzi erano veramente partecipi e consapevoli di quello che stavano vivendo: il loro incontro personale con il Signore. Spesso, a causa della loro giovane età, sottovalutiamo il fatto che possano vivere con consapevolezza questi momenti; invece, sono arrivati molto preparati. Abbiamo presentato la confessione con la similitudine della locanda, presso la quale venivano accompagnati dal buon Samaritano che era il sacerdote che li accoglieva e si prendeva cura di loro.

D. – Il tema del Meeting è lo stesso della Convocazione. Proprio partendo dalla parabola del buon Samaritano, ci sono altri temi di attualità che sono emersi durante queste giornate? Come si risponde ad alcune difficoltà che vivono i giovani di oggi?

R. – Noi abbiamo “calcato la mano” su temi molto seri, oggi, come l’indifferenza che vivono i ragazzi perché distratti da mille cose: i social network, che comunque distolgono il loro sguardo dalle cose più importanti, da chi sta accanto a loro, magari nella difficoltà. I giovani di oggi comunicano con il mondo intero ma poi non parlano tra loro e non sono attenti a chi chiede loro aiuto: un compagno di banco, la loro famiglia. Ci sono altri temi devianti, come l’ideologia della bellezza, il seguire la moda, i modelli che vengono proposti loro ma che sono effimeri e non portano a nulla.

D. – Quale segno riceveranno a sigillo di queste quattro giornate di Meeting?

R. – Anche loro riceveranno dei grandi occhiali e una “moneta d’oro” con un rubino a forma di cuore al centro, durante la penitenziale. Sarà donata loro dai sacerdoti che rappresentano gli albergatori che li accolgono, in ricordo del prezzo che Gesù è disposto a pagare per dimostrare loro quanto li ama.

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D. – C’è stato un momento particolarmente toccante che vuoi raccontare?

R. – Sì, c’è stato un momento molto emozionante durante le confessioni. Quest’anno, tra di noi, c’è una ragazza musulmana che sta cominciando questa esperienza con il RnS, in parte anche con difficoltà perché non molto sostenuta dalla famiglia… Lei ha sentito forte la spinta e il desiderio di andare a confessarsi, anche con il timore di dire di non aver mai ricevuto il sacramento della riconciliazione. Ma io l’ho rassicurata e l’ho accompagnata da un sacerdote, spiegandogli la situazione. È stato un momento bellissimo e alla fine le lacrime di gioia scorrevano a fiumi. La stessa cosa è accaduta durante l’adorazione. Io le ho detto che se questo è un desiderio che sente forte nel cuore, deve chiederlo al Signore e lui l’accompagnerà in questo cammino, anche nell’accettazione di questa scelta da parte della sua famiglia.

D. - Come avete spiegato la figura del buon Samaritano ai ragazzi?

R. – Lo abbiamo fatto con un mimo, raccontando di un ragazzo dei giorni nostri che percorre la sua strada, anche lui intento nell’acquisto dell’ultimo modello di tablet, cellulare o iPhone! Poi, improvvisamente s’imbatte in alcuni briganti che gli rubano tutto e lo lasciano stramazzato a terra. Tante persone, con dei grossi occhiali da sole, passano accanto allo sventurato (una ragazza, presa solo dalla sua bellezza, passa oltre perché non vuole sporcarsi; un’altra si fa un selfie con il malcapitato ma non si preoccupa di soccorrerlo…) fino a che un ultimo personaggio, con gli occhiali a forma di cuore (gli “occhi dell’Amore”), vede il povero, si china e lo soccorre. Il percorso si concluderà l’ultimo giorno scoprendo che questo personaggio buono è Gesù, che dirà: «Come io ho fatto questo con voi, andate e fate lo stesso anche voi», e consegneremo a tutti gli occhiali a forma di cuore!

Daniela Di Domenico

 

Nuovi amici e nuove esperienze da vivere con Gesù
Le testimonianze dei bambini delle medie

Per me il Meeting è stata un’esperienza con emozioni molto forti, con momenti commoventi ma anche divertenti. Io ti ringrazio Gesù per l’amore che ci hai dato, perché tu pagheresti qualunque cifra per la nostra felicità. Semplicemente ti ringrazio per tutto. Giorgia

Sono già 3 anni che frequento il Meeting insieme alla mia seconda famiglia ovvero il gruppo “Freedom”. Tutti gli anni ci sono nuove esperienze e nuovi amici da conoscere. In questi giorni mi sono sentita benissimo, mi sono liberata di tutte le cose che pesavano sia durante la confessione che nell’adorazione. Volevo ringraziare tutti per questa bellissima esperienza, soprattutto vorrei ringraziare Gesù che ho sentito vicino a me in ogni momento passato qui, tra emozioni varie. Grazie! Dany

Ieri pomeriggio non c’ero, sono arrivato alla fine, però sentendo le testimonianze degli altri bambini sono riuscito a rivivere anche quel momento (avevo gli occhi lucidi). Secondo me, con il Meeting delle medie 2018, Gesù è riuscito a tirare fuori tante cose da ognuno di noi (paura, salvezza, felicità e soprattutto amore). Ti ringrazio Gesù e, anche se il prossimo anno forse non potrò venire al Meeting, potrò comunque rivivere quanto vissuto nel 2018. Emanuele

 

Sulle orme del Samaritano insieme… agli adolescenti
Meeting adolescenti

Tra le novità di quest’anno segnaliamo, per i Meeting rivolti ai ragazzi, un 4° settore dedicato agli “adolescenti” che ha visto la partecipazione di circa 30 ragazzi tra i 14 e i 16 anni. Stefano Sparro, referente delle attività per questa Convocazione, ci ha spiegato nel dettaglio com’è nata questa idea e di cosa si tratta.

Svolgo il servizio nel Meeting bambini e ragazzi dal Giubileo del 2000 e ho iniziato perché è così speciale servire i prediletti di Gesù che sono i bambini. E quello che i ragazzi delle medie sanno dare in termini di emozioni, di maturità e di testimonianza, ricambia con gli interessi il lavoro che gli animatori svolgono con tanta passione.

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In tutti questi anni, con i fratelli e le sorelle dell’équipe nazionale abbiamo potuto constatare che, finito il Meeting delle medie per “raggiunti limiti di età”, i ragazzi ritornavano a chiedere di essere ospitati, alla ricerca di “qualcosa” e non per semplice nostalgia dell’ambiente che hanno vissuto. Il nostro rammarico era quello di non poterli soddisfare, sia per motivi logistici che per l’insufficienza di animatori. Nel nostro cuore c’è sempre stato il desiderio di voler colmare questa lacuna e abbiamo pregato il Signore affinché accogliesse la nostra richiesta. Quindi, è un servizio che nasce per soddisfare un bisogno e un desiderio della comunità dei ragazzi e dei loro genitori.

Così, insieme a Enrica e Jole, due sorelle con le quali condivido da anni l’animazione nel Meeting, abbiamo pensato che l’approccio migliore sarebbe stato quello dell’ascolto: accogliere i ragazzi, ascoltarli per capire il più possibile le loro esigenze e poterli accompagnare verso Gesù. Visitando l’Adriatic Arena, abbiamo individuato un luogo dove poter stare “in disparte” nei momenti opportuni, valutando i programmi delle attività nella sala principale e quelli dei ragazzi delle medie. Abbiamo cercato di bilanciare i momenti così da permettere l’inserimento graduale alle attività con i grandi ma riservare dei momenti specifici in cui potessero aprirsi, confrontarsi, fare domande senza timori o vergogna.

Credo che siamo riusciti nel proposito: il sabato pomeriggio ci siamo ritrovati con un gruppetto di circa 30 ragazzi, un momento di presentazione (…dove abbiamo annotato il fatto che quasi tutti amassero la musica e il canto!) e poi la presentazione del nostro percorso ovvero sulle orme del Samaritano per capire come la Parola proposta per la Convocazione potesse essere ancora attuale ai nostri giorni. Hanno accolto la proposta di iniziare la giornata con la preghiera comunitaria con i grandi e la domenica siamo partiti. Dopo il momento in sala, siamo rientrati nella nostra “tana” e abbiamo approfondito la parabola del buon Samaritano attualizzandola con il parallelo ai nostri giorni. Nel pomeriggio abbiamo fatto un “workshop” di canto: in previsione dell’adorazione eucaristica del lunedì pomeriggio, abbiamo prima approfondito e chiarito alcuni aspetti dell’adorazione (“…perché mi annoio”, “è sempre la solita cosa”, ecc.) poi lasciato scegliere ai ragazzi dei canti che loro ritenessero opportuni per animare il momento. In questo modo abbiamo potuto fare esperienza di canto ma soprattutto di “canto pregato”, facendo sperimentare ai ragazzi la profonda differenza tra le due cose che è poi una delle peculiarità della nostra preghiera.

Nella condivisione molti di loro hanno detto di “aver cambiato idea” sull’adorazione eucaristica e il sorriso sui loro volti, ma ancor di più nei loro occhi, ne era la prova tangibile e il martedì, la preghiera in sala è diventato un appuntamento imprescindibile. Durante i saluti, qualche lacrimone ci stava tutto…, le foto di rito e l’appuntamento ad agosto a Roma.

Sono grato per la fiducia concessa dal Signore nonostante i miei limiti: l’ha manifestata attraverso i fratelli dell’équipe che mi hanno chiamato a questo servizio, attraverso Enrica e Jole le due sorelle che mi hanno sostenuto con la loro disponibilità, passione, allegria e… pazienza nel seguire i ragazzi. La cosa che porto nel cuore è la loro metamorfosi dal sabato pomeriggio al martedì mattina: dal vederli in sala il primo giorno con le mani basse o conserte e lo sguardo distratto, al vederli, l’ultimo giorno, lodare con le braccia aperte, le mani elevate al cielo (qualcuno addirittura invocava lo Spirito Santo sul vicino…) e un sorriso radioso. Questa è stata la testimonianza più bella che potessi ricevere! Grazie Signore!

Un grazie particolare va al CNS e al CN e ai fratelli e sorelle del servizio che ci hanno permesso di vivere la preghiera della mattina riservando i posti per i ragazzi… il Signore vi benedica!

Stefano Sparro

 

Gli adolescenti restano con… lo Spirito!
Alcune testimonianze dai ragazzi del Meeting adolescenti

Mi chiamo Anna Maria. È la terza volta che vengo alla Convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo ed è sempre più bello! Spero di esserci anche alle prossime Convocazioni.

Io sono Mattia, vengo dalla Sicilia, dalla provincia di Enna, esattamente da Pietraperzia. Ho 14 anni e ho partecipato per la prima volta al Meeting nella sezione adolescenti. Ero sicuro che sarebbe stata la solita giornata noiosa con momenti di adorazione, penitenziale, preghiera e… “bla, bla, bla”! Invece, non è stato così poiché i miei animatori Enrica e Stefano mi hanno fatto riscoprire il vero senso della preghiera e ho passato tre giorni magnifici.

Sono Angelo e vengo da Leonforte, Sicilia: è il quinto anno che vengo al Meeting dove con i miei coetanei impariamo sempre qualcosa in più su come migliorare il nostro rapporto con Dio. Quest’anno, in particolare, ci stiamo preparando a partecipare, per il futuro, ai gruppi del Rinnovamento come gli adulti. Ci siamo anche confrontati e abbiamo discusso del nostro rapporto con Dio… Consiglio il Meeting a tutti i ragazzi!

Ciao, sono Angelica, ho 16 anni e vengo da Treviso, Veneto. Frequento il RnS da circa 4 anni; prima di Pesaro ho preso parte a Rimini 2017 e a “Estatevangelizzando” a Latina. In questi anni ho avuto molti alti e bassi e, a un certo punto, ho deciso di mollare. Successivamente, mi sono anche impegnata nel servizio del coro parrocchiale ma poi non ci sono più andata. Dopo ho iniziato a frequentare il gruppo giovani e da lì mi è venuta la voglia di partecipare anche alla Convocazione nazionale 2018 a Pesaro. Nel viaggio verso Pesaro stavo mettendo in dubbio la mia voglia di partecipare ma ormai non potevo più tirarmi indietro. Dopo questi quattro giorni a Pesaro, posso dire di aver fatto bene a partecipare, soprattutto dopo aver fatto parte del fantastico Meeting adolescenti. Infatti, ho riscoperto una gioia che avevo perso, ho sentito un’emozione intensa, soprattutto durante i momenti iniziali di preghiera e dopo l’adorazione. Ora cercherò di mantenere questa gioia e testimoniarla a tutti. 

(01.05.2018)