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Un popolo grato, un popolo unito con vincoli d’amore 
Preghiera comunitaria carismatica
Convocazione nazionale 2018 - Clicca per ingrandire...

Dio è come quel bambino che gioca a nascondino: se non viene cercato si rattrista”; con queste parole inizia l’ultima mattina della 41ª Conferenza Nazionale del Rinnovamento.

La preghiera carismatica si apre con la lode e il rendimento di grazie per le meraviglie che il Signore ha compiuto; «Che cosa renderò al Signore per quello che mi ha dato?» (Sal 15, 12), il popolo si unisce al Salmista nell’inno di ringraziamento per tutti i doni e i prodigi che il Signore ha compiuto in mezzo a lui in questi giorni.

L’assemblea innalza canti di benedizione per il Dio che elargisce salvezza e amore e riconosce che Gesù è il Signore, colui che vince ogni resistenza e che ha operato ancora questa mattina, nella lode, abbattendo le ultime barriere.

“Benedetto sei Signore”, è il grido che si innalza, che apre il cuore e che permette al Dio di vincere ancora una volta; è la benedizione che il popolo, con fede, innalza forte al cielo e che esplode in un potente canto in lingue a cui si uniscono tutte le schiere celesti, i santi, i martiri e che fa aprire il cielo dal quale scende la benedizione. A conferma c’è la parola: «Verrò presto. Tieni saldo quello che hai, perché nessuno ti tolga la corona. Il vincitore lo porrò come una colonna nel tempio del mio Dio e non ne uscirà mai più. Inciderò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che discende dal cielo, da presso il mio Dio, insieme con il mio nome nuovo» (Ap 3, 11-12).

È questa la nuova Gerusalemme, il popolo di Dio che, con le mani alzate, aspetta la venuta del Signore e invoca lo Spirito Santo affinché possa aprire i suoi occhi e il suo cuore al mistero di Dio che, ancora una volta, si manifesta in mezzo al suo popolo e lo riempie di grazie e benedizione.

Questa invocazione non si ferma solo all’interno dell’assemblea, lo Spirito viene invocato anche per la città di Pesaro e per tutta la terra: il popolo alza le sue braccia per abbracciare il mondo e intercede per lui affinché lo Spirito invada il tempo e la storia; è un nuova Pentecoste che si compie all’Adriatica Arena e porta con sé un mandato: “Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, come testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per forza ma volentieri secondo Dio; non per vile interesse, ma di buon animo; non spadroneggiando sulle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. E quando apparirà il Pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce… E il Dio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, egli stesso vi ristabilirà, dopo una breve sofferenza vi confermerà e vi renderà forti e saldi. A lui la potenza nei secoli. Amen!” (1 Pt 5, 1-11).

È questo il mandato che il Signore dà al suo popolo al termine della preghiera: essere custodi gli uni degli altri, amare e accogliere tutti i fratelli e vivere nell’unità accettando la diversità di ognuno.

“Stringici insieme con nodi d’amore” è la preghiera conclusiva che il popolo, unito per mano, innalza al cielo, è la preghiera di chi s’impegna per l’unità, nella responsabilità di custodirsi reciprocamente come fratelli nel nome del Signore. Alleluia!

Sara D’Urzo

(01.05.2018)