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Le meraviglie “testate” dello Spirito: da una giovane… ai giovani 
La testimonianza di Giusy, venticinquenne del gruppo “Magnificat” di Aversa (NA)
Convocazione nazionale 2018 - Clicca per ingrandire...

Come tanti bambini e ragazzi, Giusy ha conosciuto Gesù superficialmente fino ad allontanarsene, per immergersi poi, totalmente, nelle cose del mondo. «Nel 2014 dopo un lutto in famiglia - racconta Giusy -, io e mia sorella iniziammo il cammino di cresimandi per avere delle risposte da quel Dio di cui tanto avevamo sentito parlare. Dal sacramento ricevuto è cresciuta sempre più la voglia di sentire l’amore di Dio, così dopo la partecipazione al ritiro regionale del RnS è iniziato il mio cammino e nel maggio 2015 ho ricevuto la Preghiera di effusione. Oggi la grazia che ho ricevuto e continuo a ricevere, è per me fonte di gioia da testimoniare ogni giorno».

«Uno dei luoghi in cui testimonio la gioia di Cristo – continua nella sua testimonianza - è quello del mio lavoro; sono una docente e insegno al 5° anno in un istituto tecnico a Cava de Tirreni. Tramite Giustino, referente giovani della Regione Campania, sono venuta a conoscenza del “Test del Sinodo dei giovani” che la Chiesa ha proposto a tutti i ragazzi. Da subito con gioia ho accolto la proposta di esporre nella mia classe il test del Sinodo. Quando ho chiesto ai miei ragazzi di compilare nella libertà questo test, la loro prima domanda è stata: di cosa si tratta? E soprattutto ci sarà una valutazione? Spiegare il perché di questo test è stato un po’ difficile, perché i ragazzi al solo sentir parlare di “Chiesa” distolgono l’attenzione. A quel punto ho temuto che il tutto sarebbe diventato inutile. Così nella massima semplicità ho risposto ai mei alunni che Papa Francesco è interessato al parere di ogni singolo giovane. Quando i ragazzi sono venuti a conoscenza delle motivazioni del test lo hanno svolto con entusiasmo, la consegna è stata in anonimato.

A un certo punto, presa dalla curiosità, ho iniziato a leggere le risposte dei vari test anonimi.

Uno dei ragazzi incuriosito da questo mio atteggiamento e anche perché il test lo aveva interrogato, si è avvicinato mostrandomi le sue risposte e chiedendomi se potevamo parlarne perché alcune domande non gli erano chiare. Altri ragazzi, vedendo questo, si sono alzati piano piano e hanno iniziato a cercare i loro test per unirsi a noi. A quel punto ogni test aveva nome e cognome.

Abbiamo trascorso più di un’ora a condividere nel rispetto reciproco le loro difficoltà in amore, amicizia, scuola, futuro e il loro rapporto con Gesù. Grazie a questo semplice Test sinodale, ho conosciuto ogni storia, con le preoccupazioni e le ansie adolescenziali.

Questo test ha permesso ai ragazzi di mostrarsi come sono senza il timore di essere giudicati; addirittura alcuni ragazzi hanno riflettuto sulla necessità di prendere decisioni importanti. Alla fine della condivisione tutti insieme hanno chiesto: Prof, quando ci sarà il prossimo test? A quella domanda ho capito quanto sia importante ascoltarli, senza nessuna valutazione. Il giorno dopo a scuola veniva celebrata la Santa Messa. Alcuni di loro erano lì ad ascoltarla. Alleluia!».

Antonella Di Coste

(29.04.2018)