Una parabola notissima, quella del Buon Samaritano, posta
come centro tematico della Convocazione nazionale del RnS, ispira anche il
segno di apertura dell’incontro.
Sul palco l’immagine tenera di un nonno e due nipotini, di
fronte a un telegiornale le cui notizie scuotono persino i bimbi, presi dai
loro giochi.
È la realtà di oggi,
quella che viviamo guardando alle storie di violenza e di oppressione, di
guerra e d’indifferenza, di sopraffazione e di povertà che ci restituiscono le
televisioni, i giornali, i social.
Sono molti i viandanti che sul cammino della loro vita hanno
la sfortuna di incontrare i briganti di oggi. Ma sono molti anche coloro che
non passano oltre, per indifferenza, pigrizia, comodità, paura.
Attraverso la danza, la musica, i gesti, il video, sul palco
di Pesaro si raccontano i mille volti della solidarietà, i tanti modi
attraverso i quali i Samaritani di oggi si fanno compagni di chi si imbatte in
una brutta avventura, quale essa
sia.
A questo richiama la Parola di Dio che, al termine del
segno, viene solennemente intronizzata sul palco: ad essere interpreti della
carità, a rielaborare una grammatica dell’amore e della prossimità, ormai
ineludibile.
Riconoscere chi ci è prossimo ma, prima ancora, farci
prossimi, in una ecologia dell’umano, come ricorda papa Francesco, in cui la
cura dell’altro sia veramente una priorità.
Luciana Leone