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Missionarietà e servizio all'uomo 
Sintesi della relazione finale di Salvatore Martinez
41ª Conferenza nazionale animatori - Clicca per ingrandire...

«Non solo sarai dissetato, ma fiumi d'acqua ti invaderanno, ti travolgeranno, da te strariperanno sulla Chiesa e sul mondo». Citando don Serafino Falvo, pioniere del Rinnovamento in Italia, Salvatore Martinez esprime la forza della dimensione profetica del Rinnovamento e invita a nutrire una fiducia assoluta nell'azione dello Spirito: «Da cinquant'anni - esordisce nella sua relazione finale - non ci stanchiamo di preparare la venuta del Signore. Una venuta che abbiamo il dovere di testimoniare in ogni ambito della società».

«Battesimo nello Spirito Santo, lode, servizio all'uomo. Le tre cose sono indissolubilmente unite... non verremo giudicati per la nostra lode ma per quanto abbiamo fatto per Gesù». "Missionarietà carismatica e servizio all'uomo". Questo il tema di una relazione in cui il Presidente RnS - riprendendo le parole di Papa Francesco il 3 giugno scorso, durante il Giubileo d'oro del Rinnovamento carismatico cattolico - ripercorre le tre caratteristiche identitarie del RnS, tutte profondamente legate all'essere comunità, fraternità carismatiche e missionarie.

Martinez ricorda le parole del cardinale Suenens sul Rinnovamento nascente, nel 1973: «Io ho preso molto sul serio quello che nel Rinnovamento carismatico viene chiamato "battesimo nello Spirito". L'ho chiesto per me stesso. E ritengo che sia precisamente qui, nel cuore del Rinnovamento, che si trovi un importante contributo al rinnovamento della Chiesa».

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Dall'effusione dello Spirito, che oggi Papa Francesco chiede al RnS di "portare" ovunque, il dono dei carismi, che «ti mettono al lavoro, ti rendono responsabile, realizzano il piano di Dio. Possiamo comprendere il Rinnovamento - continua Martinez commentando il capitolo 2 della Prima lettera ai Corinzi - solo mediante lo Spirito, che è Spirito di conoscenza e di sapienza, Spirito rivelatore e realizzatore». Un mistero grande, inesauribile, che «si attua esclusivamente dentro dinamiche di amore e di comunione. Gesù ha amato oltre ogni limite, e questo amore soprannaturale che manca al mondo, nel RnS deve essere accolto, ricevuto, espresso, donato, moltiplicato. Altrimenti faremo prevalere la legge sulla grazia, la natura umana su quella divina. La legge chiede un'obbedienza esteriore, la grazia una rispondenza interiore; la legge fissa i gesti, la grazia li moltiplica. Se questo non ci è chiaro - ammonisce - tutta la spiritualità carismatica verrà mortificata».

Martinez prosegue l'intervento soffermandosi sul senso integrale della parola "lode", seconda caratteristica messa in evidenza da Papa Francesco: «Lodare - spiega - non è solo un modo di esultare nella gioia, ma è l'esperienza di Gesù vivo. La lode è un sacrificio, un'offerta, è la proclamazione dalla Parola sulle labbra. Loda chi ama la vita e vuole compromettersi nelle maglie della storia. Per il fatto che noi siamo il popolo della lode, siamo anche "sociali", "politici", "economici", agiamo "naturalmente" in queste dimensioni».

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Per diffondere «il respiro della Pentecoste» è però necessario rafforzare la comunione fraterna generata dall'Effusione. Martinez ricorda le definizioni di alcuni teologi padri del Rinnovamento. Tra queste, quella di Salvatore Cultrera, attualissima, pur se risalente al 1977: «"Siamo di fatto comunità ecclesiali perché uniti da uno stesso principio di vita soprannaturale; perché uniti dagli stessi vincoli di preghiera e di amore; perché tendiamo allo stesso fine "prossimo" (testimoniare Cristo, mossi dai carismi dello Spirito) e "ultimo": costruire il regno di Dio". Non è uno statuto - riprende Martinez -, non sono le circolari a renderci una comunità. Gli Organi pastorali non determineranno mai la comunione all'interno del Rinnovamento, la possono solo servire. La comunione è qualcosa che nasce nell'incontro, dal dono dell'Effusione e dall'essere accomunati dal medesimo destino. Tutte le volte che siamo difettosi di questa fraternità noi spogliamo il nostro cammino della sua originalità. Negli Atti degli apostoli - continua Martinez - la comunità era il luogo in cui ci si voleva bene, ci si amava, ci si sosteneva, ci si stimava; i miracoli e i segni avvenivano fuori dal cenacolo. L'anemia carismatica di molti gruppi e comunità si risolve oggi rafforzando la vita comunitaria. Abbiamo troppi animatori e poche comunità - dice con forza -. Dobbiamo imparare a stare in una "dipendenza" di amore».

Martinez richiama dunque responsabili e animatori a coltivare la via carismatica, che è la via dell'amore, a vivere il Rinnovamento "nella carne", in relazioni fraterne vere, autentiche, non virtuali, non digitali; a dedicarsi innanzitutto ora - dopo aver dato molto spazio alle dimensioni kerigmatico-carismatico e pastorale - a quella della comunione, vissuta nella carità di Dio. E il metodo è suggerito da Papa Francesco; è il servizio all'uomo: «Quando cominci a servire - spiega Martinez - tutto si risolve; non si discute più sui mezzi e sui modi, ma si agisce. C'è oggi una pedagogia della catastrofe di cui si parla continuamente, ma c'è anche uno spazio di parola e di ascolto che dobbiamo occupare, dando un pensiero, una cultura, una testimonianza, generando alla vita». Il Presidente accenna ad alcuni progetti in cui il RnS si sta impegnando per rispondere alla chiamata di Papa Francesco. Progetti, come quelli relativi alle carceri, al mondo dei giovani e alla individuazione di Lourdes come capitale europea della famiglia, in cui il lavoro del «Rinnovamento, che è volto di una Chiesa inferma ma di una bellezza ineguagliabile, è duplice: costruire e custodire».

Lucia Romiti 

(10.12.2017)