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Quanta memoria abbiamo? 
La Messa per i volontari del Servizio presieduta da don Guido Maria Pietrogrande
41ª Conferenza nazionale animatori - Clicca per ingrandire...

Nel giorno che precede l’inizio della Conferenza, tutti i volontari del Servizio si sono dati appuntamento nella Cappellina allestita all’interno del Palacongressi di Rimini, per la consueta Celebrazione. Un momento di preghiera e comunione in preparazione alle giornate che caratterizzeranno la 41ª Conferenza animatori.

L’omelia, presieduta da don Guido Pietrogrande, consigliere spirituale nazionale, si è aperta con un richiamo alla memoria di San Nicola, santo del giorno: «Un santo che ci ricollega con i nostri fratelli ortodossi – ha detto don Guido –; c’è molta vicinanza, infatti, grazie a san Nicola, tra le nostre due confessioni cristiane: quella cattolica e quella ortodossa. E penso che sarà l’ecumenismo dei martiri e dei santi che ci unirà».

Al centro dell’omelia, la moltiplicazione dei pani e dei pesci da parte di Gesù; stupisce, sottolinea don Guido, come i discepoli e gli apostoli si siano dimenticati, in poco tempo, del miracolo compiuto da Gesù (cf Marco 6, 30-44), il quale aveva sfamato la moltitudine che lo aveva seguito con 12 ceste di pane e pesci. Matteo, invece, nel suo Vangelo, parla di 7 ceste di cibo. Anche noi, come i discepoli, abbiamo memoria labile nel ricordare tutte le volte in cui il Signore è venuto in nostro aiuto: «Dimentichiamo – dice don Guido - che il Signore, puntualmente, quando ci provoca nella fede non lo fa per rimproverarci della nostra poca memoria, ma perché desidera che partiamo dal piccolo granello di senape che è la fede e che impariamo a fidarci di Lui». Questo atteggiamento ci fa comprendere che le cose accadute sono garanzia di quelle che verranno: «Facendo memoria di ciò che Dio ha già fatto, noi possiamo trovare nel presente la fedeltà di Dio». E nella Celebrazione eucaristica “facciamo memoria” di Cristo che si è completamente donato a noi nell’Ultima cena e sul Calvario.

Il Consigliere nazionale ha poi ringraziato tutti i volontari per il servizio che si apprestano a svolgere a favore dei fratelli che giungeranno da tutta l’Italia. L’augurio è stato quello di avviare ognuno il proprio compito con la consapevolezza che Dio farà la sua parte: «Ricordiamoci che il Signore ha già preparato una festa, un succulento banchetto che noi dobbiamo solo servire… E non dimentichiamo che Dio non manda i suoi discepoli a servire senza fornire loro gli strumenti per farlo». Infine, don Guido ha esortato i volontari a servire con “prontezza”, che non vuol dire solo puntualità e tempestività, ma prontezza interiore, una predisposizione del cuore che porta “a essere proprio lì dove devo essere”, dove sento che il Signore vuole che io sia.

 

I volontari del RnS: un dono di Dio che si rinnova
Il saluto di Mario Landi, coordinatore nazionale RnS

Dopo l’omelia, il coordinatore nazionale Mario Landi ha rivolto un saluto di benvenuto e un ringraziamento ai volontari. «Fare Eucaristia significa che Dio è davvero presente qui con noi e per questo dobbiamo rendere grazie», ha detto il Coordinatore nazionale, sottolineando l’importanza di questa prima Celebrazione. A nome del Comitato nazionale ha poi ringraziato ciascun presente per la vocazione, per l’esigenza che ha sentito di donare una parte della propria vita a Gesù e al servizio dei fratelli del RnS. Intorno a Gesù si raduna sempre tanta gente, ha continuato Landi, collaboratori privilegiati di cui Gesù ha “compassione”. Allo stesso modo, ciascun volontario deve provare “compassione” per i fratelli che arriveranno, deve avere la sensibilità di comprenderne le esigenze. «La presenza di ogni volontario non sarà soltanto una risposta alle necessità organizzative ma diventerà un segno, un dono, la capacità stessa di raggiungere il cuore dei fratelli e delle sorelle».

E non si può dimenticare che non c’è servizio senza discepolato: il servizio è pieno, compiuto, solo quando si costruisce insieme. Allora ai nuovi volontari il Coordinatore nazionale ha chiesto di avere la pazienza di imparare dai più anziani; agli anziani invece, ha rivolto la preghiera di non scoraggiare i nuovi.

Daniela Di Domenico

(07.12.2017)