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La Terra Santa… un incontro, una chiamata… una Presenza… 
“Appunti” di un viaggiatore in Terra Santa
Terra Santa 2017 - Clicca per ingrandire...

Un Vento ti spinge verso la Terra Santa… Non è una spiaggia caraibica, non è un hotel. Niente da fotografare con ingordigia di tramonti; niente da immortalare con selfie scattati come una raffica di fucile… Niente di tutto questo…

Non aspettative di un mare cristallino, di un aperitivo in piscina… Niente di tutto questo. Un impulso irrefrenabile che viene da dentro. Cosa cerchi? Dove vai? Lui… la Terra che i suoi piedi hanno calpestato.

Hai paura? No, dal cuore no. Ma adesso è sicuro? Non importa, vado, devo. Ne ho bisogno. Ma cosa cerchi? Io non lo so, ma sento che devo andare. Ho come una corda nel cuore che mi tira, mi trascina, mi attrae. Devo! Voglio! Vado perché è l’unica volta in cui “il devo” si fonde con “lo voglio”. Tutti diciamo spesso “faccio ciò che voglio e sono libero”; beh, adesso dico: “sono libero perché aderisco a un ‘devo’ che nasce da dentro”.

Tutti insieme ci ritroviamo all’aeroporto; con alcuni ci conosciamo, con altri siamo sconosciuti, ma lo siamo davvero? Sembra di vedere il popolo di Dio in cammino. Tutti verso qualcosa o Qualcuno. Tutti con un desiderio nel cuore. Tutti con le proprie ferite, con il medesimo sguardo. Non si ode: ”Speriamo che non piova!” oppure… “speriamo di mangiare bene” o ”speriamo bene altrimenti ho speso soldi inutilmente”. Si ode invece un grido unanime che nasce dal cuore e si stampa negli occhi di ciascuno: Gesù… Gesù… Gesù…!

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Voliamo. Il cielo sopra le nuvole sembra un anticipo di Paradiso. Siamo vicini a Tel Aviv e la domanda che nasce dentro si immagina che sia quella degli apostoli quando si coricavano la sera: “Chissà cosa ci aspetta domani con Lui… Sarà meraviglioso perché saremo con Lui”.

L’arrivo a Tel Aviv

Descrivere le giornate e i posti visti è sicuramente riduttivo. Tuttavia sento il desiderio di raccontare il mio cuore. In aeroporto il benvenuto è di Paolo Zunino, Carlo Vaccarini e Agostino Cossu con la chitarra sulle spalle che ci accolgono e ci spiegano i dettagli. Un piccolo disguido con una valigia, Carlo aiuta una sorella mentre Paolo continua ad accogliere: siamo già famiglia. Paolo e Carlo saranno una presenza costante, un accompagnamento. Agostino rende meraviglioso pregare cantando… Ho osservato le sue mani quando si muovono sulla chitarra: lui chiude gli occhi un attimo prima di iniziare a suonare; volge la testa verso l’Alto come se si perdesse in preghiera e poi… le mani volano. Sembra un concerto: mille strumenti non sortirebbero lo stesso effetto. In preghiera lui diventa una cosa sola con la chitarra; l’armonia che ne esce è perfetta e si adatta a ogni necessità dei cuori: canti di lode, di guarigione, di liberazione; diventiamo un coro unico e sembra che musica e voci salgano verso il Cielo.

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Le nostre guide (don Guido Maria Pietrogrande, p. Giovanni Alberti, don Patrizio Di Pinto, don Fulvio Bresciani, don Vincenzo Apicelli) si prendono cura di noi, sono Padri. Hanno la capacità di rendere attuale ciò che accadde 2000 anni fa. Ci accompagnano fondendo storia a cuore e ogni parabola, ogni episodio del Vangelo, ogni angolo di Terra Santa dove accadde qualcosa, parla anche di me, della mia vita, di chi sono io. Ieri è oggi, un eterno presente, il tempo di Dio. Salvatore, non si risparmia mai, e mai nega un sorriso anche quando la stanchezza dei continui impegni lo assale. Gli impegni suoi sono tanti e fondamentali non solo per il Rinnovamento ma per tutti. A Salvatore viene chiesto molto da “Lui”, ma quando lo si incontra sembra che continuamente lui dica il suo “sì”; quando ci parla si illumina, gli occhi gli brillano, la sua voce tuona, le sue parole scendono dentro di noi come fuoco. Prima di rivolgere la parola a un fratello o una sorella lui sorride con gli occhi, ma di più, lui accoglie. Grazie Dio per averci dato Salvatore: guidaci uomo di Dio, prenditi cura di noi.

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La sua voce, la sua veste, il suo volto ovunque

Durante le Messe sembra di avere Gesù con noi, non solo sull’altare, ma Lui è ovunque tu ti giri. Sembra di vederlo nella sua tunica di lino bianco, a braccia aperte, e sembra dire: “Vieni tra le mie braccia”. Sembra di udire “Io sono la via, la verità, la vita” (Gv 14, 16). Lui è una presenza. Io allora non chiedo, non ho pretese: spalancami le Tue braccia che mi ci getto, solo sul Tuo cuore il mio cuore stanco trova riposo, e batte, batte. Vivo, io finalmente vivo.

Nel deserto tutto tace… La Sua presenza fende gli occhi del cuore. Don Fulvio prega in lingue e don Guido traduce “cercate me”; mentre lo pronuncia sembra che l’uomo, la natura, il Creato si fermino per un istante, sembra che la sua voce si spanda su tutto ciò che ci circonda.

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“Amore”, la Parola che accompagna

Adesso scendiamo dal Tabor, rientriamo a casa, ma Tu sei la mia perla preziosa. In Terra Santa Gesù è presenza, si respira amore. Amore è la parola che accompagna e resta nel cuore. Investiti dall’ amore di Colui che ha trovato il modo di dirmi: ti dono mio Figlio per farti capire quanto ti amo, ”ascoltatelo”. In Terra Santa la parola “ascoltatelo” non assume un tono di minaccia, non è la promessa di una punizione se mi smarrisco, tutto cambia, assume il tono di un Vento delicato, la brezza dello Spirito, e al tempo stesso assume il tono di un amore infuocato. Sì mio Signore, non ho paura, perché io mi sento la tua perla preziosa.

Atterriamo a Roma, salutiamo i nostri “Padri”, tra cui don Patrizio che continuiamo a guardare mentre si incammina verso l’uscita. Viene spontaneo dire: «Resta con noi Signore che si fa sera…» (cf Lc 24, 29). Se provassi a descrivere come un diario la Terra Santa, sarebbe una cronaca; se descrivessi le sensazioni, sarebbe riduttivo. Io non ci riesco, e allora lo dico in lingue… la Terra Santa è…

Edoardo Benedetti

 

 

(09.08.2017)