Il
libro. Martinez (RnS): oggi la «vera crisi è spirituale»
Si può
essere realisti senza sprofondare nel pessimismo? Si può osservare la realtà,
tutta la realtà – società, politica, economia, famiglia... – con occhio
disincantato ma coltivando ragionevole speranza? Si può parlare di «crisi»
senza nulla nascondere, ma interpretandola come occasione, possibilità, chance?
Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito, ci riesce con
encomiabile disinvoltura nel suo libro Rimane con voi e sarà in voi (Edizioni
RnS, pagine 231, euro 17,50), con un sottotitolo che ne è sintesi
felice: «La vera crisi è spirituale ma lo Spirito Santo non è in crisi».
La
crisi che ci attanaglia, intristisce e a volte paralizza, scrive
Martinez (ed è in buona compagnia), è antropologica, morale,
culturale, sociale, politica, economica. Ma la radice (e qui si
trova tra pochi intimi) è una sola: spirituale. Ma questa crisi,
spiega subito Martinez, è «uno spazio benefico».
La sua
visione evangelica, di sano affidamento allo Spirito, è
diametralmente opposta a quella dei profeti di sventura, dei
catastrofisti e delle malelingue, anche dentro la Chiesa. È la
visione di chi l’azione dello Spirito la chiama, la invoca, la
prega e la sperimenta, in 40 anni di Rinnovamento, di cui 20 da
presidente. Il volume riprende alcuni interventi pubblicati da Martinez negli
ultimi sei anni. Una sintesi, forse, può essere vista in questo brano tratto
da Evangelii gaudium 279: «Lo Spirito Santo opera come vuole, quando
vuole e dove vuole; noi ci spendiamo con decisione ma senza
pretendere di vedere risultati appariscenti. Sappiamo soltanto
che il dono di noi stessi è necessario».
Il
dono di se stessi, sottolinea Martinez, è necessario per «una nuova
generazione di cristiani chiamata a contribuire all’edificazione
di un mondo nuovo, ora, adesso. È l’ora dello Spirito: la storia non può
attendere!». È questione di «cuore, ragione, volontà». Da «allargare» e
«far dialogare tra loro», tutti e tre assieme, per dare «forma, senso
intelligenza, affetto, dinamismo al Vangelo». Tutto raccoglie e comprende e
nulla esclude il Martinez della vigilia del Grande Giubileo. Mai accenna alle
polemiche che assai poco fanno crescere e molto avvelenano il clima
ecclesiale, ma le ha ben presenti, ad esempio quando traccia un filo d’oro che
unisce Giovanni Paolo II e Francesco attorno alla parola misericordia,
dall’enciclica Dives in Misericordia del 1980, fino alla bolla
d’indizione dell’Anno Santo Misericordiae Vultus e alla lettera
apostolica Misericordia et Misera.
Quello
di Martinez è un RnS grato a tutti recenti pontefici: «Con il beato Paolo VI
abbiamo imparato ad amare la Chiesa e a farla amare. Con san Giovanni Paolo II
a passare la soglia della speranza creatrice. Con Benedetto XVI a
passare la porta della fede operante e operosa. Con Francesco a entrare
nell’abisso dell’amore misericordioso». Appellarsi allo Spirito, comunque, non
significa perdere in concretezza. Anzi. Martinez lo dimostra più volte,
"dettando" perfino pratiche "istruzioni" per non rattristare
lo Spirito, o il "decalogo della misericordia". Non mancano le
chicche, come un’inedita preghiera di don Luigi Sturzo, scritta negli anni
dell’esilio negli Usa, che forse solo un altro siciliano, come Martinez,
poteva recuperare: «Dacci lo Spirito di Preghiera e di lagrime, perché il
tuo Amore sia fecondato».
Umberto
Folena
Clicca qui per ulteriori informazioni...