«L'amore che regna nella Trinità suscita la divina
energia: lo Spirito Santo. Voi tutti siete qui perché a un certo momento della
vostra vita avete ricevuto la grazia immensa di rivivere il vostro battesimo.
Attraverso lo Spirito Santo, Cristo è stato riacceso in voi». Il cardinale Kevin
Joseph Farrell, prefetto del nuovo Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita,
presiede al Circo Massimo la Celebrazione eucaristica che chiude la giornata
del 2 giugno del Giubileo d'oro del Rinnovamento Carismatico Cattolico e che è animata dal Servizio nazionale della Musica e
Canto del RnS coordinata da Mario Landi.
Commentando le letture del giorno, il Cardinale
ricorda che nell'intensa preghiera che Gesù fa al Padre prima di affrontare la
sua Passione (cf Gv 17, 20-26), non ci sono solo i discepoli, ma c'è ognuno dei
presenti oggi. Quella preghiera - continua il Cardinale - «ci rende chiaro che
l'unità di cui parla Gesù non è ottenuta grazie ai nostri sforzi, a una mediazione umana, ma
ha un'origine divina, soprannaturale. È Gesù in noi che ci dà lo stesso modo di
percepire, di amare, che ci rende una famiglia vera. "Che l'amore che tu
hai per me possa essere in loro" (cf Gv 17, 26), prega il Figlio. Egli può
essere presente in noi solo se l'amore del Padre è dato a noi».
E proprio all'unità il cardinale Farrell richiama il
Rinnovamento Carismatico: «Lo Spirito sempre crea unità, novità di vita,
santità. Celebrando questo speciale Giubileo dobbiamo chiedere perdono per
tutte le nostre "cadute", per i giudizi, per le divisioni create. Che
lo Spirito Santo effonda la fiamma della carità divina nuovamente in noi perché
tutti i nostri peccati vengano "bruciati"!».
Il Cardinale invita poi a riflettere sulla vocazione
personale, ricevuta nel "mondo", come padri, madri, studenti,
lavoratori, e su quella più comunitaria, all'interno del Rinnovamento; sottolinea
la maturità ecclesiale del Rinnovamento stesso, che definisce «uno dei più bei
frutti ispirati dallo Spirito nella Chiesa dopo il Concilio vaticano II. Questa
esperienza - continua - è geneticamente ecclesiale. Voi siete nella preghiera
della Chiesa e siete chiamati a lavorare in armonia con la Chiesa perché tutta
la Chiesa diventi carismatica. Vi auguro di diventare sempre più
"incarnati" nella vostra chiamata. Che noi tutti - conclude -
possiamo essere uno, perché è lo Spirito che vive in noi che ci fa uno».
Lucia Romiti
(03.06.2017)