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Che il mondo sia un grande cenacolo universale! 
Sintesi della relazione conclusiva di Salvatore Martinez
40ª Convocazione nazionale RnS - Salvatore Martinez - Clicca per ingrandire...

Salvatore Martinez tira le fila della Convocazione giubilare del Rinnovamento, la 40ª nella storia del Movimento in Italia, e lo fa con a fianco la reliquia della beata Elena Guerra, "apostola dello Spirito Santo", ricordando che quest'anno sono 120 anni dalla pubblicazione della prima Enciclica dedicata proprio allo Spirito Santo.

Nella relazione conclusiva - sul tema «Custodisci ciò che ti è stato affidato» (1 Tm 6, 20a). "Rinnovamento nello Spirito: deposito di grazie per un giubileo permanente nella Chiesa e nel mondo" - il Presidente RnS invita con forza a esultare e a giubilare come hanno fatto Gesù, Maria, i profeti e i santi.

«Sono due verbi imperativi - dice in riferimento al passo di Isaia che ha fatto da sfondo alla Convocazione -. È Dio che ce lo comanda, anche quando il nostro cuore sembrerebbe non essere pronto all'esultanza». E ricorda i primi versi del capitolo 44 del medesimo profeta: «Questa esultanza, questo giubilo - dice - sono figliati da una benedizione che Israele riceve: "Ascolta, Israele... così dice il Signore che ti ha fatto: Non temere, perché io verserò acqua sul suolo assetato, torrenti sul terreno arido. Verserò il mio Spirito sui tuoi figli e la mia benedizione sui figli dei tuoi figli" (cf 1-4). Quanta acqua - continua Martinez - è stata versata su di noi! Questa parola di Isaia è arrivata a noi e da quarant'anni ci raduna, dà senso, si compie».

Il Presidente RnS ricorda la fedeltà di Dio, fonte di una gioia «che è l'esultanza del salvato, l'esultanza di una vita nuova. Una gioia, per dirla con Gesù, che nessuno potrà mai toglierci».

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Gioia pasquale, che è anche «gioia pentecostale, che deve visibilmente trasfigurarci e farci diventare agenti di cambiamento, seminatori di gioia; direbbe Papa Francesco, "artigiani della gioia".

La gioia pentecostale è la sorprendente presenza dello Spirito che ci fa uscire "fuori" di noi. I Padri della Chiesa la chiamano "la lodevole follia"; san Giovanni Paolo II ne parla come di un "invaghimento del cuore" (Novo Millennio Ineunte, n. 33)».

Soffermandosi sulla crisi spirituale che sta vivendo il nostro tempo, Martinez è chiaro: «Stanno venendo meno tutte le nostre forze spirituali, che si trovano però solo nella nostra fede non altrove. Lo Spirito in questo Giubileo ci sta chiedendo di tornare all'essenziale. E la consegna ce la diede proprio san Giovanni Paolo II nella storica udienza del 2002, in occasione dell'approvazione dello Statuto RnS: "Continuate ad amare e a fare amare lo Spirito Santo!".

È in crisi la vita spirituale - continua il Presidente - ma non è in crisi lo Spirito Santo! Non è in crisi l'esperienza dello Spirito Santo. E in questa Convocazione si è toccato con mano quanto sia ancora viva l'esperienza di Dio e in che modo l'Ordine soprannaturale scenda nel naturale, entri nel sociale.

C'è un Cielo! Il mondo, nel suo agitarsi tra "destra e "sinistra" ha dimenticato che esiste un "basso" e un "alto" verso cui tendere. Non si può dimenticare la forma di Dio, l'ordine di Dio, "la città di Dio", direbbe sant'Agostino. E noi di questo pensiero di Cristo siamo portatori! - dice ancora -. "È lo Spirito che dà la vita - sentenzia Gesù -, la carne non giova a nulla"(Gv 6, 63a)».

Facendo una lettura profetica del nuovo Secolo e un'analisi spirituale del Novecento, Martinez spiega come quest'ultimo sia stato anche “il secolo dello Spirito Santo”, cioè dei martiri, di santi, di nuovi carismi, di nuovi Movimenti, Comunità, Congregazioni, della solidarietà. Se «il Novecento è stato il secolo della “solidarietà”, il nuovo Secolo che viviamo dovrà essere - dichiara - il secolo della “fraternità”, che è più della solidarietà. La fraternità è stare insieme, come le prime comunità cristiane; non solo per pregare, per ascoltare, ma per condividere la vita».

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Il Presidente RnS si rivolge in particolare alle famiglie ricordando che nel 2014, in occasione della 37ª Convocazione nazionale allo Stadio Olimpico, Papa Francesco ha denunciato quanto il diavolo stia attaccando la famiglia per distruggerla. «L'amore - commenta - non è privazione, è donazione, è offerta, vita, dialogo, perdono, riconciliazione, e impone il "rimanere". "Rimanete nel mio amore" (Gv 15, 9b), ha detto Gesù». Con grande forza Martinez denuncia l'origine della crisi che attraversa il mondo, a tutti i livelli: «Che amore è - dice - quello di aver cambiato i connotati al padre e alla madre, con una donna che funge da padre e un maschio che funge da madre. Il comandamento che viene dall'Antico Testamento - "Onora tuo padre e tua madre" (Es 20, 12 a)- intende per "padre" colui che ti ha generato e per madre quella che ti ha partorito, non altro. Noi non possiamo cambiare i connotati di Dio! Prima ancora, infatti, nella Genesi è scritto: "Maschio e femmina Dio li creò" (Gen 1, 27). Come fanno a rimanere nell'amore i figli se non c'è l'amore del padre e della madre, e dunque la definizione di un “maschile” e di un “femminile”? Tutte le crisi di paternità e di autorità che oggi il mondo vive nascono da questa confusione, dall'aver violentato questa legge di natura. Quanta difficoltà di relazione, quanta autoreferenzialità disperata nei giovani! Sono figli di questa confusione!».

Martinez denuncia che è venuta meno la trasmissione della fede, l'educazione cristiana, e si sofferma sul potere della preghiera, in particolare di quella di lode: «Non c'è modo migliore di definire la nostra cristianità, la nostra stessa laicità cristiana se non a partire dalla preghiera. È il grande segreto del Rinnovamento nello Spirito! L'unità di un popolo, di una nazione, di una città, è sempre un fatto spirituale. La preghiera è l'antidoto a tutte le nostre solitudini, a tutti gli stravolgimenti dell'umano. Insegnate ai vostri figli a lodare Gesù! - continua -. Se tuo figlio vede come ringrazi Dio, come lo supplichi in ginocchio, come sei allenato a rimanere nella gioia che sperimenti nel gruppo, sarà una persona migliore».

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La preghiera apre al mondo e alle sue necessità, essa cambia la storia: «Nella preghiera le nostre mani vuote si riempiono delle lacrime del mondo e dei sorrisi degli ultimi; nel silenzio adorante si odono i gemiti di sofferenza di tutti i poveri del mondo. Chi prega - continua - governa la storia, perché la preghiera ti svela l'uomo portatore di gloria, e non di miseria. La grazia si procura supplicando e lodando Dio, e noi - continua Martinez parlando al popolo del Rinnovamento - lo sappiamo fare. Il nostro ruolo diventa così decisivo non solo per le nostre famiglie, ma per il mondo intero».

Pregare nello Spirito apre alla missione, fa uscire dal Cenacolo, provoca «"l'invasione di Dio" nelle anime, negli uomini e non l”evasione di Dio” dalla storia. Chi prega ha un linguaggio nuovo, è più capace di verità, di dire le parole fondamentali; non tace più di fronte al tentativo di banalizzare, di irridere la nostra fede, di sconvolgere la sua portata umanizzante».

Il compito, per il popolo del Rinnovamento, è dunque di «rieducare all'interiorità questo nostro mondo, di riordinarlo secondo lo Spirito di Dio». E a questo proposito Martinez accenna al progetto a cui il Rinnovamento, insieme ad altre realtà, sta lavorando per dare al Paese nei prossimi anni mille nuovi giovani leader cristiani.

Il Presidente infine denuncia i muri eretti nel mondo: in Israele, al confine messicano, «i tanti muri che ancora s’innalzano quando non vogliamo guardare con gli occhi dello Spirito, mentre il lavoro dello Spirito è inquietudine di fronte ai poveri che stanno bussando e supera le barriere».

Martinez denuncia la recisione delle radici spirituali dell'Europa e, parafrasando la storica operazione "Mani pulite", propone una nuova operazione: "Cuori puliti": «Cuori puliti - dice - per abitare la storia dove il Signore ci ha posto, laici, cristiani, carismatici, secondo il volere di Dio, secondo i carismi, i talenti, a partire, non a prescindere dalle povertà vigenti. Questo ci è chiesto! Cuori che siano abitati dallo Spirito, e allora sarà abitata la storia. Allora sarà “Chiesa in uscita", perché per mezzo dello Spirito “Gesù sarà in entrata”. Allora capiremo perché la beata Elena Guerra chiedeva al Santo Padre che il mondo fosse «un cenacolo universale per un nuovo rinnovamento della faccia della terra».

Lucia Romiti

(25.04.2017)