I colori vivaci della gioia,
negli abiti variopinti dei giovani che sul palco animano canti di festa, aprono
la seconda giornata della Convocazione dedicata all’esperienza della
misericordia di Dio che perdona, consola, libera e guarisce. Ad animare la
preghiera comunitaria carismatica: Pasquale D’Urzo, già coordinatore della
Calabria, Aldo De Matteis, coordinatore della Puglia, e alcuni giovani delegati
di diversi ministeri provenienti da regioni differenti.
«Siamo nell’Ottava di Pasqua e
come quel giorno il Signore annuncia anche a noi “Pace”», questa è la
proclamazione che fa innalzare una lode potente a Gesù il quale, oggi come
allora, raduna e accoglie i suoi, in questo giorno di salvezza, di redenzione,
di esultanza e di giubilo. Una lode che dà gloria e al contempo vuole fare
memoria di quanto il Signore ha già compiuto nella vita di ciascuno. Una lode
che introduce al lavacro di rigenerazione che scaturisce dal cuore squarciato
di Gesù, da cui è stato effuso il sangue della salvezza.
S’invoca lo Spirito Santo perché
faccia nuove tutte le cose: il presente e il futuro. E nel canto in lingue, il
Paraclito, dal costato caldo dell’amore di Dio fluisce a portare vita nuova e
raggiunge ogni cuore, anche quelli più lontani e scoraggiati. «Allora Gesù
chiamò a sé i suoi discepoli e disse: “Sento compassione per la folla”» (Mt 15,
32a). È da questo suo cuore, che vibra di compassione per tutti i presenti, che
scaturisce un fiume di misericordia che aumenta e cresce per raggiungere ogni
anima, ogni vita e ogni cuore. In questo fiume di grazia ognuno dei presenti
viene invitato a immergersi.
«Vieni Spirito Santo, vieni sposo
della Chiesa, vieni sposo della mia anima, vieni e inonda i nostri cuori»,
s’invoca ancora dal Palco in questo giorno di risurrezione.
«Rallegratevi nel Signore,
sempre. Ve lo ripeto rallegratevi» (Fil 4, 4), esorta la parola profetica e il
“grazie” dell’assemblea al suo Signore si fa subito sentire nel canto che
s’innalza a far vibrare di amore e di gioia tutta la sala: «Dai confini del
mondo, dal profondo del mare, dalle altezze del cielo, dalle labbra dei popoli,
noi ti esaltiamo». I giovani con la loro danza tornano a colorare di gioia e di
esultanza il palco.
Tutta l’assemblea ora si saluta
annunciando gli uni agli altri: «Ecco, viene il nostro Dio». Questa è la sua
promessa nel giorno della misericordia e della compassione.
Elena Dreoni