Al via a Rimini la 40.ma Convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, che quest’anno cade nel 50.mo
anniversario della nascita del movimento ecclesiale. Ricco di appuntamenti il
programma con preghiere comunitarie, celebrazioni eucaristiche e momenti di
adorazione. Come ogni anno, tanti gli ospiti di quest’edizione, tra loro
il patriarca caldeo di Baghdad Louis Raphaël I Sako, il cardinale
Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani ed europei, e mons.
Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato. Sull’importanza dell’evento
di Rimini, Elvira Ragosta ha
intervistato Salvatore Martinez, presidente nazionale di
Rinnovamento nello Spirito:
R. – Una convocazione speciale, in un anno speciale per noi e per tutta
la grande famiglia dei Carismatici nel mondo. Prima di ogni cosa, siamo qui per
onorare e ringraziare il grande protagonista di questa storia sacra, che è lo
Spirito Santo. A Lui dobbiamo la nascita dei gruppi, delle comunità, le opere,
i ministeri, le missioni che hanno fatto ricca di bene, e di bene comune,
questa famiglia ecclesiale. Ravvisiamo questa necessità: se il mondo è in
crisi, non è in crisi lo Spirito Santo. E dunque urge ritornare a Lui: serve
una nuova eloquenza spirituale, una immissione di vita interiore, di preghiera,
in questo nostro tempo secolarizzato. E quell’antropologia fondata sul soprannaturale
che ci ricorda che tutto è possibile a Dio e nulla è impossibile per chi crede.
E dunque è di fede carismatica. E ogni anno a Rimini questa esperienza di
misericordia, come ci dice Papa Francesco, in cui si tocca la carne ferita
dell’umanità si ripete. Migliaia di persone ritornano a Dio, scoprono la
bellezza, la meraviglia del suo amore nella loro vita. E così la storia di
tante famiglie cambia e quella di tante persone sole viene redenta.
D. – Quanto è importante la spiritualità in questo momento con le
notizie di violenze che giungono dall’attualità internazionale?
R. – Io credo che sia decisiva. E all’interno del nostro programma
riusciamo, come le due facce di una stessa medaglia, a dare eco a questo
bisogno e a questa esigenza. C’è un giornata dedicata alla misericordia,
proprio nella festa liturgica della Divina Misericordia, in cui lasciamo che
Dio si prenda carico delle ferite di questa nostra umanità così piagata da
tante ingiustizie e da tante proteste. E poi uno sguardo all’attualità: vogliamo
guardare alla nostra Europa con la presenza del cardinale Bagnasco e del
presidente del Parlamento europeo, Tajani, per ribadire che serve un umanesimo
spirituale; che l’Europa deve tornare a questa sua identità più profonda per
dar corso alle sfide di questo nostro tempo e non risultare così perdente. Ma
poi uno sguardo anche al Medio Oriente con il patriarca dei caldei, Sako, che
ci porta in qualche modo l’eco di questi nostri fratelli, martiri cristiani
bisognosi di forza spirituale alla vigilia del viaggio del Santo Padre in
Egitto.
D. – Il tema del Giubileo e della Festa sono stati declinati anche per i
più piccoli, per i più giovani: c’è infatti, in questi giorni a Rimini, anche
un “Meeting baby”, giusto?
R. – Sì, in realtà sono tre meeting per le tre età scolari: materne,
elementari e medie. È una tradizione che si ripete puntualmente dal 1999 – era
l’Anno del Padre – e come padri ci siamo resi conto che bisogna guardare alle
nuove generazioni. Adesso, alcuni di questi bambini sono sposati, sono
responsabili nel Rinnovamento; e ci dà grande gioia vedere come la fede possa
essere trasmessa nella famiglia. Sono essi stessi protagonisti di questi
meeting, dunque non i destinatari ma, come vorrebbe il Concilio, bambini che
evangelizzano bambini, ragazzi e giovani che si evangelizzano tra loro.
D. – La 40.ma Convocazione nel cinquantesimo anniversario della nascita
del Rinnovamento. Cosa possiamo dire di tutti questi anni passati?
R. – Proverei a riassumere in questo modo. Con Paolo VI siamo nati, e abbiamo
imparato ad amare la Chiesa e a farla amare. Con San Giovanni Paolo II, nel suo
pontificato magno, abbiamo imparato a varcare le soglie di una speranza e di
una speranza che crea, creatrice. Con Benedetto XVI, a passare la porta della
fede, a sentire la bellezza della nostra fede e anche la potenza di questa fede
carismatica. E adesso, con Papa Francesco, ad entrare in questo vortice, in
questo abisso di misericordia; e dunque a conclamare la dimensione missionaria,
l’evangelizzazione carismatica che è propria del Rinnovamento. È una storia
sacra, come dicevo, per la quale proviamo grande meraviglia, sapendo che siamo
solo collaboratori di un disegno divino e dell’opera dello Spirito.
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