Ero una ragazza senza fede e cercavo
l’amore nei luoghi e nei modi sbagliati, al punto di non avere più dignità per
me stessa. Sono scesa in un abisso di seducenti offerte (discoteche, alcol e
droghe) e ho trovato solo odio, maschere e morte, finché, ebbi un incidente
stradale e rimasi in coma per alcuni giorni. Al mio risveglio, i medici mi dissero
che avevo perso la memoria: ero tornata come una bimba di 3 anni. Questa
condizione psicofisica annullò in me emozioni e sentimenti, non sentivo più
amore, per questo iniziai a desiderare fortemente di togliermi la vita, ma ogni
volta che me lo proponevo venivo impedita nel mio intento. I medici mi
prescrivevano numerosi psicofarmaci, ma non miglioravo. Sentivo il bisogno di
rimanere lontana da coloro che non riconoscevo più come la mia famiglia. I
medici mi consigliarono di entrare in una comunità terapeutica di recupero per
persone “deboli”.
Lì mi sentii in famiglia; avvertii l’amore immenso
della nostra Mamma Celeste. Con il suo aiuto, quello che
prima era per me incomprensibile, ora prendeva forma. Quando recitavo il
Rosario, piangevo incessantemente: quelle lacrime stavano lavando la mia anima.
Tornata a casa dai miei, continuai a pregare e ad allontanare i cattivi
pensieri. Una mattina mi svegliai particolarmente provata e, aiutata dalla
Mamma Celeste, chiesi aiuto a Dio. La sua misericordia da quel momento ha
guidato i miei passi. Una sorella mi invitò a partecipare a un incontro di
preghiera del RnS. Lì subito mi abbandonai a un fiume di lacrime e pentimento.
Ebbi nel cuore l’immagine di Gesù misericordioso. Lui mi ha liberata e guarita.
Dopo un consulto dei medici, potei interrompere
gli psicofarmaci. La preghiera che ho ricevuto durante l’Effusione citava: «Non
temere io sono con te tutti i giorni», è così che il Signore mi accompagna da
allora. Lui mi ha fatto dono di mio marito Nicola e di nostro figlio Giacomo,
di otto anni.
Elena Dreoni
(22.04.2017)