«Vi auguro che la partecipazione assidua alla mensa
del Risorto vi renda sempre più evangelizzatori di comunione, profeti di unità
in un mondo lacerato e diviso. Sentitela come una chiamata del Signore, un
invito di Colui nel quale in questi giorni "esultate, perché ha agito e
manifestato la sua gloria" (cf Is 44, 23)». Così mons. Angelo Giovanni
Becciu, arcivescovo sostituto della Segreteria di Stato, parla al popolo del Rinnovamento
convocato a Rimini, presiedendo la Santa Messa nel giorno di apertura della
Convocazione nazionale.
Commentando il Vangelo del giorno, mons. Becciu si
sofferma sul «pessimismo incredulo» degli apostoli che, nonostante «la
desolazione abissale in cui erano caduti», non credono alla notizia della
Risurrezione. «La tentazione della sfiducia - dice - può toccare anche coloro
che da lungo tempo si sono messi alla sequela di Gesù». E cita Papa Francesco,
che da Carpi, nell'omelia del 2 aprile, ha detto: «Di fronte ai "perché"
della vita abbiamo due vie: stare a guardare malinconicamente i sepolcri di ieri
e di oggi o far avvicinare Gesù ai nostri sepolcri».
«La qualità della nostra vita - continua mons.
Becciu - non dipende in ultima analisi dalle circostanze a noi favorevoli o
avverse. Per i discepoli del Risorto il bene della vita è rimanere col Signore
della vita, il male allontanarsi da lui. Per chi ha incontrato il Risorto non
c'è più notte che non sia attraversata dalla luce».
Infine, il Sostituto della Segreteria di Stato spiega
che due sono le condizioni per essere buoni evangelizzatori: «non basarci sulle
nostre forze per lasciarci piuttosto docilmente plasmare dallo Spirito», e portare
avanti insieme l'evangelizzazione, «perché il Signore ci vuole Chiesa».
Concludendo, mons. Becciu ricorda che quella attuale
è la 40ª Convocazione nazionale e che ricorre nel 50˚ della nascita del
Rinnovamento nel mondo: «Da qui proseguite - dice - dalla centralità del
Signore; ripartite, come il primo giorno, dall'essenzialità del Vangelo, per
una missione ecclesiale che sarà tanto più fruttuosa in quanto aperta alla
lode, libera da ogni autoreferenzialità e umilmente volta a costruire
comunione. È la vostra missione, il carisma di chi, nello Spirito Santo, riconosce
Gesù Signore della vita e, vincendo in lui le tenebre dell'incredulità,
testimonia al mondo la luce dell'amore».
Lucia Romiti
Voglia dire
al Santo Padre che siamo con lui!
Il saluto
di Martinez a mons. Becciu
Al termine della Santa Messa, salutando mons.
Becciu, Salvatore Martinez riassume i principali aspetti toccati dal Sostituto
della Segreteria di Stato nella sua Omeliae sottolineala contraddizione delle
«grotte oscure presenti nell'uomo, che hanno bisogno di essere visitate dallo
Spirito», e al contempo
il fatto che«abbiamo quasi paura di andareincontro al Risorto, a
Colui che vuole vincere i nostri punti di morte». «Grazie -
continua il Presidente RnS - per avercelo ricordato citando Papa Francesco,
perché in fondo questa è la storia del Rinnovamento nello Spirito. Inquesti
anni la nostra fede si èarricchita di quellemirabilia
Dei, meraviglie del Signore, che per via sacramentale e carismatica lo
Spirito continuamente ci elargisce. Quante persone, in mezzo a noi,
hanno“oltrepassato il mar Mediterraneo” di tante prove, di tante sconfitte, di
tante tribolazioni, e inquanti modi hanno sentito la dolce compagnia dello
Spirito Santo!Di questo vogliamo fare un annuncio! Pertanto, come lei ci ha
ricordato, ai due verbi dellaConvocazione -"esultate" e "giubilate"
- se ne aggiunge un terzo: "andate"».
Martinez ringrazia mons. Becciu anche per aver
affermato, in riferimento al tema della Convocazione, che «il popolo
del Rinnovamento non si è riunito, ricordando i quarant'anni di cammino,per
autocelebrarsi, ma per celebrare i prodigi e la fedeltà di Dio».«Lei -
continua - ci ha detto di essere "evangelizzatori di comunione" e
"profeti di unità", facendocosì eco ai due appelli di Papa Francesco
allo Stadio Olimpico nel 2014 ein piazza San Pietro nel 2015, allorquando
abbiamo voluto evidenziarela grazia grande dell'”ecumenismo spirituale” e
dell'”ecumenismo del sangue”. Il Papa crede fortemente che il Rinnovamento
carismatico, anche in chiave ecumenica, sia un segno visibile di come nello
Spirito sia possibile mostrare un'unità più profonda di questo nostro mondo e,
nel nome di Gesù, delle tre grandi Tradizioni cristiane».
Infine, il pensiero di Martinez va proprio a Papa
Francesco: «Voglia dire al Santo Padre- chiede a mons. Becciu - che non solo
gli vogliamo profondamente bene, ma siamo anche profondamente persuasi di
quanto lui sia ogni giorno sfidato. La misericordia che ci chiede di portare
fino alle periferie esistenziali richiede il morire e il risorgere ogni giorno,
e il Santo Padre se ne fa testimone in un modo infaticabile. Siamo con lui e
continuiamo a pregare per lui».
«Il più grande scandalo dei cristiani è la tristezza
- replica mons. Becciu -. Se ci lasciamo prendere dallo Spirito Santo, invece,
siamo felici, perché crediamo che Cristo è risorto.E quando si crede che Cristo
è risorto, tutto si risolve, compresa la morte. Mi piace - conclude parlando al
popolo del Rinnovamento - sentirci uniti in questo desiderio, nella
testimonianza di essere annunciatori della risurrezione di Gesù e speranza per
il mondo».
Lucia Romiti