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Il coraggio di credere al Vangelo 
Omelia mons. Giovanni Angelo Becciu
Omelia Mons. Becciu Assemblea 2017 - Clicca per ingrandire...

Piombano come un macigno sulle nostre coscienze, in un momento drammatico per il nostro Paese, le parole del Vangelo del giorno, secondo Marco (4, 35-41). Quante volte su ognuno di noi, come sui discepoli di Cristo, si è abbattuta “una forte tempesta di vento”, allegoria di tragici eventi inattesi nella nostra vita. In preda a onde indomabili, precipitiamo facilmente nella disperazione, in un senso di abbandono e ci rivolgiamo a Dio con parole di resa: «Maestro, non t'importa che moriamo?».

I tragici eventi nel Centro Italia, il numero inestimabile di emigranti risucchiati dal mare, la violenza e le guerre interminabili ci interrogano: proviamo sentimenti di smarrimento, di paura e di impotenza, convinti che Dio possa essersi dimenticato di noi. Tutti sentimenti frutto di una fede debole e vacillante. «Non crediamo – ha detto il Sostituto della Segreteria di Stato – che Egli sia davvero il Signore della natura e della storia, capace, al di là delle apparenze contrarie, di guidare gli eventi e i tempi verso la meta finale, “il porto sicuro”». Il Vangelo di Marco, invece, ci rassicura: Gesù rimprovera il vento e ammonisce il mare: «Taci, calmati!». E il vento cessa di soffiare.

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Poi mons. Becciu si compiace del cammino intrapreso dal RnS e del modo carismatico di vivere la preghiera: «Una fede, la vostra, capace di trasformarsi in quella gioia, frutto dello Spirito (cf Gal 5, 22) che caratterizza sempre e ovunque il vostro Movimento. E dopo aver ricordato il prossimo Giubileo d’oro, ha aggiunto: «Non lasciatevi rubare la fede, la gioia…». «Lasciatevi guidare dallo Spirito Santo, da questa corrente di grazia che va avanti e cerca sempre l’unità» (Papa Francesco, Piazza San Pietro, 3 luglio 2015). Lo Spirito ha accompagnato la Chiesa fin dalle sue origini e continua la sua storia in noi se sapremo lasciarci andare «incondizionatamente alla sua azione», in totale docilità.

Il Sostituto ha poi voluto rimarcare quanto contenuto nella lettera d’invito all’Assemblea inviata dal Presidente Martinez: «ripartire dall’identità comunitaria e carismatica per fare del cammino del RnS, ancora di più, un “giubileo permanente di misericordia”. Sarà questo il modo migliore per entrare nel Giubileo d’Oro del Movimento che cade proprio nell’anno del Signore 2017».

Il Vescovo ha ripreso le parole di san Tommaso d’Aquino: «Porsi interamente a disposizione dell’azione creativa dello Spirito, fino ad agire sotto l’istinto dello Spirito…». L’uomo spirituale è infatti colui che spiega le vele della propria barca e si lascia sospingere dal vento dello Spirito, con totale fiducia e abbandono. Atteggiamento che necessita «il coraggio di credere al Vangelo, di mettere la vita interamente nelle mani di Dio, affinché Egli possa compiere i suoi piani…».

Concludendo, il Vescovo ha esortato l’assemblea a lasciarsi usare da Dio per i suoi progetti sull’umanità, per la Chiesa, per l’Annuncio e per l’unità fra Cielo e terra.

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Sospinti dal soffio dello Spirito
Il saluto di Salvatore Martinez a mons. Becciu

«Vi darò pastori secondo il mio cuore, i quali vi guideranno con scienza e intelligenza» (cf Ger 3, 15). Con queste parole di gratitudine, il presidente Martinez si è rivolto a mons. Becciu, a conclusione dell’omelia.

Poi, riprendendo un passo del Vangelo proclamato durante la Celebrazione, Martinez ha ricordato che se nella storia soffia un vento impetuoso di avversità, ingiustizie e tragedie, «noi crediamo, perché ne facciano esperienza, che ancora più impetuoso è il soffio dello Spirito Santo».

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E tra le tante tempeste della storia, Martinez ha menzionato quella che stanno vivendo molti emigranti che a stento raggiungono le nostre coste. Proprio a Lampedusa, una comunità del RnS, nel nascondimento, accoglie e assiste molti profughi sopravvissuti. Ed è proprio questa la bellezza e la verità di una fede che non si lascia defraudare della propria gioia.

A testimonianza dell’impegno del Movimento verso gli ultimi, è stata donata al Vescovo un’icona realizzata dai detenuti del Fondo Sturzo: «È il segno di un riscatto morale e sociale, di come la fede si possa rendere operosa», ha aggiunto Martinez.

«Porti al Papa l’abbraccio di questa famiglia… E che il Rinnovamento sia veramente docile e sottomesso allo Spirito… Questo è il nostro impegno: umile, nascosto ma profondamente convinto nella testimonianza».

E mons. Becciu ha assicurato di parlare a Papa Francesco di questa Celebrazione eucaristica: «Sottolineerò  soprattutto la vostra presenza silenziosa, la vostra unità, la vostra animazione nei vari ambienti dove vi trovate, cercando di essere proprio testimoni della Vita vera e dell’amore di Dio». 

Daniela Di Domenico


(29.01.2017)