La seconda giornata della XII Assemblea nazionale si
apre con la relazione introduttiva di Salvatore Martinez sul tema “Un solo corpo
e un solo Spirito come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati,
quella della vostra vocazione» (Ef 4, 4) – Per una visione comunitaria e
pastorale nel 50° del Rinnovamento. Una revisione “pro-vocazione” alla quale
tutti i responsabili nazionali sono stati chiamati, partendo da alcuni punti fondanti
dell’Esortazione apostolica di Papa Francesco “Evangelii Gaudium”.
E la relazione del Presidente RnS prende così il via
da un’attenta rilettura del cap. 4 verso 4 della Lettera agli Efesini, alla
luce della sua lunga esperienza nel Rinnovamento e considerando quelli che
devono essere gli impegni di chi ricopre un ruolo di responsabilità all’interno
del Movimento.
Da questo brano Martinez evidenzia due dimensioni: quella
esistenziale e quella comportamentale. La prima fa appello all’unità che viene
dallo Spirito; la seconda dimensione è di carattere comportamentale,
esperienziale. «Il cap. 4 della Lettera agli Efesini, unitamente al cap. 12
della Lettera ai Romani e al cap. 12 della Prima lettera ai Corinzi sono
fondamentali per chi intraprende il cammino di fede nel RnS – ha sottolineato
il presidente Martinez, ricordando come padre Giuseppe Bentivegna definiva
questi testi parte della cosiddetta “Bibbia carismatica”. Non si può, cioè,
parlare di Rinnovamento nello Spirito, di un disegno pneumatologico nella
Chiesa senza la conoscenza di questi tre capitoli che descrivono una vita
vissuta “nello Spirito”. Ci chiamiamo “Rinnovamento nello Spirito Santo”
proprio perché testimoniamo che «non si può generare Spirito, quindi missione
carismatica, se non si è generati dallo Spirito in una vita nuova». «Prima che
carismatici, dobbiamo essere uomini spirituali», continua Martinez delineando
l’impegno e la mission del RnS. Ma
cosa ci chiede il Magistero della Chiesa oggi? Cosa chiede lo Spirito alla
Chiesa?
Il primo impegno che ci viene chiesto è di essere Chiesa in uscita: «In questo “andare”
ci sono tutti gli scenari e le sfide sempre nuovi della missione
evangelizzatrice della Chiesa e tutti siamo chiamati a questa nuova “uscita”
missionaria» (cf n. 20 Evangelii
Gaudium). «Ma nelle nostre diocesi, come nei gruppi e nelle comunità,
stiamo promuovendo davvero un discernimento carismatico missionario?», ha
chiesto Martinez rivolgendosi provocatoriamente ai diocesani. «La maggior parte
dei coordinatori diocesani procedono per discernimento pastorale e non
missionario… I carismi vanno valorizzati attraverso la promozione, non solo valutati
e ordinati, ».
Sempre nell’Evangelii
Gaudium Papa Francesco ci suggerisce 5
verbi per un “Rinnovamento in
uscita”: “prendere l’iniziativa”
(dimensione profetica); “coinvolgersi” (dimensione comunionale); “accompagnare”
(dimensione pastorale); “fruttificare” (dimensione ministeriale); “festeggiare”
(dimensione cultuale) (cf n. 24).
Altro tema importante ripreso da Martinez è quello
della “Pastorale in conversione” (in
E.G., n. 25): «Visitare i gruppi, formare i fratelli, promuovere riunione di
verifica è “amministrazione” del RnS. Costituiamoci, invece, in tutte le
regione in uno stato permanente di missione, diffusione…». Dunque,
missionarietà non significa conversione dei metodi, rinnovamento della
pastorale o dei pastorali ma è conversione dei pastori, dunque dei cuori.
Ecco, allora, il sogno di Papa Bergoglio: la riforma
delle strutture, dei linguaggi, degli stili affinché diventino “missionari”,
per una pastorale più espansiva e aperta…, ponendo gli agenti pastorali in
costante atteggiamento in “uscita” (E.G., n. 27). L’importante – come scrive
Papa Francesco – è che vengano individuati comunitariamente i fini e i mezzi
per raggiungerli, e che non si cammini da soli «in un saggio e realistico
discernimento pastorale» (cf n. 33).
Se la Chiesa vuole essere “in uscita”, deve sentirsi
in un “permanente pellegrinaggio”. E le Tende della misericordia, promosse
nell’Anno giubilare trascorso, ne sono state un esempio, non solo in senso
metaforico. Come affermato da Papa Francesco negli Auguri natalizi alla Curia
Romana del dicembre scorso ogni opera di rinnovamento nella Chiesa non si attua
con “nuovi uomini” ma con “uomini rinnovati”, “spiritualmente, umanamente e
professionalmente”.
Ci sono alcune “resistenze” che ogni opera di rinnovamento
incontra. Sono resistenze che possono presentarsi sotto diverse forme:
resistenze aperte (nascono dalla buona volontà, dal dialogo e sono benedette
secondo il pensiero del Papa); resistenze nascoste (cuori impietriti,
impauriti, che vorrebbero cambiare tutto e poi lasciano tutto com’è);
resistenze malevole (ispirate dal demonio, sono contrarie al bene comune).
Dunque il Rinnovamento è un «delicato processo che deve essere vissuto con
continuo discernimento, con evangelico coraggio, con ecclesiale saggezza, con
attento ascolto, con tenace azione, con ferme decisioni, con tanta preghiera…».
Il Presidente ha poi riaffermato il concetto di
“servizio” come conversione in chiava missionaria, partendo dalla espressione
di Papa Francesco: Il Rinnovamento serve alla Chiesa (Stadio Olimpico, 2014).
Infine, il Presidente Martinez sintetizza in 7
punti, il concetto di responsabilità e sottolinea l’importanza della formazione
all’interno del Rinnovamento.
E conclude poi il suo intervento ricordando don Dino
Foglio (di cui ricorre l’11° anniversario dalla nascita al Cielo), padre Mario
Panciera e con un pensiero del card. Suenens: «Credo alle sorprese dello
Spirito Santo… Il Concilio pure… Perché l’immaginazione di Dio e il suo amore
sarebbero oggi esauriti? …Sperare non è sognare, al contrario è il mezzo per
trasformare un sogno in realtà. Felici coloro che osano sognare e che sono
disposti a pagare il prezzo più alto perché il sogno prenda corpo nella vita
degli uomini» (da “Lo Spirito Santo nostra speranza: una nuova Pentecoste?”,
1975)».
Daniela Di Domenico