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Dal Corpo mistico alla mistica del corpo 
Relazione introduttiva di mons. Santo Marcianò
Relazione Marcianò Assemblea 2017 - Clicca per ingrandire...

«Un padre nell’episcopato, un fratello nella fede carismatica»: con queste parole colme di stima e profondo affetto Salvatore Martinez ha introdotto mons. Santo Marcianò, Ordinario Militare per l’Italia, che ha aperto i lavori dell’Assemblea nazionale con la relazione sul tema: “Battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo” (1 Cor 12, 13a) – “Vita nello Spirito e fraternità nel RnS”.

E mons. Marcianò, da sempre vicino al Rinnovamento ed egli stesso spesso partecipe della vita del Movimento, non ha trattenuto la gioia nell’essere parte di questo evento statutario del RnS: «È commovente e sorprendente essere “tra noi”: dopo il Giubileo della misericordia, è una straordinaria occasione il Giubileo d’oro del Rinnovamento, un segno di condivisione e di carità».

Il Rinnovamento, ha indicato mons. Marcianò, deve essere «come il flusso di un fiume che gradatamente si arricchisce d’acqua nuova, lambisce nuovi paesaggi, traccia nuovi solchi e così si trasforma in piena: Rinnovamento – ha proseguito – significa “lasciarsi inondare dalla grazia dello Spirito”, al punto da non aver timore della sua azione trasformante. Questo fa lo Spirito: trasforma». Una trasformazione che trova la sua pienezza nell’intimo dei cuori per poter, poi, diventare evento rinnovatore della Chiesa, della società, della città dell’uomo, «una trasformazione che lo stesso Spirito opera e opera secondo il suo compito di Creatore».

Relazione+Marcian%C3%B2+Assemblea+2017E ancora, cosa significa “Rinnovamento”? «Nuova creazione che Dio, nello Spirito, compie attraverso il Figlio, parola del Padre. “Creare” significa parlare, fare, trasformare; il “sia fatto” è l’agire trasformante di Dio». Il Vescovo ordinario militare per l’Italia ha donato una lettura spirituale della Parola tema del suo intervento, cogliendo alcuni spunti concreti.

«Il corpo è via di accesso allo Spirito: uno è il corpo, uno lo Spirito, una la via di unità tra corpo e Spirito. Dinanzi all’eclissi della componente trascendente dell’uomo, all’eclissi del corpo dell’uomo che oscura la verità sull’uomo stesso e ne vanifica le realtà interiori, il corpo è il punto di luce atteso». I gesti del corpo – sorrisi, silenzi, abbracci, ogni movimento – sono come il prisma attraverso il quale lo Spirito passa: «il corpo è profezia, linguaggio, espressione, comunicazione, creatore di una Parola concepita nello Spirito».

Quattro sono le relazioni tra corpo e Spirito. 

  • Il corpo è “epifania dello Spirito”, nella sacramentalità e comunicabilità del corpo: «san Giovanni Paolo II definisce il corpo “quasi sacramento”, capace di rendere visibile ciò che è invisibile, per trasferire nel piano della comprensibilità umana ciò che è serbato nel segreto di Dio».
  • Il corpo è “umiltà”: «siamo corpo se siamo docili allo Spirito, se siamo abbandonati alla sua azione che è soave ma decisa. San Giovanni Paolo II inserisce in questa dinamica la castità: quanto più siamo umili nello Spirito tanto più siamo casti, nella perfetta partecipazione di tutto ciò che nell’uomo è corporeo a ciò che in lui è spirituale».
  • Il corpo è “vivente nello Spirito”, segno di appartenenza e identità: «“appartenenza” è parola cara a Papa Francesco. Non c’è identità senza appartenenza: comprendiamo chi siamo solo in relazione al corpo a cui si appartiene. L’identità di ciascuno è data concretamente dall’appartenenza che non è possesso, non esclude, non costringe ma accoglie e, accogliendo, vivifica. Non si può raggiungere il vero amore nella frammentazione, non se il corpo è separato dallo Spirito».
  • Il corpo è “operante per lo Spirito”, nella carismaticità e carità: «i “doni spirituali” (cf 1 Cor 12) non esistono se non nel corpo: se il corpo ha il compito di manifestare lo Spirito, i carismi – che manifestano lo Spirito –  sono dati attraverso il corpo».
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Ricordando le parole che Papa Francesco ha consegnato al Rinnovamento alla Convocazione del 2015 – “Possa il Rinnovamento sparire in quanto tale e diventare una grazia pentecostale per la Chiesa” – mons. Marcianò ha espresso questo augurio: «Amate e donatevi in modo assoluto: dissolvetevi, scioglietevi per essere nella Chiesa un fiume che lambisce nuovi corsi, raccogliendo gli esseri umani in un unico corpo».Il Rinnovamento fa parte di me: è questo il “grido di appartenenza” che deve sgorgare dai cuori, «questo senso di appartenenza che dà sicurezza e identità, che dona maggiore capacità di amare».

«Siamo grati per questa “ostensione” – ha commentato il presidente Salvatore Martinez al termine della relazione di mons. Marcianò –. È questo ciò che sta a cuore al Rinnovamento: passare dalla teofania all’ostensione, dono di sé. L’identità discende dall’appartenenza: siamo persuasi che il Rinnovamento “si sciolga” e dia testimonianza del movimento interiore dello Spirito nella misura in cui è pronto ad incarnarsi secondo lo Spirito».

Elsa De Simone 

(28.01.2017)