Anche
quest’anno si è tenuto nella Casa di reclusione di Opera (MI) l’evento “L’ALTrA
cucina… per un pranzo d’amore” promosso da Prison
Fellowship Italia, Rinnovamento nello Spirito Santo e Fondazione Alleanza
del RnS. Il 22 dicembre lo chef “stellato” Tommaso Arrigoni ha preparato il
pranzo di Natale per 60 detenuti e le loro famiglie.
A
Opera la giornata è iniziata alle 11 con la Santa Messa presieduta da mons.
Luca Bressan, vicario episcopale per la cultura, la carità, la missione e
l’azione sociale per la diocesi di Milano: «Dio, mandandoci suo figlio, ci
spiega come tornare a essere fratelli. La magia del Natale – continua il
Vicario – consiste proprio nel percepire l’amore di Gesù che ci rende tutti più
legati, più familiari. Chiediamo che questa magia ci scaldi il cuore ogni
giorno, non solo a Natale». A concelebrare, il cappellano del carcere don
Antonio Loi.
Durante
il pranzo hanno servito ai tavoli i detenuti e le loro famiglie, volontari del
Rinnovamento e vittime di reati che hanno partecipato al Progetto Sicomoro,
cammino di riconciliazione tra vittime e carnefici attraverso cui Prison
Fellowship Italia realizza nelle carceri il grande tema della giustizia
riparativa.
Nel
pomeriggio, all’interno del teatro della Casa di reclusione, si è tenuto un
lungo spettacolo presentato da Barbara Benedettelli. Protagonisti, il gruppo
musicale Notte New Trolls, il comico Pino Campagna, l’atleta paralimpica Giusy
Versace, il musicista Piero Salvatori e Mago Linus. Sul palco c’è stato spazio
per la testimonianza di alcuni detenuti e vittime che hanno partecipato al
Progetto Sicomoro: tutti hanno testimoniato come questo abbia cambiato
radicalmente le loro vite, ridonandogli speranza, coraggio e facendoli uscire
dalla solitudine e dall’isolamento. «Sono entrata in carcere piena di odio –
racconta Elisabetta Cipollone, una vittima – ma subito mi sono resa conto che
non facevo che pensare a quei detenuti come esseri umani e che li portavo nel
cuore».
«Stiamo
cercando di penetrare nella cultura ed eliminare il pregiudizio sociale facendo
capire che in occasioni come questa del pranzo di Natale non è la società
civile che viene a trovare i reclusi, ma una porzione di società civile entra
in carcere sapendo di incontrare un’altra porzione di società civile – dice
Marcella Reni, presidente di Prison Fellowship Italia -. Si viene per
rinsaldare il patto che è stato infranto. I detenuti non possono venire da noi,
allora dobbiamo andare noi da loro. Per farli crescere, per farli riparare.
Oggi non veniamo a donare un pranzo, ma a condividerlo. E questo fa sentire chi
sta scontando delle pene non solo amato, ma ristabilito nella dignità».
Il
direttore del carcere di Opera, Giacinto Siciliano, sottolinea quanto sia
importante valorizzare il rapporto dei detenuti con le famiglie e lavorare
perché questo legame sia mantenuto. Per avere una nuova possibilità di essere
padri, mariti, figli.
Lucia Romiti
Un ringraziamento speciale a quanti hanno contribuito all'organizzazione del pranzo di Opera:
- Azienda "Rigoni di Asiago"
- Confartigianato Regione Lombardia
- GALLERIA FOTOGRAFICA