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Un auspicio di crescita 
La Celebrazione eucaristica di mons. Valerio Lazzeri, vescovo di Lugano (Svizzera)
Omelia 311016 - Clicca per ingrandire...

“Un cuor solo, un’anima sola” (cf At 4, 32). Dal tema della Conferenza ha avuto inizio l’omelia di mons. Lazzeri che ha ricordato come in queste parole è racchiuso il duplice significato di voler rendere grazie per i doni ricevuti dallo Spirito in 40 anni di cammino del RnS, e la necessità di ripartire con gratitudine e nuovo fervore.

Come già sottolineato dal presidente Martinez, 40 anni sono un periodo adeguato per fare un bilancio. Mons. Lazzeri ha sottolineato come sia urgente «un salto di qualità verso la maturità cristiana», verso un vissuto che deve tradursi in azioni che manifestino la presenza dello Spirito; verso comunità che sappiano essere esempio vivente di una qualità di vita sostanziata dallo Spirito. Il vissuto di questi lunghi e straordinari 40 anni insieme non deve essere letto come un punto di arrivo, l’apice massimo raggiunto. Deve, al contrario, considerarsi un nuovo inizio, «un trampolino di lancio – ha continuato il Vescovo di Lugano - per una nuova crescita, in intensità e qualità».

Questo uno dei tratti distintivi «dell’autenticità di ogni vita nello Spirito»: mai fermarsi ma avanzare sempre, andare avanti. A questo proposito, mons. Lazzeri ha ricordato San Gregorio di Nissa, un padre della Chiesa che, parlando dell’opera dello Spirito nella vita umana, ha enunciato il concetto di “epéktatis”: un movimento che si sviluppa di «inizio in inizio, attraverso un inizio senza fine» (“Commento sul Cantico”).

Sempre in linea con il tema della Conferenza, il Vescovo ha poi approfondito il Vangelo del giorno (Luca 14, 12-14): la “scelta degli invitati al banchetto”. Doniamoci agli altri «senza prospettiva di ritorno»; doniamo senza alcuna pretesa di restituzione o ricompensa. Che il dono e la condivisione possano realizzarsi nella totale gratuità e nella consapevolezza di rendere l’altro felice, sempre tenendo bene a mente che non è opera nostra ma di Dio. Ogni esperienza dello Spirito deve dunque considerarsi un semplice germoglio non da esibire per ricevere ammirazione ma un seme da far crescere e donare come manifestazione «dell’abbondanza dello Spirito riservata ai nostri cuori».

«Vi auguro davvero – ha concluso mons. Lazzeri – di essere sempre più cristiani adulti! Non fermatevi agli manifestazioni esteriori dell’effusione dello Spirito… ma aiutate coloro che si avvicinano al Movimento a compiere un balzo qualitativo verso la maturità cristiana, verso la santità vera e verso la carità».

 

Il RnS: una pianta che deve portare nuovi frutti

Il saluto di Salvatore Martinez a mons. Valerio Lazzeri

Prima di salutare il Vescovo di Lugano, Salvatore Martinez ha voluto ricordare come, dopo 45 anni di cammino del Rinnovamento in Italia, la Svizzera è stata da sempre considerata una Regione d’Italia.

«Lugano – ha continuato il Presidente RnS - ha dato tanti diaconi alla Chiesa e questi diaconi sono stati anche coordinatori regionali del RnS in Svizzera e ringraziamo il Signore anche per questo». Ha inoltre ricordato ai presenti alcuni dei punti centrali dell’omelia: che occorre avanzare, guai a fermarsi perché la Chiesa passa “di inizio in inizio”. Volgendo lo sguardo al passato, anziano tra gli anziani, Martinez ha sottolineato che quelli di oggi sono sì tempi meravigliosi ma un tempo «era più facile fare vita comunitaria, era più facile avere sacerdoti che accompagnavano i gruppi, ed era più semplice vivere anche quella maturità ecclesiale che tanto ci sfida». Ma lo Spirito continua a fare avanzare il nostro Movimento e la maturità ecclesiale è già in atto rendendoci consapevoli della necessità di costruire un cammino comunitario stabile. Questa pianta che è il RnS deve portare cioè degli effetti «sostanziali, spirituali, santi, nella Chiesa». Così Martinez ha manifestato la gratitudine per le grazie ricevute in passato ma ha anche espresso con slancio il desiderio di andare avanti e crescere, sempre in comunione con la Chiesa e con i Vescovi. 

 

sintesi di Daniela Di Domenico

(31.10.2016)