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Un solo Corpo chiamato a essere santo 
Sintesi della relazione del prof. Luis Navarro
rev. Navarro 311016 - Clicca per ingrandire...

«Siamo nella Chiesa per iniziativa di Dio che ha voluto che noi siamo suo Corpo, che in tutti noi scorra lo stesso sangue: quello di Cristo. Ha voluto farci membra della sua Famiglia». Il prof. Luis Navarro interviene alla 40ª Conferenza nazionale animatori sul tema: "«Pur essendo molti, siamo un sol corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri» (Rm 12, 5). La costruzione di comunità carismatiche: l’esperienza dei carismi, dell’unità, del servizio e dell’ecclesialità". E approfondisce i significati dell’immagine del corpo usata da san Paolo nel rivolgersi alle prime comunità cristiane. Un’immagine di unità e diversità, funzioni diverse e armonia, che ha il suo unico riferimento in Cristo: «Se Cristo, infatti - spiega il Rettore della Pontificia Università della Santa Croce a Roma - non costituisce l’elemento centrale della Chiesa, di ogni comunità in essa esistente, allora si tratterebbe di una comunità meramente umana».

Carismi, unità, servizio, ecclesialità, le quattro esperienze in cui si declina la vita dell’unico Corpo, plurale nelle sue membra. «La Chiesa - ricorda Navarro - fin dalle sue origini è edificata e guidata dallo Spirito con doni carismatici, gerarchici, con infinite grazie». Primo dono è il battesimo, «mediante il quale siamo incorporati a Cristo e chiamati alla santità. Non bisogna mai dimenticare che il traguardo ultimo del cristiano è l’identificazione con Cristo».

Per il bene della comunità sono poi «infiniti i doni elargiti da Dio a ogni singolo fedele e presenti non solo nella Chiesa primitiva, ma anche in quella dei nostri giorni». Di essi «si serve Dio per rinnovare la Chiesa lungo la storia». A questo proposito Navarro ricorda le parole di Benedetto XVI ai vescovi portoghesi nel 2010: «"Vi confesso la piacevole sorpresa che ho avuto nel prendere contatto con i movimenti ecclesiali e con le nuove comunità. Osservandoli ho avuto la gioia e la grazia di vedere come, in un momento di fatica della Chiesa, in un momento in cui si parlava di “inverno della Chiesa”, lo Spirito Santo creava una nuova primavera". I carismi - continua il Rettore parlando agli oltre cinquemila animatori e responsabili dell’assemblea - stanno alla base delle nuove realtà ecclesiali dando vita a modi di vivere la vita cristiana con radicalità. Ma anche all’interno di tali realtà, come accade tra di voi nel Rinnovamento, alcuni membri possono ricevere doni particolari che li possono distinguere dai propri fratelli». Doni che «sono al servizio della Chiesa» e sono autentici nella misura in cui «portano a sentirsi e a essere più Chiesa, nella consapevolezza che solo in essa hanno senso e portano frutto». Ecco l’esperienza del servizio e dell’ecclesialità del Corpo. I carismi vanno verificati e valutati dai Pastori, che hanno il compito del discernimento, e dai responsabili della comunità. Ogni movimento deve sottoporre all’Autorità il carisma con umiltà e con l’unico desiderio di metterlo a servizio di Dio.

Principale criterio per capire se un carisma è autentico, è riflettere sulla presenza dei frutti, che devono essere «non personali, ma per la comunità». E a questo proposito il Rettore mette in luce alcuni frutti abbondanti propri del Movimento del Rinnovamento, nel quale nascono nuove vocazioni, sia familiari che sacerdotali, e riprendono vita le vecchie: «Per molti - dice - entrare in contatto con queste realtà ha favorito una riscoperta di aspetti fondamentali della vita sacerdotale: la bellezza e l’importanza dell’orazione, della Celebrazione eucaristica, della compassione per le anime».

Per l’unità del Corpo, fondamentale è avere attenzione ai diversi tempi di crescita dei suoi membri e ai diversi stati di vita: «La salute del corpo - spiega Navarro - dipende dal retto funzionamento di ogni organo e di ogni membro. Non tutto in un corpo si sviluppa allo stesso modo; non tutte le membra guariscono alla stessa velocità. Tutto il corpo dovrà concentrarsi e contribuire alla salute delle membra più deboli, nella consapevolezza delle difficoltà o del male che le affligge e le condiziona nella crescita». E per essere attenti alla crescita degli altri, c’è solo una via: la preghiera. «In ogni realtà del Rinnovamento - auspica - sia compito di tutti, non solo dei responsabili, presentare i fratelli al Signore nella preghiera personale e chiedere a lui cosa vuole da loro».

A proposito invece dei diversi stati di vita che coesistono nel Corpo - sacerdoti, consacrati, laici, stati che rappresentano vocazioni all’interno dell’unica vocazione alla santità - Navarro invita a viverne la ricchezza evitando un «cambiamento di funzioni: non costruisce infatti la Chiesa - dice - la clericalizzazione dei laici o la laicizzazione dei chierici». In particolare il Rettore si sofferma sullo specifico compito dei laici di santificare le realtà secolari in cui vivono, dalla famiglia al lavoro, dalla cultura allo sport. E cita la Lumen Gentium: «"Per loro propria vocazione è dei laici cercare il regno di Dio trattando e ordinando secondo Dio le cose temporali" (n. 31). Questi tre stati di vita – continua – sono complementari e interconnessi, come i carismi che sono a sostegno di ciascuno di essi».

Infine il Rettore ricorda le parole di Papa Francesco al Rinnovamento in occasione della 38ª Convocazione nazionale. Parole che definisce «un forte richiamo all’ecclesialità del carisma del Rinnovamento: "Avete vissuto questa esperienza, condividetela nella Chiesa. Aiutare il Popolo di Dio nell’incontro personale con Gesù Cristo, che ci cambia in uomini e donne nuove, in piccoli gruppi, umili ma efficaci perche è lo Spirito che opera"».

Lucia Romiti

 

(31.10.2016)