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Incontriamo lo sguardo di Dio 
Celebrazione eucaristica celebrata da mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, Arcivescovo di Matera-Irpina
mons. Caiazzo 2016 - Clicca per ingrandire...

Una giovane mamma seduta in terra che allatta il suo bambino: con questa dolcissima immagine si apre l’omelia di mons. Caiazzo, recentemente nominato arcivescovo di Matera-Irpina. Dallo sguardo amorevole di questa donna verso suo figlio prende spunto un’esegesi sull’Amore, quell’amore infinito che si manifesta tra chi dona la vita e chi la riceve. Così il Vescovo spiega questa straordinaria relazione: lo sguardo tra la madre e il figlio «mette in evidenza come il piccolo riceve la vita dal seno della madre… Ma colei che l’ha messo al mondo è riconoscente perché è dono di Dio ed è Dio che la resa tale affinché manifestasse la maternità e, nello stesso tempo, la paternità di Dio che è amore e, in quanto tale, si prende cura continuamente di noi donandoci quello che lui è: divinità…». Dio ci riviste di divinità, dunque, affinché la nostra umanità possa mostrare meglio il suo Volto. Quando si realizza l’incontro straordinario di questi due sguardi (tra una madre e il suo bambino), continua il Vescovo, allora «la vita passa dall’uno all’altro e, in questo caso particolare, passa da Dio ai propri figli». «Incontrare lo sguardo di Dio – afferma mons. Caiazzo - non è solo un’emozione; incontrare lo sguardo di Dio significa sentire la forza della vita divina che entra dentro di te» e, quando accade ciò, «allora c’è il desiderio di camminare insieme con il tuo Dio e Signore e fare le cose non secondo i tuoi desideri personali o secondo quello che ritieni più giusto» ma con la consapevolezza che Dio, che è Padre, sa cosa di cui hai bisogno.

E dallo sguardo tra una madre e un figlio, mons. Caiazzo sposta l’attenzione sulla figura di Zaccheo che, salito sul Sicomoro, cerca tra la folla lo sguardo di Gesù. Quanti di noi, come Zaccheo, a Rimini o nelle nostre città, siamo alla ricerca di quello stesso Sguardo. Come per Zaccheo, spesso l’ostilità delle folle o la piccolezza dei nostri cuori ci impedisce di incrociare lo sguardo amorevole di Dio. E così, finiamo per dimenticare che siamo ricchi di Spirito Santo e preferiamo far parlare la “carne” piuttosto che lo Spirito.

Come nell’episodio evangelico di Zaccheo, è Gesù che rivolge il suo sguardo al pubblicano e «lo guarda, lo fissa e lo ama… e gli dice «Scendi perché oggi voglio fermarmi a casa tua e stare con te sempre». E quando Gesù posa il suo sguardo anche su di noi, entriamo in quel «circuito d’amore di Dio (perché l’amore di Dio è circolare) che avvolge completamente e da cui non si può più uscire fuori…». E sperimentare l’Amore di Cristo, che è entrato nella nostra vita, significa sperimentare «che apparteniamo a Cristo e alla Chiesa…, che serviamo la Chiesa e la amiamo attraverso l’esperienza nel RnS» nel quale il Signore ci ha messo e ci ha permesso di incontrarlo. Testimoniamo allora con la nostra vita, più che con le parole, la nostra appartenenza a Cristo, alla “Famiglia di Dio”.

Per fare questo è fondamentale lascarci catechizzare, è importante affiancare alla preghiera «un cammino di ascolto serio e di celebrazione della Parola». Solo così la Parola potrà trasformarsi in annuncio vivo, operoso, dinamico, annuncio in uscita verso chi è distante. Solo così potremo imparare a essere cristiani che partono, che annunciano e che condividono quello che hanno, proprio come Zaccheo che donò molto di più di quello che possedeva.

Dunque, ha esortato il Vescovo, apriamo il cuore, la mente, le braccia, per sentire davvero questo Amore che ci chiama ad “allattare” altri figli affinché possano ricevere ciò che Dio ci ha donato.

«”Oggi” – ha concluso mons. Caiazzo - per questa casa è venuta la salvezza perché anch’egli è figlio di Abramo». Oggi (che è l’oggi di Dio) Dio incontra l’uomo, ogni uomo, per «sanare ciò che era perduto». Mettiamoci dunque in cammino e portiamo a tutti questo lieto Annuncio. sintesi di Daniela Di Domenico

 

Un senso di pienezza e una conferma nella fede

Salvatore Martinez saluta mons. Antonio Giuseppe Caiazzo

«Mai ho avuto un senso di “pienezza” giunti neanche a metà del nostro cammino, dopo la predicazione di mons. Pitta e adesso l’omelia di mons. Caiazzo». Così Salvatore Martinez si è rivolto al Vescovo di Matera-Irpina, sottolineando i punti più importanti della sua ricchissima omelia: identità, appartenenza, formazione, ecclesialità, testimonianza. Cinque parole che hanno caratterizzato il cammino ecclesiale del Rinnovamento fin dall’approvazione dei Vescovi.

«Hai parlato – ha continuato il Presidente RnS – non solo da padre ma da fratello anziano del nostro Movimento, conoscendolo perfettamente e condividendolo». Le parole del Vescovo divengono allora una conferma nella fede e l’occasione per sentire ancora più viva la grazia del Rinnovamento nello Spirito.

E il dono di Martinez al Vescovo sembra essere, dopo la sua bellissima esegesi, una “Dioincidenza”: una ceramica del Fondo Sturzo che raffigura lo sguardo tenerissimo tra la Madonna e suo figlio Gesù. «Ogni volta che vedrai questa immagine – ha concluso Martinez – ricordati anche del nostro sguardo e del desiderio di stare in comunione con te». di Daniela Di Domenico 

(30.10.2016)