Martedì 14 giugno è stata
approvata da Papa Francesco la Lettera ai Vescovi della Chiesa cattolica
“Iuvenescit Ecclesia”, sulla relazione tra doni gerarchici e carismatici
per la vita e la missione della Chiesa.
Salvatore Martinez,
presidente nazionale RnS, commenta la Lettera a firma del Prefetto della
Congregazione per la Dottrina della fede, card. Ludwig Müller e
dell’arcivescovo segretario, mons. Luis Ladaria:
«Salutiamo con gratitudine la
pubblicazione di questa Lettera, che aggiorna e riafferma la collocazione
teologica ed ecclesiologica delle nuove aggregazioni ecclesiali, a partire
dalla relazione tra doni gerarchici e doni carismatici. La nostra sensibilità
sugli argomenti trattati, la verifica esperienziale delle
indicazioni comunitarie e pastorali diffuse nel Documento, ci permettono
di ribadire la continuità con il Magistero post conciliare. È chiara, al
contempo, la volontà di Papa Francesco di proporre una nuova “cultura
della Pentecoste”, che abbia nel riconoscimento e nella valorizzazione dei
numerosi carismi una grande risorsa di rinnovamento per la Chiesa e per l’urgente
conversione pastorale. Se san Giovanni Paolo II considerava i movimenti e le
nuove comunità “una risposta provvidenziale alle necessità della Chiesa e del
mondo”, suscitata dallo Spirito Santo alla fine del secondo
Millennio, Papa Francesco ha a cuore la proposizione di una “visione
armonica” del loro esistere e operare, perché si superi ogni orgoglio
autoreferenziale, ogni presunzione istituzionale, ogni distinzione esasperata
ed esasperante tra istituzioni e carismi, ogni mortificazione della fraternità
e della comunione nella diversità di stati, uffici e finalità perseguite.
Fondamentale poi il definitivo superamento di quella pericolosa divaricazione
da alcuni invocata tra cattolicesimo “sociologico” e
cattolicesimo “pneumatologico” e dunque di una
Chiesa “dell’istituzione” e una Chiesa “della carità”: contrapporli o
giustapporli sarebbe estinguere lo Spirito Santo nella vita dei fedeli, del
popolo di Dio, della Chiesa! La “coessenzialità” tra doni gerarchici e
doni carismatici nella struttura e nel mistero della Chiesa, più volte ribadite
da San Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI, trovano oggi nel Magistero di Papa
Francesco un rilancio della loro dimensione “missionaria”, così che
l’orizzonte carismatico s’inscriva dentro l’imprescindibile ritmo sacramentale
della Chiesa, a partire dalla Chiesa particolare verso la Chiesa
universale. Decisiva la riaffermazione di nozione di “bene comune” insita
nei carismi, che seppure dati alle singole persone, devono sempre generare vita
nuova e novità salutari e contagiose per molti, in un ordine ecclesiale e
sociale di stampo comunitario e mai individualistico. In tal senso, dalla
dottrina dei carismi può derivare una dimensione partecipativa e
collaborativa capace di vincere le tante crisi del nostro tempo.
Interessante l’aggiornamento dei “criteri di ecclesialità” fin qui vigenti
posti a discernimento dell’autenticità dei doni carismatici, così da favorire
la giusta e dovuta “maturità” dei movimenti in ordine alla loro testimonianza
nella Chiesa e per la Chiesa nel mondo. Ne discende una più adeguata
intelligenza dei doni di Dio, a partire dal mutato contesto storico nel
quale si trovano a interagire. In ultimo, è dirimente l’invito fatto
ai ministri ordinati a non disdegnare la partecipazione alla vita di una
realtà carismatica, da cui potranno trarre forza e aiuto umano e spirituale,
nel rispetto delle peculiarità di ogni singola aggregazione. Il Documento
sarà opportunamente ripreso nelle nostre Scuole di formazione nazionali e
interregionali, desiderosi di continuare il cammino intrapreso
in comunione con i Pastori della Chiesa, per lo sviluppo di quella
teologia dei carismi e dell’esperienza che sono un segno dei tempi nella Chiesa
di Francesco».
(15.06.2016)