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Una consegna che si rinnova 
Omelia di mons. Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli
39a Convocazione nazionale RnS - Clicca per ingrandire...

«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura» (Mc 16, 15). La Convocazione sta per concludersi e le parole di mons. Crescenzio Sepe, che celebra la Santa Messa, sono un evidente richiamo al mandato missionario che ci è stato “rinnovato”. Questa consegna, infatti, dice il card. Sepe, «si rinnova in ogni tempo e luogo, per tutti i discepoli di Cristo». La Convocazione è per tutti i partecipanti l’occasione per rafforzare la propria fede e rendere più credibile la nostra testimonianza della misericordia di Dio, del volto vivente di Cristo.

La missione che ci viene affidata «è la stessa missione che Gesù ha ricevuto dal Padre: “Non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato” (Gv 8, 42b)». È in questo mandato che si realizza la «relazione nello Spirito Santo», ricorda il Cardinale citando il teologo Hans Urs von Balthasar.

Anche Papa Francesco, nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, ci invita a «vivere di misericordia, perché a noi per primi ci è stata usata misericordia» (n.3). Siamo infatti destinatari e missionari della misericordia. In questo risiede il “mistero della misericordia di Dio”, lo scrive san Paolo: «ha rinchiuso tutti nella disubbidienza per usare a tutti misericordia» (Rm 11, 32).

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«Accogliere l’appello [di misericordia] significa farci guidare dallo Spirito Santo che ci spinge a tradurre la carità in opere di misericordia corporali e spirituali, soprattutto a favore dei più poveri o più necessitati». Nessuno ci dice che è una missione semplice, anzi, le nostre comunità civili sono traboccanti di vite affamate, disperate e assetate soprattutto di speranza, ma non dobbiamo scoraggiarci. Il card. Sepe ci ricorda che «non siamo soli e che Cristo ci ha donato il suo Spirito perché possiamo compiere la sua missione di amore e di giustizia». Come cristiani, siamo chiamati a soccorrere i fratelli che si trovano in difficoltà, non possiamo chiudere i nostri occhi, non possiamo restare indifferenti. Gesù per primo si è chinato a curare le nostre ferite, ad abbracciare le nostre sofferenze, restituendoci la dignità di figli di Dio. In questo risiede la “tenerezza di Dio”, che per la sua infinitezza e profondità richiama a una dimensione materna che dobbiamo testimoniare.

Infine, il Vescovo di Napoli ha invocato la benedizione di Maria su tutti i presenti affinché sia lei ad accompagnarci nel nostro cammino per testimoniare con gioia l’amore e la misericordia di suo figlio Gesù.

Sintesi a cura di Daniela Di Domenico

 

L’abbraccio nello Spirito Santo

Il saluto di Salvatore Martinez al card. Crescenzio Sepe, vescovo di Napoli

«Noi ci siamo impegnati a piantare delle “tende”, ma adesso dobbiamo dismettere una Fiera, quella della Convocazione». Salvatore Martinez descrive così il momento che sta per sopraggiungere: quello dei saluti, delle strette di mano, per riprendere la via del ritorno verso casa.

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Martinez ringrazia, a conclusione dell’omelia, il card. Sepe riprendendo alcune parole del suo esordio: «”l’abbraccio dello Spirito Santo”, un carisma che credo che i napoletani esercitino davvero bene». E «Dio è misericordioso perché Gesù ce l’ha rivelato tramite l’effusione dello Spirito Santo».

Il Presidente Martinez menziona poi l’incontro con il card. Sepe in occasione del Giubileo del 2000, quando il prelato aveva ricevuto l’incarico di presiedere l’organizzazione da Giovanni Paolo II.

Tra i passaggi dell’omelia, il Presidente RnS ne richiama uno in particolare, quando il cardinale parla di «città che sono deserti abitati da folle di disperati»: è una considerazione che scuote, atterrisce, soprattutto se si pensa alle terre in preda alla violenza più efferata, come Napoli. Servono aiuti, contributi, inziative. Da parte nostra, ha detto Martinez a nome del RnS, possiamo garantire la preghiera dei gruppi della Campania e di tutta Italia.

E, prima di salutare tutti i presenti, Martinez ha ringraziato tutti i sacerdoti, i volontari e i tecnici che hanno contribuito alla realizzazione della Convocazione. In special modo il grazie più sentito è andato a tutti coloro i quali hanno svolto un servizio lontano dalla sala e dagli altoparlanti: «Questi sono i missionari della misericordia – ha detto Martinez – perché si sono presi cura di tutti noi».

L’ultimo grazie del Presidente e del CNS è stato per ogni partecipante, per i gruppi e comunità che hanno preso parte alla Convocazione, per i vescovi e i cardinali che hanno presieduto le Eucarestie: «Questa è un’espressione di quella folla di sventurati che ritrovano, grazie alla misericordia, la speranza».

E con questo augurio, il Presidente Martinez ha salutato il popolo festoso del RnS: «Ci vediamo il 2 giugno dell’anno prossimo a Roma in occasione del giubileo d’oro del Rinnovamento di tutto il mondo!».

Daniela Di Domenico

(25.04.2016)