Con viva preoccupazione esprimiamo ferma contrarietà
al testo del disegno di legge Cirinnà, che di fatto svilisce l'istituto della
famiglia naturale nella sua unicità spirituale e sociale e altera la visione
antropologica secondo natura già nella negazione dei diritti del bambino.
Ribadiamo che i diritti dell'uomo
sono strettamente connessi e alimentati dal "diritto della famiglia", che
tutela la persona, sin dal suo nascere, da ogni fenomeno di disumanizzazione,
favorendone il più autentico e integrale sviluppo.
È proprio l'offuscamento di questa verità, in nome della
tutela delle libertà individuali, una delle cause più profonde
dell'individualismo etico che sta contagiando il tempo presente, con
sconfinamenti insostenibili, come l'estensione delle tecniche di procreazione
medicalmente assistita fino alla prassi della maternità surrogata ("utero in
affitto").
Pur assistendo da anni a profondi
mutamenti della famiglia, noi crediamo che nessuna ambiguità o alternativa
possano darsi rispetto alla sua identità naturale e spirituale prototipiche. E
seppure sia dovuta la tutela dei diritti civili dei singoli, rimane
inammissibile l'equiparazione all'istituto del matrimonio di ogni altro tipo di
convivenza.
Rifiutiamo ogni iniziativa volta
a "privatizzare" la famiglia, svuotandola di consistenza pubblica e sociale, e
al contempo il tentativo di forzare la giusta sintassi del vivere umano con
riduzioni di senso e comparazioni di ruolo insostenibili: il "produrre" sul
generare; la "fecondità" egoistica sui diritti del minore, finanche nascituro;
il "piacere" sul dovere; il "bene individuale" sull'utilità comune.
Siamo espressione di un
cattolicesimo di popolo, capillarmente vicino alle famiglie, e avvertiamo il
disagio crescente della gente dinanzi a un dibattito pubblico che ostenta
posizioni ideologiche contrastanti con gli ideali della maggioranza degli
italiani e a provvedimenti legislativi che fanno della famiglia la
"cenerentola" delle politiche sociali.
Il deficit di "cultura della vita" tra le nuove
generazioni e la strumentalizzazione politica di tutti i temi afferenti al più
grande "bene morale e sociale" di cui l'umanità dispone, che è la famiglia,
rimangono un vulnus doloroso per il
nostro Paese, sempre più irretito da una coscienza erronea che non determina
vero progresso civile e umano.
Noi non abbiamo smesso di guardare con misericordia al
futuro dei nostri figli ed è per questo che consideriamo improvvida la cultura dell'«in vitro veritas» che avanza nel nostro Paese, in nome di una
presunta modernità.
Pertanto, il Rinnovamento nello Spirito Santo, pur non
assumendo l'iniziativa sul piano organizzativo tra i soggetti che compongono il
Comitato promotore, valuta necessario che ci siano uomini e donne che in virtù
della propria cittadinanza attiva manifestino a Roma il 30 gennaio p.v. contro
un disegno di legge ritenuto ingiusto, fuorviante rispetto alle reali richieste
del Paese e dunque non condivisibile. I singoli aderenti
al nostro Movimento parteciperanno secondo le proprie possibilità e si
coinvolgeranno come meglio ritengono nella preparazione in atto a livello
locale.
Auspicando il miglior esito della manifestazione a
tutela della famiglia, nello spirito della "proposta" e non della
"protesta", riteniamo che sia un bene non ricondurre la manifestazione
stessa a sigle e denominazioni, siano esse legate a Movimenti ecclesiali,
Associazioni di scopo o Formazioni politiche.
Il
sentire della maggioranza del popolo italiano sul tema oggetto di questa
mobilitazione non può, né deve essere ricondotto a classificazioni o
strumentalizzazioni di qualsivoglia natura. Sarebbe limitare la portata di
questo gesto di responsabilità civile, che speriamo possa accomunare donne e
uomini di buona volontà, al di là di tutte le appartenenze religiose e le
distinzioni culturali.
Un sentire comune che non può non interpellare le menti
e le volontà dei tanti parlamentari cattolici che sono chiamati in queste
ore ad assumere decisioni di grande rilevanza storica. A essi ci rivolgiamo,
invitandoli a unirsi a noi nella preghiera, per discernere il bene dal
male, la verità dall'errore.
Da credenti, infatti, siamo persuasi che non c'è potere
più grande di quello espresso dalla preghiera, specie nei momenti di maggiore
bisogno di unità di un popolo. Ricorreremo in special modo alla Madonna, in
Veglie dedicate a Colei che è Madre, capace di custodire la famiglia umana e in
essa il dono della vita.
Roma, 19 gennaio 2016
Il Comitato nazionale
di Servizio
del Rinnovamento nello
Spirito Santo