«Di
solito, dopo la Messa di Natale, gli occhi dei detenuti che tornano nelle loro celle
sono gonfi di lacrime, questa volta no». Così il cappellano del carcere di
Opera, don Antonio Loi, sintetizza il frutto più grande dell’iniziativa
“L’ALTRrA cucina… per un pranzo d’amore” promossa da Prison Fellowship Italia in
collaborazione con il Rinnovamento nello Spirito. Mercoledì 23 dicembre, in
occasione del Natale, sono stati organizzati pranzi “stellati” – preparati da
noti cuochi di fama nazionale e internazionale - per detenuti e detenute di
cinque carceri italiane e le loro famiglie: Rebibbia e Casal del Marmo a Roma,
Opera a Milano, Sant’Anna a Modena, Pagliarelli a Palermo.
Nella
Casa di reclusione Opera è stato lo chef Filippo La Mantia a cucinare per 70 detenuti e i loro familiari, per un totale di
circa 250 persone. A servire ai tavoli, oltre ai volontari del Progetto
Sicomoro - programma di Giustizia riparativa sviluppato in Italia per Prison, che mira a
curare le ferite emotive delle vittime e dei carnefici -, alcuni
personaggi dello spettacolo, tra cui Lorella Cuccarini, e le vittime stesse di
reati.
La
giornata di festa è iniziata con la Messa celebrata da mons. Pierantonio
Tremolada, vescovo ausiliare di Milano: «Che in questo Natale – ha augurato -
ciascuno di noi faccia l’esperienza di sentirsi accompagnato da Gesù». Mons
Tremolada ha parlato della tenerezza e della misericordia di Dio: «Noi possiamo
contare sul suo amore, se abbiamo la grazia di percepirlo personalmente. Dio ci
ama così come siamo ed è sempre in grado di aprirci una prospettiva di luce».
«Qui oggi è Natale – ha detto Marcella Reni, presidente di
Prison Fellowship Italia -, qui si è
accesa una luce. E quella luce ora brilla negli occhi dei detenuti, illumina la gioia dei familiari, in particolare
dei bambini che oggi hanno ritrovato la loro famiglia. Nell’Anno della
misericordia vogliamo consolare anche questi ultimi. Sempre più detenuti
vogliono partecipare al progetto Sicomoro. E ciò significa che hanno il
desiderio di essere perdonati».
Nel
pomeriggio tutti si sono spostati nella sala teatro per assistere al concerto
di Edoardo Bennato e all’esibizione di alcuni comici di Zelig e Colorado: Nando
Timoteo, Francesco Rizzuto e Beppe Altissimi.
«Il
pranzo di oggi ha dato la possibilità ai detenuti di vivere la famiglia, e di
farlo proprio a Natale, che è per loro il momento più triste dell’anno – ha detto
il direttore di Opera, Giacinto Siciliano -. Il Progetto Sicomoro ha lasciato
il segno anche nelle guardie, ed è importante per i figli di chi deve scontare
delle pene: il carcere è un luogo in cui papà sta facendo qualcosa di buono e
ce la sta mettendo tutta per diventare migliore».
Lucia
Romiti