«Ritirarsi in disparte non è mai
facile, presi come siamo dalle incombenze della quotidianità. Eppure ritirarsi
è un’opportunità non per allontanarci dai nostro doveri ma per includere Gesù
negli impegni e nelle preoccupazioni della vita». Il presidente Salvatore
Martinez ha così accolto i dipendenti delle strutture del Rinnovamento nello
Spirito Santo presenti presso la Sede nazionale di via degli Olmi, a Roma, per
l’annuale ritiro di Natale. In questi tempi forti, alla vigilia del progetto
“L’ALTrA cucina… Per un pranzo d’amore. Pranzi stellati per detenuti e detenute
di cinque carceri” che vede impegnati il RnS e Prison Fellowship Italia,
«abbiamo bisogno di percepire più intimamente la presenza di Dio – ha aggiunto
Martinez –. Gesù è sempre con noi, ma la qualità del nostro sentire,
l’intensità, il modo in cui percepiamo la sua presenza sono a volte adombrati dall’uomo».
Alla
presenza del direttore Amabile Guzzo, di Federico Luzietti membro di CNS per
l’area Formazione, del presidente della Odos Servizi Paolo Zunino, del
segretario della Fondazione vaticana “Centro internazionale Famiglia di
Nazareth” Hector Nardone, il Presidente RnS ha poi introdotto don Guido Maria
Pietrogrande, confermato consigliere spirituale nazionale del Movimento dalla
CEI e nominato ""missionario della misericordia" dal Santo Padre
in questo Anno giubilare, che ha dettato la meditazione sul Natale.
«Il
giubileo è tempo della visita di Dio che lascia dietro di sé la sua benedizione
(cf Gl 2, 14) – ha esordito don Guido –. A volte comprendiamo la benedizione di
Dio solo quando è già passato accanto a noi, come per Mosè. Dai frutti che
vediamo riconosciamo la sua presenza. La misura di quanto lascerà dipende dal
desiderio che abbiamo nel credere fermamente che Dio ha una benedizione per
ciascuno di noi». Il Natale è il tempo per eccellenza della visita di Dio, che
entra nel tempo dell’uomo, e in questo compimento del Dio che si fa carne c’è
la sua misericordia, che dilaga come un’inondazione che arriva dappertutto,
innanzitutto – proprio come l’acqua – nei punti più bassi della nostra vita.
«Il giubileo è il tempo in cui Dio ti visita e ti riconcilia a sé. Il tempo
della Misericordia è occasione favorevole, grazia che passa. È Dio che cerca
te. San Paolo (cf 2 Cor 5, 17-21; 6, 1-2) ci ricorda che la riconciliazione è
dono che viene da Dio, che prende l’iniziativa di raggiungerci e attirarci a sé
per riconciliarci, e noi accogliamo questo dono». Dio che si rivela ha i
nomi della Misericordia, nomi “portatori di vita” che rivelano l’amore e la
tenerezza di un Dio che si fa padre e madre, generatore e custode della vita.
Ma perché Dio cerca l’uomo? «Vocazione della Trinità è essere vicino all’uomo:
Dio ha fatto esperienza della povertà quando si è fatto carne e gli mancherà
sempre qualcosa se l’uomo non è “invaso” dalla felicità di Dio. L’uomo senza
Dio è incompiuto, per tutto questo il Creatore cerca incessantemente la sua
creatura», come la donna della parabola della dracma perduta (cf Lc 15, 8-10).
«Siamo noi quella moneta dal peso quasi inconsistente, dal valore quasi nullo
per gli uomini ma bene prezioso agli occhi di Dio. Egli cerca ciò che sembra
non contare, ciò che il mondo rifiuta e non considera. Dio cerca l’uomo e lo
trova nei luoghi in cui si perde, non solo nel peccato ma nelle preoccupazioni,
nelle tante iniziative che lo angustiano. Quanti si faranno prossimi ai
carcerati saranno vicini a coloro i quali lo Stato reputa “perduti”, ma la
persona è persona sempre, non coincide col reato anche se tremendo». Dio cerca
l’uomo continuamente, non solo a Natale: «Un centesimo resta un centesimo, ma
se si dona non è più una piccola moneta».
Al termine della
meditazione è seguita la Celebrazione della Santa Messa presieduta da don Guido
Pietrogrande. Il pranzo di Natale, con lo scambio degli auguri, è stato l’atto
finale di questa giornata di fraternità.
Elsa De Simone