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Testimoni dell’Amore 
8° Pellegrinaggio nazionale delle famiglie per la famiglia
Racconto e galleria fotografica
8° Pellegrinaggio nazionale delle Famiglie per la Famiglia - Scafati-Pompei 12 settembre 2015 - Clicca per ingrandire...

Oltre 11.000 cuori, migliaia di famiglie, uomini, donne, padri e madri, bambini, nonni, tutti insieme in cammino per testimoniare che “Non c’è amore più grande” (cf Gv 15, 13): per l’ottavo anno consecutivo da quel settembre 2008 in cui il Pellegrinaggio nazionale delle famiglie per la famiglia ha avuto inizio, il Rinnovamento nello Spirito Santo si è messo in cammino tra le strade della periferia d’Italia «portando nel cuore la grande speranza del riscatto spirituale e sociale della famiglia», come ha dichiarato il presidente Salvatore Martinez alla vigilia di questo importante appuntamento. E questo 8° Pellegrinaggio nazionale si pone in un tempo particolarmente intenso per la famiglia, a pochi giorni dall’Incontro mondiale delle famiglie di Philadelphia (22-28 settembre) e dal Sinodo ordinario dei Vescovi sulla famiglia (4-25 ottobre), offrendo questo cammino come segno di comunione e d’intercessione per questi due importanti eventi ecclesiali.

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Promosso dal Rinnovamento nello Spirito Santo in collaborazione con la Prelatura pontificia di Pompei, con il Pontificio consiglio per la famiglia, con l’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia della CEI, con il Forum delle associazioni familiari e con i Comuni di Pompei e di Scafati, il Pellegrinaggio è stato guidato dalla Parola del vangelo di Giovanni (cf 15, 13) e dalle parole di Papa Francesco “Famiglia: vocazione, comunione e missione”, che si è unito alla preghiera dei pellegrini attraverso un messaggio del segretario di Stato di Sua Santità, il card. Pietro Parolin: «Il Santo Padre ringrazia per tale gesto di comunione e di intercessione che nel segno della Parola biblica “Non c’è amore più grande” vuole testimoniare la bellezza della vita familiare e il valore della preghiera in famiglia, come via d’incontro tra le generazioni e mezzo privilegiato per la trasmissione della fede».  

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Come da tradizione, i pellegrini si sono ritrovati all’Area mercatale di Scafati per un tempo iniziale di canti, testimonianze e interventi moderati da mons. Giovanni D’Ercole, vescovo di Ascoli Piceno. Tanti gli ospiti che si sono succeduti sul palco: il sindaco di Scafati Angelo Pasquale Aliberti e il vicesindaco di Pompei Pietro Amitrano; mons. Beniamino Depalma, arcivescovo-vescovo di Nola; don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio nazionale per la Pastorale della famiglia della CEI; il presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo, Salvatore Martinez.

«Non siamo un popolo che fa ideologia ma siamo un popolo che crede nella famiglia e nella ricchezza della famiglia – le parole del Vescovo di Nola –. Vogliamo dire alle nuove generazioni di non temere l’esperienza familiare perché è un’esperienza di crescita per diventare uomini. La famiglia è una possibilità di felicità e di umanizzazione».

«Nella preghiera possiamo trovare la forza per annunciare di nuovo la grazia liberante del sacramento del matrimonio – l’intervento di don Paolo Gentili –. L’essere famiglia non è un peso, non è un obbligo, tantomeno un lusso, ma è la possibilità di amare per sempre che Gesù Cristo ci dona. Occorre pregare per la famiglia, faro della Trinità in missione».

Assente per un imprevisto dell’ultim’ora Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari, che ha affidato a un testo il suo saluto: «In questi anni la mia presenza... è diventata condivisione fraterna di un prezioso gesto profetico, che tenacemente avete riproposto... Ogni volta per me è stata una commovente conferma della bellezza di essere popolo, di essere uniti in un gesto che è sia radicalmente pubblico che integralmente personale, intimo. Pregare per le strade di una città, tutti insieme, verso Maria, ha sempre l’evidenza di una testimonianza sociale, di una presenza pubblica».

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Spazio poi a tre testimonianze, che hanno declinato altrettanti aspetti della vita familiare: vocazione, comunione, missione. Conclusioni di questo primo momento affidate al presidente Salvatore Martinez: «Non c’è un amore più grande di Gesù: la famiglia rimarrà viva perché Gesù è il Signore della famiglia. Dobbiamo avere il coraggio di dire che la famiglia è viva, perché Gesù è vivo. C’è bisogno di preghiera, c’è bisogno di miracoli, di sapienza, non di parole umane. Queste cose l’uomo non le può acquistare ma solo ricevere per grazia. La missione della famiglia è andare per le strade e dire, vivere ed esperimentare che non c’è un amore più grande».

Poi, al cielo si innalza la preghiera con cui viene affidato al Signore l’inizio del cammino dei pellegrini verso il Santuario della Vergine del Rosario di Pompei: «Signore Gesù, sorgi nella tua luce, sorgi nella tua potenza, sorgi nella tua giustizia, sorgi nella tua misericordia».

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All’arrivo in piazza, ai piedi del Santuario – dopo aver pregato lungo il tragitto i “sette misteri” del Rosario della Famiglia, una selezione dei 20 Misteri canonici – ad attendere gli oltre 11.000 pellegrini è stato mons. Tommaso Caputo, arcivescovo prelato di Pompei: «Qui tutti insieme siamo “di casa” perché questo Pellegrinaggio si conclude nella casa di Maria, che accoglie tutti i suoi figli».

Prima della Messa, l’Atto di affidamento a Maria delle famiglie e la speciale Benedizione delle famiglie, dei ragazzi e dei bambini alla vigilia del nuovo anno scolastico. A presiedere la Concelebrazione eucaristica, trasmessa in diretta da TV2000, mons. Fabio Fabene, sottosegretario del Sinodo dei Vescovi. «“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici” (Gv 15,13). Queste parole, pronunciate da Gesù nell’imminenza della sua passione, ci svelano una volta per tutte che il vero volto di Dio, che risplende sul volto di Gesù, è il volto dell’amore, di un amore spinto fino all’estremo – ha commentato il Vescovo nel corso dell’omelia –.  Il volto del Crocifisso è in definitiva il volto della misericordia. Il Giubileo della Misericordia e il Sinodo dei Vescovi sono intimamente connessi perché, come hanno affermato i padri sinodali lo scorso anno, “oggi la famiglia ha bisogno di essere protetta da attacchi insidiosi e da programmi contrari a tutto quanto noi riteniamo vero e sacro e allo stesso tempo occorre accogliere le persone con la loro esistenza concreta, saperne sostenere la ricerca, incoraggiare il desiderio di Dio e la volontà di sentirsi pienamente parte della Chiesa anche in chi ha sperimentato il fallimento o si trova nelle situazioni più disparate”».

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«Questa Chiesa accogliente vive innanzitutto nelle vostre case – ha concluso mons. Fabene –. Ogni famiglia, nella quale si sperimentano luci e ombre insieme a sfide esaltanti, è chiesa domestica dove voi genitori siete i primi e insostituibili maestri ed educatori della fede e dell’umanità dei vostri figli, dove vivete quell’amore più grande, l’amore di Dio che è la fonte della vostra comunione d’amore familiare... con la luce gentile della vostra vita familiare, illuminate l’oscurità che può diventare tenebra quando si insinua nel cuore stesso delle famiglie il male e il peccato».

Prima del congedo finale, il coordinatore nazionale Mario Landi ha dato appuntamento al prossimo 3 ottobre, in Piazza San Pietro, per pregare lo Spirito Santo alla vigilia dei lavori del Sinodo sulla famiglia, in comunione con tutta la Chiesa, per «mostrare con gioia a Dio, prima che agli uomini, il volto delle nostre famiglie, la loro dignità – come indicato dal presidente Martinez – a partire dalle più provate, per ricevere dal Cielo il miracolo di un nuovo amore, di una rinnovata identità cristiana, di una nuova fedeltà, di un nuovo coraggio nella testimonianza del “Vangelo della famiglia”».

 Elsa De Simone

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