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La chiave della fede 
Sintesi dell'Omelia di S. E. R. card. Agostino Vallini
37a Convocazione Rinnovamento con Papa Francesco - S.E.R. card. Agostino Vallini - Clicca per ingrandire...

«In questa Convocazione abbiamo ricevuto tanti insegnamenti. In particolare abbiamo tutti nel cuore le parole del Santo Padre Francesco e tante sono state le testimonianze che abbiamo ascoltato. Così mi sono chiesto se non sia più utile un momento di silenzio, per interiorizzare la Parola di Dio che è stata proclamata». Con questa intensa riflessione, il card. Agostino Vallini, Vicario del Papa per la diocesi Roma, apre la sua omelia nel corso della Celebrazione eucaristica della seconda giornata. Incentrata sulla lettura di un passo del vangelo di Giovanni (cf 16, 30-33), l'omelia ha proposto ai presenti una profonda meditazione sul significato del dono dello Spirito Santo, ispirata alle parole di addio che Gesù rivolse agli apostoli dopo l'ultima cena, rivelando loro il suo imminente ritorno alla Casa del Padre e la loro prossima missione: «Egli - spiega Vallini - aveva già detto loro che sarebbero stati discepoli amandosi gli uni con gli altri. E, usando l'immagine della vite e dei tralci aveva ribadito che non avrebbero potuto amarsi se non fossero rimasti in lui». Rimanere in lui: solo rispondendo a questo importante monito di Gesù ci è possibile portare frutto. Tuttavia, l'esperienza di Dio in noi ha un prezzo, come lo ebbe per i discepoli che, adempiendo al compito assegnatogli, sarebbero andati incontro, come Gesù, all'odio e alla persecuzione. Ma, la tristezza che avrebbero provato per non poterlo più vedere, sarebbe stata compensata «dal dono del Paraclito, del Consolatore che li avrebbe guidati alla Verità tutta intera». Questa rivelazione avviene per bocca di Gesù con un tono diverso da quello che i discepoli erano soliti recepire: con intimità, senza più veli, Gesù annuncia il dono dello Spirito, un dono imprescindibile per ciò a cui i il Signore ci ha chiamato: «La chiave per interpretare nella fede tutte le vicende della nostra vita - continua il card. Vallini - è una sola: è lo Spirito Santo, luce di verità, forza di amore, che trasforma l'esistenza e rende possibile l'impossibile. Dobbiamo esserne sicuri!». Ciò avviene solo se si è capaci di lasciare che la trasformazione dello Spirito operi in noi, rendendoci simili a Gesù: «Lo Spirito Santo è l'acqua pura sgorgata dal costato di Cristo e dove giunge tutto rivive. È il fuoco che giunge dall'alto e plasma i comportamenti e le scelte di vita. Lo Spirito riporta dovunque la vita e per questo la Chiesa ne professa la fede nel Credo». In un tempo di idolatria, in cui le maggiori insoddisfazioni e le più forti disperazioni si riscontrano nelle società benestanti, è ancor più forte il bisogno di accogliere lo Spirito, ogni giorno: «Io stesso - prosegue il Cardinale - ogni mattina prego lo Spirito e ne ricevo benessere, una luce migliore per affrontare le mie giornate. Lo Spirito ci rinnova, ci santifica, è bellezza e coraggio. È vita». Nel mondo attuale, anche fra i battezzati, non è sempre facile riscontrare una coscienza dello Spirito che corrisponda al riconoscerlo come sorgente di vita: per questo sentiamo ogni giorno il bisogno di annunciare questo grande Dono a chi vive accanto a noi: «Come si porta lo Spirito Santo? Con la testimonianza della vita, con la gioia sul volto, con il coraggio di una parola discreta ma convincente». Il Cardinale conclude la sua omelia rivolgendo una richiesta all'assemblea del Rinnovamento, un invito a raccontare il dono dello Spirito a quanti non ne conoscono le meraviglie: «Voi che vivete questa corrente di grazia, parlate dell'Amore di Dio e l'umanità si aprirà ai frutti di una nuova Pentecoste».

Al termine dell'omelia, don Guido Pietrogrande, consigliere nazionale spirituale del RnS, saluta il card. Vallini ringraziandolo per l'affetto dimostrato al Movimento nei mesi di preparazione e di lavoro che hanno preceduto la Convocazione: «Grazie per l'affetto dimostratoci - esordisce don Guido - e per i consigli che ci ha dato. Lei sapeva che cosa significava una Messa allo stadio. È uno dei primi animatori liturgici di questa Convocazione! Ci ha persino aiutato a risolvere il "rebus" dell'Eucaristia e, grazie al suo consiglio, abbiamo impiegato solo 17 minuti per distribuirla a tutti!» Il Consigliere spirituale conclude ringraziando il Cardinale «per la benevolenza che ha usato al Rinnovamento in tutto questo tempo e che continuerà a riservarci perché è propria della sua persona».

Damiano Mattana

 

(02.06.2014)