Segreteria nazionale
via degli Olmi, 62
00172 Roma
tel 06 2310408
fax 06 2310409
mail rns@rns-italia.it
Homepage >> Eventi >> 36a Conferenza Nazionale Animatori Torna alla pagina precedente...
Il Rinnovamento sia fucina di testimoni 
Relazione di don Patrizio Rota Scalabrini
Conferenza Nazionale Animatori 2012 - Don Patrizio Rota Scalabrini - Clicca per ingrandire...I gruppi e le comunità del RnS come luoghi di discernimento dei segni della presenza di Dio; luoghi in cui mirare a forgiare testimoni che anche nei giorni bui adorino Dio in Spirito e verità e proclamino con fede la sua signoria. Muove dal passo della Prima lettera ai Corinzi - «Prostrandosi a terra, adorano Dio e proclamano: "Veramente Dio è fra noi" (cf 14, 25)» - la catechesi del biblista, anziano del Rinnovamento, don Patrizio Rota Scalabrini. «Riconoscere i segni della presenza di Dio - spiega - non significa concentrarsi solo sul momento cultuale, ma cogliere il suo passaggio in tutti gli aspetti della propria vita, nell'ambito pubblico e nell'ambito privato, in quello civile e in quello ecclesiale, nelle dimensioni affettive e in quelle economico-lavorative. Dio non è confinabile nei limiti del rito e del culto, anche se da questi non si può prescindere». Il Biblista cita il testo del Libro dei Numeri (cf 11, 25-29) in cui un giovane si scandalizza perché due uomini stavano profetizzando non nella Tenda, ma nell'accampamento. Mosè gli rispose: «"Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore porre su di loro il suo Spirito!" (v. 29). Siamo chiamati - continua don Patrizio Rota - a riconoscere la presenza del Signore nella Tenda, ma anche fuori della Tenda, nella vita ordinaria». Quali i segni di questa presenza? Dal frutto si riconosce la qualità dell'albero: «Quando c'è amore, c'è Dio; quando c'è gioia vera, c'è Dio. Quando il cuore conosce quella pace che lo custodisce anche nelle prove, c'è Dio. Quando l'animo è capace di desiderare in grande, di non rinunciare a un orizzonte più ampio del proprio particolare, allora c'è Dio!».
Il Biblista accenna alla crisi attuale, economica, ma soprattutto di valori. E invita a ricordare la parola del profeta: «"Io ho fiducia nel Signore, che ha nascosto il volto alla casa di Giacobbe, e spero in lui" (Is 8, 17). Isaia ci indica la disciplina della fede: saper restare in attesa, con la fiducia certa che Dio continua ad abitare tra noi e non abbandona il suo popolo. Noi oggi abbiamo bisogno di testimoni. È la presenza dei testimoni che segnala la presenza di Dio. Nei nostri gruppi e nelle nostre comunità dobbiamo preoccuparci di formarci e formare a essere testimoni». E a fondamento della testimonianza, ci sono la prostrazione, l'adorazione e la proclamazione: «Prostrarsi non è annichilirsi, ma consegnarsi, darsi totalmente a Dio. Coltivare un senso profondo di umiltà e di abbandono a Dio - aggiunge - è uno dei compiti più importanti per i nostri gruppi di preghiera, altrimenti ci si sentirebbe degli arrivati». Prostrazione come atteggiamento corporeo preliminare all'adorazione, la quale «non si limita al momento rituale, ma è uno sguardo di fede sulla vita: adorare significa mettere Dio al di sopra di tutti i nostri progetti». Infine, «non c'è vera fede adorante che non diventi anche fede confessante, proclamante». Ma perché la comunicazione della fede sia convincente, è necessario «un tempo di approfondimento, di preparazione, di fortificazione della propria vita spirituale». Non solo, è necessario assumere quell'amabilità «che rende facile all'altra persona amare». Al termine, il Biblista invita a ricordare che «la fraternità è lo stile più profondo di ogni proclamazione. Se impariamo a volerci bene come fratelli, sapranno che siamo Suoi discepoli».
Lucia Romiti
(02.11.2012)