rivista di maggio-giugno 2000


 

 

Rimini 2000: un preludio della Pentecoste


(Salvatore Martinez - Coordinatore Nazionale del RnS)

Benvenuti a Rimini, città della gioia che lo Spirito in questi giorni sceglie e indica al mondo intero come "città della gioia", città in cui un "grande popolo eucaristico", il popoplo del Rinnovamento, si prepara come gli apostoli «a rendere con grande forza testimonianza della risurrezione del Signore Gesù» (cfr. At 4, 33).
È davvero un "preludio della Pentecoste giubilare" quello che ci apprestiamo a vivere nell'unico Spirito nel quale noi, i nostri gruppi, le nostre comunità siamo stati rigenerati. Una straordinaria fantasia di voci e di colori. Una grande storia sacra, quella che qui, a Rimini, vogliamo raccontare al mondo: una storia nuova in trenta-quarantamila vite nuove, vite rigenerate dallo Spirito, disponibili a seguire Gesù con profonda convinzione.

«Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande simpatia». (At 4, 33): un carismatico non può conoscere una testimonianza debole, che non parta da profonda convinzione. Gesù ci ha salvato con il potere dello Spirito, e nel potere dello Spirito ci spinge a rendere testimonianza con grande forza, a dare conto a tutti della sua presenza vittoriosa nella nostra vita.

Dal sepolcro vuoto una presenza viva

Vorrei salutarvi con un'immagine: il sepolcro vuoto (cfr Gv 20, 1-8). È la sorpresa più grande che gli apostoli potessero attendersi da Gesù. Una domanda: vi siete avvicinati al sepolcro? È vuoto, è risorto! La vita di un carismatico inizia sempre da questa straordinaria sorpresa: le cose vecchie sono passate, ne sono nate di nuove. Non più lutto, pianto, rassegnazione, ma speranza viva, un'impagabile certezza: in Gesù sono una creatura nuova. Un carismatico non cerca Gesù dove non può stare, non lo invoca ostinatamente nel passato: egli è il Dio della vita, è il Dio che dà la vita, è il Dio che ci fa dare la vita perchè altri, come noi, possano essere salvati dalla grazia del suo nome.
Rimini 2000 è un kairòs, un momento favorevole, giorni favorevoli per sperimentare in maniera nuova, travolgente, la presenza viva di Gesù nella nostra vita.
Siamo qui per proclamare Cristo, «speranza della gloria» (Col 1, 27), il Dio «che ci riempie d'ogni gioia e pace nella fede» (cfr Rm 5, 13).
La Scrittura ci esorta «a rendere ragione della speranza che è in noi» (1 Pt 3, 15); siamo un popolo di scampati, di salvati. Gesù ha già vinto e ci ha salvato dal rancore, dalla paura, dalla solitudine, dalla malatia, dal peccato, dalla tristezza del mondo, dalla mentalità del mondo.
Quante cose ci tenevano lontani da lui; quante cose ci facevano tenere lo sguardo ripiegato, come i discepoli di Emmaus per dire: «È finita, invano ho atteso, invano ho sperato» (cfr Lc 24, 21). Quante volte abbiamo ritardato la nostra visita al sepolcro, pensando di non trovare alcuna novità.
Vi prego allora: avvicinatevi ancora di più al sepolcro! Molti uomini hanno smarrito Cristo: solo chi contempla e sperimenta nella propria vita il prodigio della risurrezione è capace di consegnare Cristo, speranza delle genti. Chi non si è ancora deciso per Gesù non perda altro tempo: è il momento dell'incontro decisivo, consegni la propria vita a Gesù. Chi ha già fatto questo passo non esiti a ritornare a Gesù, come se fosse la prima volta, come nei giorni dello stupore, del primo grande innamoramento.
Gesù, con la sua vita, non ha evitato la morte. Un carismatico conosce bene questa realtà di vittoria. Un carismatico viene allenato dallo Spirito a vincere le situazioni di morte, dentro e fuori di noi, nel potere del Figlio di Dio, che mi ha amato al punto di donarmi la sua stessa vita.
Questi sono giorni in cui siamo chiamati a essere «lieti nella speranza» (Rm 12, 12).
Cristo è la nostra speranza: noi non speriamo in qualcosa (una guarigione, un dono carismatico), noi speriamo in Qualcuno, in colui che ci ha salvati, Cristo Gesù, colui che solo ha il potere di salvare quanti lo cercano e lo invocano con sicerità di cuore.
Saranno giorni di festa, saranno giorni di grazia, saranno giorni di giubilo. Il Giubileo è questa "ora interminabile di speranza", è l'oggi e il qui di Gesù Cristo. La porta è spalancata, la tomba è vuota; questi giorni diventano "epifania di Dio", manifestazione della sua gloria.

Giorni di festa e di grazia

Un augurio per noi che ci apprestiamo a vivere questi indimenticabili giorni: che il Rinnovamento si riveli ancora di più nella potenza dello Spirito, nella forza del Vangelo di Gesù risorto, operando due sfide: ripartire dall'uomo, ripartire dalla Chiesa.
Ripartire dall'uomo
dicendogli che non è lui il Vangelo, cioè misura della verità.L'uomo non è capace di dare nulla di buono se non si rivela in lui in Vangelo di Gesù. Senza Cristo non c'è alcuna buona notizia. Quanti fallimenti, quante sofferenze derivano da questo terribile equivoco: nessuno può salvare se stesso, nessun uomo può dare salvezza. Gesù Cristo, l'unico salvatore del mondo. Bisogna fare di più, il mondo attende i carismatici, i testimoni della risurrezione.
Ripartire dalla Chiesa collaborando con Giovanni Paolo II, e con la Chiesa tutta, in ogni sua componente, perchè il mondo divenga "una grande città dello Spirito". Questa è la sola vera globalizzazione che i carismatici devono fortemente desiderare. Il mondo una grande città dello Spirito., il luogo dove la Chiesa, corpo di Cristo, attraverso la collaborazione di tutte le sue membra - vescovi, sacerdoti, laici, famiglie - mediante i carismi, gli uffici, i ministeri che lo Spirito assicura alla sua Chiesa, supera ogni carenza d'amore, per rendere la Chiesa, sposa di Cristo, così bella, così affascinante, così incisiva nella sua comunione, da non passare più inosservata in molti angoli della terra. Se è vero che molti lasciano la Chiesa o non la conoscono neppure, è vero anche che tutti guardano ai cristiani, a noi e alla nostra testimonianza. E allora iniziamo noi, iniziamo per primi. Varchiamo con speranza la porta del nostro Giubileo, Cristo Gesù, e non stanchiamoci di ripetere che Gesù è veramente risorto e risorgerà in ogni uomo.