Statuto dell'Associazione

STATUTO

NATURA E FINE
ART. 1
ART. 2
ART. 3

APPARTENENZA
ART. 4

ORGANI DI
SERVIZIO
ART. 5 - ART. 6
ART. 7 - ART. 8
ART. 9 - ART. 10
ART. 11 - ART. 12
ART. 13 - ART. 14

RAPPORTI CON
I VESCOVI
ART. 15

DISSOCIAZIONE
ART. 16

MEZZI DI
SOSTENTAMENTO
ART. 17

DISPOSIZIONI
FINALI E
TRANSITORIE

ART. 18 - ART. 19

COMMENTO

(vai al commento)

I - NATURA E FINE
ART. 1

§ 1 è costituita l'Associazione privata di fedeli "Rinnovamento nello Spirito Santo" che, all'interno della omonima corrente spirituale, opera nella Chiesa per il rinnovamento della vita cristiana.

§ 2 L'Associazione ha sede in Roma.

ART. 2

L'Associazione persegue le seguenti finalità:

a) la riscoperta della grazia battesimale e della propria identità cristiana;
b) la conversione permanente della propria vita conformandola sempre più allo stile del Vangelo;
c) l'aiuto ad accogliere una rinnovata effusione dello Spirito Santo, la Sua guida, i Suoi doni e carismi
d) la formazione al servizio ministeriale nella Chiesa e nella società;
e) la promozione e la formazione di Gruppi di Rinnovamento e di forme di Comunità del "Rinnovamento nello Spirito Santo".

ART. 3

L'Associazione svolge tutte le attività necessarie o utili al raggiungimento delle finalità espresse dall'art. 2. Promuove inoltre la formazione religiosa dei suoi membri per una loro sempre maggiore partecipazione alla missione evangelizzatrice della Chiesa e per una presenza incisiva nei campi della cultura, della carità e dell'impegno sociale.

 

II - APPARTENENZA
ART. 4

§ 1 Sono membri dell'Associazione i singoli fedeli laici che, dopo il previsto cammino di preparazione, hanno ricevuto la preghiera per una rinnovata effusione dello Spirito Santo e dichiarano di voler operare attivamente nella Associazione.
§ 2 Alle stesse condizioni di cui al primo paragrafo possono essere membri dell'Associazione:

  • i sacerdoti (cfr. CDC, can 298, § 1);
  • i religiosi e le religiose con il consenso dei loro superiori (cfr. CDC, can 307, § 3).

 

III - ORGANI DI SERVIZIO
ART. 5

L'Associazione si articola in Gruppi locali, cellule base del "Rinnovamento nello Spirito Santo", che sono collegati tra di loro a livello regionale e nazionale. A tutti i livelli sono preposti dei Coordinatori i quali, pur con uno stile di iniziativa responsabile, sono al servizio dell'unità, della comunione e del cammino secondo lo spirito del Rinnovamento.

ART. 6

§ 1 Sono organi di servizio dell'Associazione:

  • il "Pastorale di Servizio" del Gruppo locale;
  • il Coordinatore del Gruppo locale o delle Comunità;
  • il Consiglio Regionale;
  • il Comitato Regionale di Servizio;
  • il Coordinatore Regionale;
  • il Consiglio Nazionale;
  • il Comitato Nazionale di Servizio;
  • il Coordinatore Nazionale.

§ 2 I membri di ciascuno degli organi di cui al paragrafo precedente sono eletti a norma del can. 119, § 1 e durano in carica un triennio.

a livello locale
ART. 7

§ 1 Il "Pastorale di Servizio" del Gruppo è composto da un numero di membri non inferiore a 3 (tre) ed è eletto dai membri dell'Associazione appartenenti al Gruppo locale.

§ 2 Il "Pastorale di Servizio" del Gruppo locale o delle Comunità:

a) riconosce i membri che compongono il Gruppo in quanto realizzano le condizioni previste dall'art. 4;
b) discerne e guida il cammino spirituale e comunitario del Gruppo;
c) favorisce l'esercizio dei carismi e la promozione dei "ministeri di fatto";
d) persegue, in armonica collaborazione con la propria Chiesa locale, le finalità espresse negli artt. 2 e 3 del presente Statuto.

ART. 8

§ 1 Il Coordinatore del Gruppo locale:

a) convoca e presiede il "Pastorale di Servizio" del Gruppo coordinandone l'attività di servizio;
b) promuove l'attuazione degli indirizzi e delle decisioni comunicate dagli organi nazionali e regionali;
c) svolge una costante azione di comunione all'interno del Gruppo di "Rinnovamento nello Spirito Santo" e con le altre realtà di ispirazione carismatica e promuove la collaborazione con le realtà ecclesiali locali.

§ 2 Il Coordinatore viene eletto dai membri del Gruppo locale, in seno ai membri del "Pastorale di Servizio" del Gruppo.

a livello regionale

ART. 9

§ 1 Il Consiglio Regionale è composto dai membri del Comitato Regionale di Servizio di cui al successivo art. 10 e dai Coordinatori dei Gruppi di "Rinnovamento nello Spirito Santo" della Regione o delle diocesi della Regione o delle Zone interdiocesane, scelti secondo le modalità stabilite dal Regolamento interno dell'Associazione.

§ 2 Spetta al Consiglio Regionale:

a) decidere come attuare i programmi e le iniziative nazionali e come promuovere, in sintonia con gli organismi nazionali, tutte le attività pastorali ed organizzative, a livello regionale;
b) assolvere agli altri compiti previsti, a livello regionale, dal Regolamento interno dell'Associazione.

ART. 10

§ 1 Il Comitato Regionale di Servizio è composto da un numero di membri non inferiore a 5 (cinque).

§ 2 L'elezione del Comitato Regionale di Servizio viene effettuata dal Comitato Regionale di Servizio uscente e dai Coordinatori dei "Pastorali di Servizio" dei Gruppi di "Rinnovamento nello Spirito Santo" riconosciuti nella Regione. Lo stesso collegio elegge, successivamente, in seno ai membri del Comitato Regionale di Servizio eletti, il suo Coordinatore.

§ 3 Il Comitato Regionale di Servizio riconosce come formalmente costituiti i singoli Gruppi e le Comunità.

§ 4 Il Comitato Regionale di Servizio è corresponsabile con il Coordinatore Regionale per l'attuazione dei programmi e delle iniziative decisi dai competenti organi a livello nazionale o deliberati a livello regionale.

ART. 11

§ 1 Il Coordinatore Regionale:

a) convoca e presiede il Comitato Regionale di Servizio e ne coordina le attività pastorali ed organizzative, in ottemperanza alle direttive del Comitato Nazionale di Servizio e secondo le necessità della Regione;
b) convoca e presiede il Consiglio Regionale;
c) svolge una costante azione di comunione all'interno dei Gruppi del "Rinnovamento nello Spirito Santo" e promuove la collaborazione con tutte le realtà ecclesiali esistenti nella Regione;
d) rappresenta i Gruppi del "Rinnovamento nello Spirito Santo" esistenti nella Regione presso la Conferenza Episcopale Regionale;
e) rappresenta a tutti gli effetti, a livello regionale, l'Associazione verso l'interno e verso l'esterno.

§ 2 Il Coordinatore Regionale viene eletto secondo le modalità di cui al secondo paragrafo dell'art. 10.

a livello nazionale
ART. 12

§ 1 Il Consiglio Nazionale è composto dai membri del Comitato Nazionale di Servizio di cui al successivo art. 13 e dai Coordinatori Regionali.

§ 2 Spetta al Consiglio Nazionale:

a) decidere gli indirizzi generali, le iniziative e i programmi nazionali, che poi saranno attuati dagli organi competenti a diversi livelli;
b) redigere e modificare lo Statuto dell'Associazione ed il Regolamento interno;
c) assolvere a tutte le funzioni di sua competenza previste dallo Statuto, dal Regolamento interno e dalle norme di comportamento che regolano la vita del "Rinnovamento nello Spirito Santo";
d) nominare un componente del Collegio dei Revisori dei Conti della Fondazione "ALLEANZA del Rinnovamento nello Spirito Santo", di cui al successivo 2.art. 17, scegliendoli tra persone dotate di adeguata professionalità.

§ 3. I membri del Consiglio Nazionale fanno parte di diritto dell'Assemblea dei Fondatori della Fondazione "ALLEANZA del Rinnovamento nello Spirito Santo", di cui al successivo art. 17.  

ART. 13

§ 1 Il Comitato Nazionale di Servizio é composto da 9 (nove) membri, eletti dal Consiglio Nazionale.

§ 2 Lo stesso Consiglio Nazionale elegge, successivamente, in seno ai nuovi membri del Comitato Nazionale di Servizio, il Coordinatore Nazionale.

§ 3 Il Comitato Nazionale di Servizio svolge una funzione propositiva in ordine alle finalità e alle attività di cui agli artt. 2 e 3 del presente Statuto e dà attuazione a tutte le attività pastorali ed organizzative, decise dal Consiglio Nazionale, utili alla realizzazione delle finalità di cui sopra.

 

ART. 14

§ 1 Il Coordinatore Nazionale:

a) convoca e presiede il Comitato Nazionale di Servizio ed il Consiglio Nazionale e coordina le attività pastorali ed organizzative dell'Associazione, in ottemperanza alle direttive del Comitato Nazionale di Servizio e secondo le necessita dell 'Associazione medesima;
b) coordina le attività pastorali ed organizzative dell'Associazione "Rinnovamento nello Spirito Santo";
c) presiede di diritto la Fondazione "ALLEANZA del Rinnovamento nello Spirito Santo";
e) rappresenta l'Associazione presso la Conferenza Episcopale Italiana e ogni altra istanza.

§ 2 Il Coordinatore Nazionale viene eletto secondo le modalità di cui al secondo paragrafo dell'art. 11.

 

IV - RAPPORTI CON I VESCOVI ITALIANI

ART. 15

§ 1 Il "Rinnovamento nello Spirito Santo", in quanto Associazione privata di fedeli, fa sue le direttive pastorali dei Vescovi a livello diocesano, regionale e nazionale, incoraggiando i propri membri a mettere a disposizione della Chiesa le loro capacità, come anche i doni e i carismi, della cui autenticità sono giudici gli stessi pastori (cfr. LG, 12).

§ 2 I membri del Gruppo locale si impegnano, altresì, in modo responsabile e creativo nella Chiesa particolare, coinvolgendosi attivamente nei progetti pastorali della medesima.

§ 3 Il "Rinnovamento nello Spirito Santo" può, come previsto dal can 324, § 2 del Codice di Diritto Canonico, scegliere attraverso i suoi organi statutari un "Consigliere Spirituale", tra i sacerdoti secolari e religiosi appartenenti alla Associazione stessa, e ne chiede conferma alla Conferenza Episcopale Italiana.

 

V - DISSOCIAZIONE
ART. 16

§ 1 I membri possono abbandonare liberamente l'Associazione.

§ 2 In caso di comprovata irregolarità, i membri possono essere dissociati rispettivamente dal "Pastorale di Servizio" del Gruppo oppure dal proprio Comitato Regionale di Servizio.

§ 3 Contro il provvedimento di cui al comma precedente è possibile il ricorso rispettivamente al Comitato Regionale di Servizio o al Comitato Nazionale di Servizio.

 

VI - MEZZI DI SOSTENTAMENTO

ART. 17

§ 1 Le attività ordinarie dell'Associazione sono sostenute attraverso il concorso di offerte libere degli associati, le quote sociali ed i contributi associativi di qualsiasi natura che - amministrati dagli organi di servizio ai vari livelli - costituiscono il patrimonio dell'Associazione.

§ 2 Detto patrimonio sociale - suscettibile di incremento in virtù di atti di liberalità e delle attività svolte - non può essere distribuito durante la vita dell'Associazione, È intrasmissibile sia inter vivos che mortis causa e deve essere destinato, fatta salva ogni diversa eventuale disposizione di legge, esclusivamente al perseguimento delle finalità istituzionali del sodalizio.

§ 3 Il Comitato Nazionale di Servizio dell'Associazione predisporrà, ogni anno, successivamente alla Convocazione Nazionale, un rendiconto economico e finanziario dell'attività dell'ente, da sottoporre all'approvazione del Consiglio Nazionale entro il termine di quattro mesi dalla conclusione della predetta Convocazione.

§ 4 Al fine della predisposizione del rendiconto di cui al p.3, i Coordinatori Regionali faranno pervenire al Coordinatore Nazionale, entro il mese di giugno di ogni anno, i dati riepilogativi dei movimenti economico-finanziari attinenti all'attività svolta a livello regionale.

§ 5 Per tutte le manifestazioni pubbliche indette dall'Associazione, nel corso delle quali si svolgano anche attività aventi rilevanza giuridico-economica, l'Associazione "Rinnovamento nello Spirito Santo" si potrà avvalere della Fondazione "ALLEANZA del Rinnovamento nello Spirito", nonchè delle Cooperative e di ogni altra struttura nata per volontà dell'Associazione Rinnovamento nello Spirito Santo o comunque operante nell'orbita dell'Associazione, per volontà della medesima o in virtù di accordi con essa sottoscritti.

 

 

VII - DISPOSIZIONI FINALI E TRANSITORIE

ART. 18

In caso di scioglimento dell'Associazione - che dovrà essere deliberato dal Consiglio Nazionale, cori il voto favorevole dei 2/3 degli aventi diritto - gli eventuali beni mobili di sua proprietà saranno devoluti, fatti salvi i diritti acquisiti e le volontà degli offerenti (cfr. CDC, can. 326, § i e § 2), ad istituzioni aventi finalità analoghe, indicate dalla Conferenza Episcopale Italiana.

ART. 19

Per eventuali dubbi interpretativi e per quanto non esplicitamente espresso nel presente Statuto, si farà riferimento alle norme del Codice di Diritto Canonico, alla nota pastorale della Commissione Episcopale per il laicato della Conferenza Episcopale Italiana su "Le aggregazioni laicali nella Chiesa" e, in quanto compatibili, alle disposizioni del codice civile in materia di Associazioni.

 

 Nuovo Statuto dell'Associazione "Rinnovamento nello Spirito Santo"
approvato il 18 marzo 1999 dalla CEI








COMMENTO

Associazione
Natura
Fine
Preghiera Eff.
Formazione
Liturgia
Appartenenza
Servizio Past.
Coordinatori
Ministeri
Consiglieri Spir.
Programmazione
Prassi Operativa
Elezioni
Diritto di voto
Requisiti Candidat.
Durata cariche
Incompatibilità
Cessazione
Rapporti con
i Vescovi
Dissociazione
Sostentamento
Disposizioni
transitorie


 
COMMENTO
 

Associazione

Il battesimo ci inserisce come membra vive nella Chiesa, Corpo di Cristo e, in Cristo, siamo partecipi del suo triplice ministero: sacerdotale, profetico e regale. Quando un gruppo di cristiani decide di mettersi insieme per raggiungere un determinato fine spirituale, costituisce un'associazione ecclesiale che può essere: pubblica, se è promossa direttamente dall'autorità ecclesiastica; o privata, se nasce dalla libera volontà degli associati. La nostra, a norma del CDC (cfr. can 299, ß 2), si configura come Associazione privata di fedeli.

Da quanto si è detto, ne deriva che l'Associazione è costituita da singoli cristiani che decidono, in prima persona, di farne parte, ne accettano le finalità e la normativa. Un'associazione ecclesiale riconosciuta (a norma del CDC, can 304, ß 1) ha il diritto di darsi tutte quelle strutture che sono necessarie alla sua esistenza e al suo sviluppo (cfr. CDC, can 309).

L'Associazione "Rinnovamento nello Spirito Santo", secondo l'ordinamento della CEI, fa parte di diritto della Consulta Nazionale delle Associazioni Laicali (CNAL), che viene convocata periodicamente dall'ufficio competente.

Natura

La natura dell'Associazione è specificata dalla sua appartenenza alla grande corrente spirituale mondiale di Rinnovamento nello Spirito Santo o Rinnovamento Carismatico Cattolico. Questa corrente spirituale è stata suscitata dallo Spirito Santo per il rinnovamento dei cristiani e della Chiesa, secondo il piano di Dio e le linee profetiche del Concilio Vaticano II. Sorta trent'anni fa, questa corrente spirituale si è diffusa nel mondo intero e in tutte le Chiese cristiane. I circa 80 milioni di cattolici che attualmente vi partecipano condividono tutti la stessa esperienza e spiritualità, pur nella diversità di gruppi, comunità e fraternità.

 Fine

Sono cinque le finalità che, secondo l'art. 2 dello Statuto, l'Associazione si propone. Esse abbracciano settori distinti e complementari:

1) la crescita della persona verso la sua santificazione: dalla conversione a Cristo alla presa di coscienza della sua identità cristiana attraverso una rinnovata effusione dello Spirito Santo, alla sua partecipazione attiva al triplice ministero di Gesù Cristo: sacerdotale, profetico e regale;

2) la partecipazione al rinnovamento delle comunità cristiane, attraverso la costituzione di gruppi e comunità rinnovate secondo la spiritualità del Rinnovamento nello Spirito Santo;

3) l'impegno dei singoli e delle aggregazioni del RnS nel campo sociale, politico e culturale per l'attazione di una società più giusta e per l'edificazione di ambienti in cui sia possibile vivere nella sua integralità la vita cristiana. Va notato che nellÏidentità cristiana (cfr. Statuto art. 2.a) rientra in pieno l'impegno per la nuova evangelizzazione e per l'ecumenismo: finalità che appartengono all'essenza del RnS e che sono sempre state in primo piano fin dagli inizi.

 Preghiera per una rinnovata effusione dello Spirito Santo

La preghiera per una rinnovata effusione dello Spirito Santo è preparata da un insieme di incontri settimanali che costituiscono il "Seminario" e che sono svolti con una metodologia particolare.

Lo scopo primario del Seminario è quello di aiutare i fratelli e le sorelle a cercare e a trovare il Signore, attraverso una conversione personale e profonda della loro vita. La durata del seminario si estende almeno per sette settimane, in riferimento al tempo che intercorre tra la Pasqua e la Pentecoste: il tempo, cioè, tra la celebrazione della Risurrezione di Gesù, vincitore del peccato e della morte, e il dono dello Spirito Santo alla Chiesa per la sua missione. Gli insegnamenti che vengono dati durante il Seminario trattano le verità fondamentali della fede. Ma più importante di tutto è il metodo che non si limita a comunicare delle nozioni dottrinali, ma si preoccupa di toccare e convertire il cuore e di far sperimentare ciò che si insegna. Si suggerisce di premettere al corpo degli insegnamenti tradizionali alcune nozioni sulla storia e le finalità del RnS e, dopo la preghiera per l'effusione, dare alcuni insegnamenti che illustrino il cammino normale della vita cristiana, vissuta secondo la spiritualità del RnS.

Per quanto riguarda le modalità della preghiera per l'effusione, l'esperienza ha dimostrato che i frutti più copiosi si hanno quando si coinvolge ogni singola persona attraverso l'intercessione e l'accompagnamento di un piccolo gruppo di fratelli anziani nel cammino del RnS.

La preghiera per l'effusione non è un sacramento e neppure un sacramentale. Perciò non esiste nessuna difficoltà alla sua ripetizione. Si deve però fare attenzione che la ripetizione non porti alla svalutazione.

 Formazione

La formazione del cristiano, come la conversione, va perseguita lungo tutta la vita, perchè non è mai perfetta e finita. Quando qualcuno pensasse di aver già fatto abbastanza e, quindi, smettesse di progredire nella via dello Spirito, cadrebbe nell'insignificanza e nell'appiattimento. Nessuno può dirsi "rinnovato" una volta per sempre, ma lo Spirito Santo indica e sostiene una conversione e un rinnovamento sempre in atto.

Nessuno, quindi, può trascurare tutte quelle opportunità formative che vengono proposte lungo l'anno, a livello locale, regionale e nazionale (ritiri, fine settimana, settimane di spiritualità e di formazione all'evangelizzazione, corsi per le varie categorie di persone e di ministeri, ecc.). è soprattutto nel Gruppo di appartenenza che i membri del RnS trovano la possibilità di sviluppare la propria vita spirituale. Qui si apprende gradualmente il valore e la collocazione delle varie componenti della vita cristiana: Parola di Dio, sacramenti (specialmente l'eucaristia e la penitenza), la preghiera personale e liturgica, l'uso dei carismi e l'impegno nei ministeri, i rapporti intraecclesiali, ecc.

 Liturgia

Nei nostri incontri, la liturgia deve essere curata con il massimo impegno. è bene che ci siano gli incaricati della liturgia, ma tutti devono apprendere a partecipare attivamente e secondo la propria ministerialità. Un segno, infatti, che in un gruppo si è compresa la primarietà del culto divino è la promozione di scelte ministeriali istituite (lettori, accoliti) e "di fatto" (accoglienza, canto, musica, catechesi, ordine, ecc.). Da questo amore alla liturgia nascono spesso anche le vocazioni al sacerdozio, al diaconato e di speciale consacrazione. Segni di trascuratezza sono l'improvvisazione del canto e delle letture o l'assenza degli accoliti accanto al celebrante. Se non ci sono lettori e accoliti istituiti, si suggerisce che in ogni Gruppo siano designate delle persone adulte che coprano dignitosamente queste funzioni.

è necessario, ad esempio, che i canti siano appropriati alle letture del giorno, che la Parola di Dio sia "proclamata" e che accanto al celebrante non manchino gli accoliti e gli altri ministri.

 Appartenenza

Lo Statuto ed il Regolamento precisano dettagliatamente i criteri e le norme di appartenenza all'Associazione che qui trova praticamente configurata la sua dimensione sociale e aggregativa.

Ma non sono gli ordinamenti giuridici, pur necessari, a tenere unita l'Associazione.

Ciò che conta e che va messo in evidenza è soprattutto il "senso di appartenenza". Esso deriva spontaneamente dal vincolo spirituale che sorge dalla comune esperienza dell'effusione dello Spirito e dalla condivisione della medesima spiritualità.

Nasce da qui, sotto l'azione dello Spirito Santo, quella libera aggregazione in gruppi, in comunità o in fraternità di alleanza che, nel loro insieme, formano la corrente spirituale o il movimento ecclesiale di Rinnovamento nello Spirito Santo, a livello nazionale e mondiale. L'appartenenza, quindi, ha la sua radice e la sua ragione in una chiamata e in un dono cui corrisponde la dedizione e il servizio. Perciò si serve l'Associazione, se si vuole che l'Associazione serva. Si deve precisare che l'appartenenza all'Associazione è una scelta personale esplicita, che inserisce in una realtà che ha la sua precisa evidenza ecclesiale e sociale.

Perciò, questa appartenenza deve essere verificata e documentata. Tutti i gruppi, in genere, hanno l'abitudine di tenere un elenco dei membri di coloro che hanno ricevuto l'effusione e che partecipano alla vita del Gruppo. Basta questo, aggiornato ogni anno. Con il riconoscimento dell'Associazione "Rinnovamento nello Spirito Santo" si stabilisce un elemento di chiarezza. Infatti, la grazia dell'effusione dello Spirito non è data in esclusiva a nessuno, ma anzi, in linea di principio, è destinata a tutti i battezzati. All'Associazione, invece, appartengono solo quelli che lo vogliono e che sono stati accettati.

Esistono, quindi, molti cristiani che hanno ricevuto L'efFusione e vivono da soli, oppure fanno parte di altre aggregazioni ecclesiali, riconosciute o meno, ma non fanno parte della nostra Associazione, anche se tutti ci riconosciamo nella medesima corrente spirituale.

 Servizio pastorale

In ogni aggregazione sociale è necessaria la funzione dell'autorità che, secondo il Vangelo (cfr. Mt 20,24-28), preferiamo chiamare servizio. Parliamo anche, più semplicemente, di "servizio pastorale", per indicare la funzione di tutti coloro che, a livello locale, regionale o nazionale, sono chiamati a compiti di responsabilità e di guida.

L'aggettivo "pastorale" può essere confuso con il ministero pastorale che è svolto nella Chiesa dai Pastori (vescovi, sacerdoti e diaconi), in forza del sacramento dell'ordine.

Se usiamo questa parola, è perchè non ne abbiamo trovata un'altra per indicare un servizio che non può essere puramente formale o solo organizzativo, ma comprende tutte quelle attività che aiutano e sostengono le persone a raggiungere le finalità spirituali ed ecclesiali dell'Associazione. Ci si domanda spesso quale autorità abbiano coloro che sono chiamati a svolgere il servizio pastorale.

Al di fuori del sacramento dell'ordine, non esiste autorità gerarchica. Quindi si deve parlare di un'autorità sociale che deriva dal fatto che il loro ruolo e i loro compiti sono previsti statutariamente e sono stati approvati con l'Associazione dallÆautorità ecclesiastica. Ma non va trascurato anche un altro aspetto, che per noi è primario: quello carismatico. Se il criterio primario nella scelta delle persone per un determinato servizio è il riconoscimento di un carisma, allora, prima dell'investitura sociale, vi è l'unzione dello Spirito Santo. La logica, quindi, è quella descritta da San Paolo: "Non può l'occhio dire alla mano: non ho bisogno di te; nè la testa ai piedi: non ho bisogno di voi... Ma Dio ha composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava, perchè non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre" (1 Cor 12,21.24b-25).

Perciò, i compiti pastorali, che sono definiti per i singoli livelli nello Statuto e nel Regolamento, implicano necessariamente un'autorità, che non è gerarchica, ma carismatica e sociale. Pertanto, i rapporti con chi detiene un servizio di autorità sono regolati dalla virtù dell'obbedienza.

 Coordinatori

Il raggio di azione del Coordinatore, a tutti i livelli, è vastissimo, ma comprende, innanzi tutto, gli adempimenti associativi che gli sono assegnati dallo Statuto e dal Regolamento. Quindi, la sua funzione esce fuori dai contorni vaghi, per conseguire un ruolo preciso e determinato.

La sua figura carismatica lo pone nell'ascolto dello Spirito; il suo compito ecclesiale esige una spiritualità di dedizione e di servizio; l'appartenenza al RnS gli chiede di operare, non da autocrate solitario, ma nella collegialità con gli altri membri del "Pastorale di Servizio" e in sintonia con le altre istanze del RnS. Il Coordinatore, in particolare, deve sapere bene verso dove e in quale modo deve condurre il gruppo. Non dimentichi mai che il gruppo non è una sua proprietà, ma mete, metodo e stile di conduzione sono segnati dalla Chiesa e dal RnS.

 Ministeri di fatto e commissioni

I ministeri hanno ormai raggiunto una loro chiara configurazione, in quanto rispondono a precise esigenze di funzionamento e di attività del RnS ai vari livelli.

Qui si raccomandano due cose:

a) chi è chiamato a svolgere un ministero o un servizio si preoccupi di conoscere esattamente l'ambito della sua attività e di acquisire la conoscenza della spiritualità con cui deve essere svolto;

b) faccia attenzione a non cedere a spinte autonomiste, ma, pur nella piena responsabilità nel suo campo, rispetti le direttive ricevute e rimanga sempre in collegamento con il suo coordinatore e con il "Pastorale di Servizio".

Le commissioni possono essere istituite per lo studio o per l'esecuzione di un compito particolare. Perchè funzionino efficacemente devono essere composte da poche persone che siano competenti nel settore che viene loro affidato.

Molti problemi di non facile soluzione possono essere affidati a una commissione che riferisca le sue documentate conclusioni. In questo modo, la discussione assembleare viene semplificata e si evitano inutili lungaggini.

 Consiglieri spirituali

In questo paragrafo cogliamo l'occasione per precisare quanto riguarda la presenza dei sacerdoti nei gruppi:

Ogni sacerdote, in forza del sacramento dell'ordine che ha ricevuto, rappresenta il vescovo e la Chiesa in cui è incardinato. La sua appartenenza e la sua responsabilità è sempre più ampia del Gruppo in cui può essere inserito a pieno titolo. Egli, in qualche modo, è sempre garante dell'ortodossia e dell'ortoprassi del Gruppo. Ma deve ben guardarsi dall'invadere il campo della guida del Gruppo, che spetta unicamente al "Pastorale di Servizio";

Consigliere spirituale è quel sacerdote che, con designazione dell'organo pastorale, è chiamato a offrire un'assistenza spirituale al "Pastorale di Servizio" e al gruppo intero. Non fa parte del "Pastorale", in senso stretto, ma partecipa a tutte le riunioni, avendo cura di attenersi strettamente al suo ambito che è, appunto, quello spirituale. Valgono le stesse norme per i consiglieri spirituali a livello diocesano, regionale e nazionale.

Una figura d'importanza eccezionale è il Consigliere spirituale dell'Associazione, che potrebbe essere liberamente scelto dall'Associazione stessa, a norma del CDC, can 324, ß 2;

Delegato diocesano è l'incaricato del vescovo a svolgere il compito di tramite tra i gruppi del RnS e il vescovo, e viceversa. Non deve intromettersi nelle questioni interne dei gruppi, e neppure impedire il collegamento diretto con il vescovo. Oltre ad essere portavoce, svolge anche opera di sensibilizzazione sui programmi diocesani e di inserimento del RnS nelle strutture diocesane.

Programmazione

Due possono essere gli eccessi opposti riguardanti la programmazione: o non se ne fa nessuna, oppure si mette in cantiere una programmazione eccessiva che non lascia respiro. Nel primo caso, i responsabili dimostrano di non avere delle idee e di non sapere dove condurre il gruppo o la regione o la nazione; nel secondo caso, ben presto si faranno sentire la stanchezza e la saturazione. Si deve fare attenzione anche ad un altro inconveniente, che è quello di non tener conto della programmazione delle istanze superiori con il risultato di andare per proprio conto e di provocare la disarticolazione dell'itinerario formativo.

Prassi operativa degli organi di servizio

Le prescrizioni che cadono in questo paragrafo derivano dalla legislazione civile ed ecclesiale a riguardo delle associazioni. Tali procedure vanno osservate fedelmente, prevedendo anche i tempi necessari.

Elezioni

Questo termine per noi deve assumere un significato molto diverso da quello usato in ambito civile:

- Innanzi tutto, occorre essere consapevoli dell'importanza delle scelte che si fanno: dalla qualità delle guide dipende la vitalità e il futuro dell'Associazione. Perciò i componenti degli organi pastorali di servizio, al di fuori degli interessi umani, devono essere chiesti in preghiera e ricevuti come un dono di Dio.

- In secondo luogo, le modalità indicate per conferire questi incarichi se, da una parte, devono obbedire a norme precise, dall'altra, non si deve dimenticare mai che si tratta di un discernimento, da attuare secondo i criteri evangelici.

- In terzo luogo, nell'avvicendamento negli incarichi, si tenga conto di salvaguardare due valori importanti: la continuità e la novità. è necessaria una duplice attenzione: che la continuità, quando è troppo prolungata, crea facilmente dei potentati, mentre la novità, assunta a criterio assoluto, minaccerebbe di far perdere le radici da cui deriva la linfa originaria e di distruggere i punti di riferimento.

Diritto di voto

Questo diritto appartiene ai membri a pieno titolo; quelli, cioè, che rispondono alle condizioni previste. Non si tratta di un privilegio, ma di una responsabilità nei confronti del Signore, del RnS e della Chiesa.

Requisiti per le candidature

Alla luce dell'esperienza, oltre i requisiti di idoneità umana, spirituale e carismatica, si dovrebbe insistere sul fattore tempo. Molto spesso, infatti, gli organi non funzionano o i programmi rimangono sulla carta, proprio perchè gli incaricati non sono in grado di dare il tempo necessario. La voglia di fare non basta. Chi si rendesse conto che attualmente non può disporre del tempo necessario, deve sentirsi obbligato in coscienza a non assumere impegni che poi non riuscirebbe a mantenere. A proposito di candidature, tante clausole e tanti dettagli numerici potrebbero urtare o risultare incomprensibili. In realtà, sono cose risultate necessarie per salvaguardare le giuste scelte e per dare il giusto peso alla composizione numerica dei gruppi. Quando si era in pochi, la prassi era molto più semplice, ma con l'aumentare dei membri e dei Gruppi, si sono amplificate le esigenze e le attenzioni. Ciò che conta è che tutto sia fatto nella retta intenzione, nell'ordine e nella pace.

Durata in carica

Si dovrebbero ripetere le osservazioni, già dette, circa la continuità e la novità (cfr. più sopra circa le elezioni). Qui aggiungiamo un'osservazione importante. La grande difficoltà che si oppone all'avvicendamento nelle responsabilità dipende spesso dal fatto che non ci sono alternative e perciò si finisce per confermare sempre le stesse persone. Questa constatazione denuncia una grave carenza da parte degli organi pastorali uscenti: quella di non prevedere la preparazione di persone che siano in grado di subentrare e sostituire.

Incompatibilità

Questo punto dell'incompatibilità è molto delicato e richiede una particolare sensibilità psicologica e spirituale. Da una parte, c'è il problema dei legami di parentela. Per quanto disinteressati si possa essere, con i propri congiunti è difficile essere neutri. Sicuramente si deve tener conto, in certi casi, dell'unità sacramentale della coppia coniugale. Essa costituisce una forza, ma indubbiamente comporta anche un peso. Perciò si richiede prudenza. D'altra parte, vi è il cumulo degli incarichi. Con una certa superficialità, si finisce per chiamare in campo sempre le stesse persone che sono disponibili. In questo modo, ci si mette in un imbuto. L'arte del governo consiste nel saper scoprire le capacità e i carismi delle persone e farne dei collaboratori.

 Procedimento nelle elezioni

Anche qui i dettagli abbondano, ma sono necessari. Quello che non si finirebbe mai di raccomandare è che, nei meandri dei procedimenti, non si perdano lo spirito e il clima di fede e di preghiera che devono caratterizzare le nostre assemblee. Nulla di più deleterio che lasciare insinuarsi qualche personalismo o qualche interesse. Si parla di preparazione, ed è necessaria. Ma bando ad ogni forma di propaganda, di giochi politici, di autocandidature. Da notare che l'espressione "di norma" (al punto 4.15.g) va intesa come "generalmente", vale a dire che ci possono essere motivate eccezioni.

 Cessazione della funzione pastorale

Una cosa deve essere chiara: l'incarico che abbiamo può e deve finire, ma non deve finire mai il nostro impegno negli ambiti del RnS. è doloroso vedere che persone valide e stimate, una volta cessato un incarico pastorale, siano messe o si mettano da parte o addirittura spariscano dal loro Gruppo. I carismi non devono essere sotterrati, ma sono dati per essere messi in circolazione, tenendo presente che l'esercizio dei carismi non va in una direzione sola, in un settore solo, ma ci sono svariate possibilità d'impiego. In ascolto dello Spirito Santo, ciascuno vedrà dove èè chiamato a lavorare, sempre in comunione con i relativi organi pastorali.

 Rapporti con i vescovi

Per grazia di Dio, il RnS in Italia non è mai stato in contrasto con i vescovi, fatta eccezione per qualche difficoltà in casi singoli e isolati. Oggi, con il riconoscimento ufficiale e con una normativa approvata, difficoltà del genere non dovrebbero più accadere.

I Coordinatori, ai vari livelli, curano i rapporti con il parroco e con il vescovo locale. Il nostro stile è quello dell'obbedienza che nasce dalla fede e dalla fiducia che lo Spirito Santo conduce gli eventi in modo tale che tornino a vantaggio del Corpo ecclesiale e del Regno di Dio. A volte può sorgere il pericolo di essere strumentalizzati a finalità che non sono proprie del RnS. In questi casi, è necessario e doveroso salvaguardare la propria identità. Sul piano pastorale, il giudizio sul valore delle nostre iniziative e sull'autenticità dei carismi e del loro uso spetta, in ultima istanza, al vescovo.

Dissociazione

All'Associazione si accede liberamente, e altrettanto liberamente si può uscirne.

Può accadere che singoli fratelli/sorelle o Gruppi manifestino, attraverso parole o atteggiamenti, la loro volontà di non voler più far parte dell'Associazione. Se non si decidono a rendere esplicita questa loro volontà, le istanze competenti dichiarino la loro dissociazione. Si tratta di un atto doloroso, ma va fatto per impedire il prolungarsi di equivoci e di conseguenze negative.

Quali sono gli atteggiamenti che dimostrano la volontà di dissociazione? Possiamo dare qualche esempio: si possono riscontrare persistenti assenze dalle attività comunitarie a livello regionale o nazionale, oppure comportamenti in evidente dissonanza con le finalità, la spiritualità o la linea tracciata dallo Statuto e dal Regolamento. In tutti questi casi, come già si è detto, è necessario prendere atto della situazione e assumere le decisioni conseguenti.

Sostentamento

L'Associazione "Rinnovamento nello Spirito Santo" non ha fini di lucro, ma solo spirituali. Perciò, in quanto tale, non possiede nulla, ma vive nella libertà evangelica. Vale a dire che essa, in quanto tale, è sostenuta essenzialmente in forza dell'impegno libero, volontario e disinteressato dei soci. è evidente, tuttavia, che non potrebbe né esistere né operare senza i mezzi e gli strumenti che sono necessari per il raggiungimento delle finalità spirituali che le sono proprie.

Per superare questa apparente contraddizione e, soprattutto, per poter operare legalmente secondo le leggi dello Stato italiano, è stato necessario istituire l'"Associazione Alleanza", attraverso la quale si possono compiere tutte le operazioni economico-finanziarie dell'Associazione. Da quanto si è detto, appare evidente che al sostentamento dell'Associazione "Rinnovamento nello Spirito Santo" devono provvedere gli associati stessi. Essi, infatti, nella misura in cui credono alle finalità della loro Associazione e sentono il loro legame di appartenenza, provvedono spontaneamente e generosamente, secondo le loro possibilità, alle necessità dell'Associazione stessa.

è auspicabile che la raccomandazione biblica della decima, già applicata in diversi gruppi e comunità, possa essere introdotta, come fanno altri movimenti ecclesiali, in tutte le realtà associative del RnS.

Disposizioni transitorie

Si possono verificare delle situazioni che pongono dei problemi nuovi, oppure possono sorgere delle incertezze sull'interpretazione di qualche norma dello Statuto o del Regolamento. Le norme transitorie predispongono che cosa si debba fare in questi casi. Si dicono transitorie perchè, più che il presente, riguardano possibili eventualità future.