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Radio Vaticana: intervista a Salvatore Martinez

Trasmessa sabato 5 dicembre 2009

 

RADIO VATICANA – 5 dicembre 2009

A Rimini la 33.ma Conferenza nazionale animatori di Rinnovamento nello Spirito. Intervista con Salvatore Martinez

Il Palacongressi di Rimini è teatro, da oggi all’8 dicembre, della 33.ma Conferenza nazionale animatori del Rinnovamento nello Spirito. Un appuntamento che si segnala quest’anno per una novità riguardante la costituzione di una associazione, “la Prison Fellowship Italia Onlus”, che si occuperà dell’assistenza ai detenuti secondo i principi della Dottrina sociale della Chiesa. La Conferenza nazionale ha per titolo una frase di San Paolo: “Rafforzatevi nella potenza del Signore e indossate l’armatura di Dio”. Su di essa si sofferma il presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito, Salvatore Martinez, in relazione ai progetti del Movimento. L’intervista è di Alessandro De Carolis:

R. - Nel Libro di Giobbe leggiamo: “La vita è un combattimento spirituale”. San Paolo dice, rivolgendosi a Timoteo: “Ho combattuto la buona battaglia della fede”. Parla, quindi, di “una buona battaglia”. Ce ne sono tante che sono ingiuste, cattive, che sono contro l’uomo, altre sono superflue, secondarie rispetto all’orizzonte, al destino della nostra fede. Ed è evidente che se questa fede è debole, ha bisogno di essere rafforzata dalla potenza di Dio, ma anche di essere praticata e di essere diffusa con maggiore forza. Non con la violenza, perché è sempre mite e debole questa nostra fede: non va, quindi, imposta. Noi non immaginiamo una nuova crociata in cui il Crocifisso staccato dalle pareti si fa una spada con la quale noi imponiamo la fede in Gesù Cristo. Va proposta con originalità, va proposta - come diceva Giovanni Paolo II - anche con espressioni nuove, con metodologie nuove. E pertanto, noi proponiamo ai nostri animatori, ai nostri responsabili, la necessità di ripartire da una fede schietta, da una fede pura, da una fede forte.

D. - Dal punto di vista concreto, nel corso della vostra Conferenza, annuncerete anche la costituzione di un’associazione che si incarica di assistere i detenuti. Di che cosa si tratta?

R. - Il Rinnovamento nello Spirito promuove la costituzione, in Italia, della “Prison Fellowship”: è un’organizzazione internazionale che esiste già in 105 Paesi del mondo e che adesso sorge anche in Italia. E’ la più grande organizzazione cristiana di evangelizzazione del mondo carcerario. Il Fondo Sturzo, in territorio di Caltagirone, che abbiamo inaugurato nel 50.mo della morte del Servo di Dio, don Luigi Sturzo, grazie al lavoro dei detenuti e degli ex-detenuti si ispira a queste dinamiche di conversione, di redenzione umana, spirituale e sociale che la “Prison Fellowship” promuove in tutto il mondo. E noi crediamo che anche questa sia, oggi, una risposta concreta alla sfida educativa. Noi guardiamo non solo al detenuto, all’ex-detenuto, ma alla famiglia: cioè a quell’insieme di relazioni, di affetti, di sentimenti che fondano e rifondano la famiglia e che noi vogliamo sia cristiana. E pertanto, noi vogliamo riscoprire queste dinamiche anche nella dimensione di una fraternità che dev’essere prodotta, provocata all’interno di questo mondo oscuro che è il mondo delle carceri, proprio nella relazione che il volontario deve avere con il detenuto, ma - direi - anche con la polizia penitenziaria, con i responsabili, con gli educatori. Noi vogliamo che il Vangelo e la luce del Vangelo entrino nelle carceri.

D. - Quindi, questo sarà il cuore del vostro “Progetto Sicomoro” che presenterete durante la Conferenza?

R. - Il “Progetto Sicomoro” è proprio l’esplicitazione di queste pedagogie di redenzione umana e spirituale. Sono pedagogie che già abbiamo evidenziato presso il Fondo Sturzo, con la nascita di questo polo di eccellenza, che avrà adesso nuovi incubatori - quindi non più soltanto in Sicilia ma anche in altre regioni d’Italia – anche grazie ad una convenzione stipulata con il ministro della Giustizia. Credo che questa sia una buona notizia, perché parlando di sfida educativa, noi proponiamo la possibilità di una rieducazione pensata e ispirata alla Dottrina sociale della Chiesa.


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