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Ritiro RnS nella Sede Nazionale

Giovedì 23 dicembre 2010

 

Il 23 dicembre si è tenuto nella Sede Nazionale di Via Degli Olmi, il tradizionale Ritiro di Natale, con la presenza dei membri del Comitato Nazionale di Servizio e i dipendenti. Il Ritiro è stato guidato dal Consigliere Spirituale Nazionale, Don Guido Pietrogrande: Di seguito la traccia della meditazione.


 

Ritiro sede-Natale 23 – 12 – 2010

Ore 09.30

 

 La stella che orienta il cammino

 

 

Mt 2, 1-12

 

1 Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2  e dicevano: "Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo". 3All'udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.4 Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. 5Gli risposero: "A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:

 

E tu, Betlemme,terra di Giuda,

non sei davvero l'ultima delle città principali di Giuda:

da te infatti uscirà un capo

che sarà il pastore del mio popolo, Israele".

 

7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò a Betlemme dicendo: "Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo".

9Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. 11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.

 

Entriamo nella Parola

 

Le sottolineature nel testo di Matteo vogliono indicare il cammino dei Magi verso l’incontro con Gesù. E’ un cammino che può essere paradigma per un nostro incontro personale con il Signore.

Ogni uomo che arriva alla fede vi giunge per una chiamata misteriosa di Dio, che può manifestarsi in una serie di segni e passi successivi fino all’incontro decisivo.

 

Ogni cammino può essere contrassegnato da segni o tappe diverse, ma la meta è sempre la stessa e richiede onestà di ricerca, costanza e desiderio di giungere all’incontro vitale con Dio.

 

Propongo due cammini paralleli: i Magi e noi ( io )

 

Nato Gesù: quando i Magi iniziano il cammino, Gesù è già nato. Il fatto che cambierà la loro vita è già  avvenuto. Dio precede sempre il nostro primo passo. Quando “Qualcuno”, che ancora non conosco, mi chiama alla fede, è già  sul mio cammino, precede il mio passo, già mi ama … e da sempre!

I Magi sanno che questo “Qualcuno” c’è, esiste, hanno avuto un “segno” luminoso.

 

Quale segno luminoso ha posto Dio sul nostro cammino per invogliarci a metterci in strada? La famiglia, i genitori, un amico, un avvenimento, un caso fortuito, un libro, un lutto, una malattia, un amore, una comunità cristiana, una insoddisfazione interiore, una richiesta di aiuto … un misterioso e nuovo desiderio di bene e di Dio, un incontro con una persona, un bisogno di risposte e di nuova conoscenza del Signore …

 

Al tempo del Re Erode: Gesù entra nella storia in un momento preciso, nel tempo favorevole, nel tempo del tiranno entra il piccolo Re salvatore.

Gesù nasce nel mio tempo, è già nato e mi invita a cercarlo. Entra nella storia, nella mia storia.

 

Alcuni Magi: le persone più lontane, quelle che meno conoscono le Scritture, quelle che non sono del popolo privilegiato, quelli cui non è giunta alcuna profezia.

Forse anch’io un tempo venivo da lontano o ancora oggi vengo da lontano; non sono lontano perché non conosco nulla di Gesù, ma perché ancora non ho avuto un segno  convincente e stimolante per un nuovo cammino.

 Il già sentito, il già vissuto non mi parla, non mi muove …

 

Dov’è… abbiamo visto la sua stella: è il momento in cui scompare il segno e allora la ricerca si fa più necessaria. A chi chiedere?

I Magi lo chiedono al re di turno, al potente in carica, ai saggi, alle persone colte, ai filosofi, ai sacerdoti, agli studiosi …

Sono guidati ancora da una sapienza umana; pensano di ricevere risposte dal potere, dalla scienza, dalla religione ufficiale. Tuttavia la ricerca è onesta e allora Dio concede la risposta alla loro domanda: “Dov’è?”

La ricerca è sincera e allora una Parola si fa strada fra le domande: “Betlemme, piccola e insignificante borgata, paese di pastori ... qui deve nascere”. E partono con rinnovata decisione.

 

Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima: il segno indicava la via giusta, ma necessitava di una conferma autorevole: la parola dei profeti.

Anche la nostra coscienza ha bisogno di conferme. Bisogna passare dal soggettivo all’oggettivo, dalle sensazioni personali alle indicazioni autorevoli, dai sentimenti, pur veri, alla ragione illuminata dalla fede.

Allora coscienza, affetti, ricerca personale saranno verificati alla luce di una Parola che illumina e conforta nel cammino.

 

Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua Madre: bisogna entrare in una casa povera, accettare la povertà di Dio, la sua umanità, il segno che può scandalizzare il sapiente secondo il mondo. Bisogna uscire da noi per entrare dove Dio abita.

“Venite e vedrete” (Gv 1,39). E’ l’invito che Gesù rivolge ai primi discepoli. La fede è il dono che segue all’umile accettazione di un invito.

Entrarono! Fanno il passo verso un Re povero e debole. Viene sconfitta ogni falsa attesa di splendore, di ricchezza, di potere.

La fede fa vedere oltre: “Hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli”.

(Lc 10, 21)

La MADRE è garanzia di umanità di Dio e compimento della profezia antica: “Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio, che sarà chiamato Emmanuele (…), Dio con noi” (Mt 1,23).

Ora tutto è luce, non occorrono segni perché Dio ha dato il SEGNO convincente. Un’Umanità che si offre per amore alla nostra umanità.

Dove trovare Dio se non sulle ginocchia di una Madre:Maria!

Dove trovare la fede se non sulle ginocchia di un’altra Madre:la Chiesa.

 

Si prostrarono e lo adorarono: il cammino verso la fede è giunto alla meta. Ora Dio si mostra nella sua adorabile umanità che attira il cuore di ogni uomo alla fede, per cui ci si fida totalmente di un Dio che si è abbassato al di sotto del mio livello di peccatore.

E qui la fede si apre all’adorazione, che è contemplazione, riposo in Dio, possesso di Lui, obbedienza filiale e adesione di vita.

Abbiamo trovato Colui che è il senso del nostro vivere, il senso e la meta del nostro cammino.

 

Aprirono i loro scrigni: ora le corone si inchinano, i doni sono segni che ricevono verità da Colui che li accoglie.

Aperti gli scrigni offrono oro, incenso, mirra. Ora sappiamo chi è Gesù: è un Re, è Dio, è vittima di amore per noi.

Un bellissimo quadro di Gentile da Fabriano mostra l’adorazione dei Magi in questo modo: uno dei Magi rimane in piedi innanzi al Bimbo, che è sulle ginocchia della Madre, e tiene in mano un dono; davanti a lui un altro dei Magi accenna un inchino e si toglie dal capo la corona, mentre il primo dei Magi è prostrato a terra in adorazione. Il Bimbo pone sul suo capo la mano benedicente.

Non si tratta solo di aprire degli scrigni e offrire dei doni, seppur preziosi. Il Bimbo attende l’offerta della nostra persona, di ciò che siamo perché abbiamo compreso chi Lui è.

Allora tutto di noi è offerto, tutto donato senza riserva alcuna: l’oro, perché Gesù è il mio Signore e mi affranca da ogni potere umano o diabolico; l’incenso, perché è il mio Dio e mi libera da ogni schiavitù di idoli, chiamandomi alla dignità di figlio suo; la mirra, perché lo Spirito mi rivela che quel Bambino darà la vita perché io viva.

 

Per un’altra strada fecero ritorno al loro paese: quando incontri Gesù non sei più lo stesso.

La vita continuerà il suo ritmo, il lavoro, la famiglia, gli amici… ma tu non sei più lo stesso.

La fede non ti esonera dalla vita di tutti i giorni, dal tuo quotidiano impegno. Non avrai visioni o segni miracolosi.

Non hai più bisogno di segni perché Dio ti ha dato il segno più vero: l’amore che ti fa vivere.

“Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16).

 

Puer natus est nobis et filius datus est nobis


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