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Il nostro posto è in cielo

Preghiera comunitaria carismatica

 

La preghiera comunitaria carismatica che apre la sessione conclusiva della 34ª Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito inizia con un richiamo alla solennità dell’Ascensione. «Avete trovato il vostro posto?»: questa la domanda rivolta dal palco all’assemblea da parte di Luciana Leone. «Il nostro posto è in cielo. Gesù è asceso in cielo per preparaci un posto insieme a lui», continua Luciana. Ma il Signore non rimane in cielo bensì si china verso il suo popolo in tutta la sua grandezza. «Cielo e terra si uniscono, oggi, in un modo tutto speciale», prosegue Luciana. Al Signore che passa, al Re dei re, i presenti sono invitati a offrire tutta la loro vita. L’azione di Dio non si fa attendere, e si manifesta attraverso una prima Parola profetica: «Fra le nazioni manifesterò la mia gloria e tutte le nazioni vedranno la giustizia che avrò fatto e la mano che avrò posto su di voi. La casa d'Israele da quel giorno in poi saprà che io sono il Signore, loro Dio» (Ez 39, 21-22).

«Noi non vogliamo rischiare di non riconoscere il Signore – fanno presente gli animatori della preghiera dal palco – è allo spirito che chiediamo la luce necessaria perché i nostri occhi possano vedere aprirsi».

Con questa consapevolezza la preghiera continua con l’invocazione dello Spirito di Dio seguita da un lungo canto in lingue. I dubbi e le incertezze cadono all’istante quando il Signore si manifesta con una seconda Parola profetica: « Maria invece stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove l'hanno posto". Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo". Gesù le disse: "Maria!". Ella si voltò e gli disse in ebraico: "Rabbunì!" - che significa: "Maestro!". Gesù le disse: "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: "Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro". Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: "Ho visto il Signore!" e ciò che le aveva detto». (Gv 20, 11-18)

L’invito rivolto all’assemblea è quello di non scambiare il Signore con il custode del giardino e di fissare lo sguardo sul Figlio del Dio Vivente riconoscendo Gesù che passa in mezzo al suo popolo.

I presenti chiedono a questo punto di inginocchiarsi e di invocare con fede il nome di Gesù, il Nome sopra ogni altro nome. La preghiera continua con l’intercessione verso alcuni fratelli e sorelle schiavi dei dubbi di fede, dell’alcol e dalla tossicodipendenza.

La preghiera si avvia alla conclusione con un’ultima parola profetica: «Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annuncia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli, per chi ritorna a lui con fiducia» (Sal 85, 9).

La raccomandazione finale, da parte di Luciana Leone, è quella di non dimenticare che, accanto alla consapevolezza di essere dei salvati, occorre avere quella di essere dei mandati.

Francesco Storino


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