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"Andate e proclamate al popolo tutte queste parole di vita"

Sintesi dell'intervento conclusivo di Salvatore Martinez

 

Clicca per ingrandire...“Andate e proclamate al popolo tutte queste parole di vita” (At 5, 20.). Con questo invito e questa speranza Salvatore Martinez ha introdotto la relazione conclusiva sul tema della XXXII Convocazione nazionale.

“Ogni pellegrino – ha affermato Martinez - ha bisogno di una strada da seguire e di una meta da raggiungere, passando anche attraverso i luoghi della prigione e del deserto, dove la parola è ‘silenziata’. Ma grazie al vento impetuoso dello Spirito generazioni di giovani e anziani si stanno spingendo verso Cristo: questo è il soffio di Pentecoste. La fede non appartiene a ieri ma è sempre e solo di oggi. Chi vive il passato – ha proseguito il Presidente Nazionale del RnS - è un uomo arretrato e noi non vogliamo un Rinnovamento superato per mancanza di amore e di verità. Abbiamo il dovere di rinnovarci sempre. La Chiesa è in movimento, il Rinnovamento è un movimento e tutti noi siamo il movimento dello Spirito della storia. Dobbiamo essere a ‘favore di vento’, perché chi va contro il soffio vitale dello Spirito è insensato”. 

Clicca per ingrandire...Dopo questi giorni di Convocazione “siamo diventati un cuore solo con migliaia di sentimenti e l’omaggio più gradito che possiamo fare al Signore – ha continuato Martinez - è chiedere incessantemente il dono di una Pentecoste infinita, che entri nel ‘finito’ del mio tempo”. Dobbiamo concentrarci su questo volontà, “desiderare è già pregare”; “il tuo desiderio è già la tua voce che prega” (Sant’Agostino). Pensando alle situazioni che ostacolano il nostro andare, tutta l’assemblea, accompagnata da Martinez, ha cantato, in preghiera, in un atteggiamento di fede e di abbandono: “Muoviti in me, tocca il profondo del mio cuore, la mia vita col tuo amore”. 

Il movimento è fondamentale per contenere “l’andirivieni della Spirito, il continuo venire e andare della nostra fede. ‘Vieni’: è il verbo della ricezione, della ricostruzione personale, della cultura e dell’audacia del ‘sì’, proclamato fino all’ultimo respiro, che ci fa arrendere alla chiamata del Signore; il ‘Vai’ – ha spiegato Salvatore Martinez - è il verbo delle parole di vita, dell’andare per ricostruire, così da far passare il mondo dalla disobbedienza all’obbedienza, per riscoprire l’audacia del ‘no’ allo spirito del mondo, fino all’ultimo respiro. Da Gesù riceviamo il comando ‘vieni’ ma nell’andare viviamo tutto il dramma del nostro tempo e delle contraddizioni umane. La via di Dio non è facile, non è priva di sacrifici, altrimenti non sarebbe Vangelo. Di fronte a questa immagine, il rischio è quello del ‘complesso dell’ostrica’, di cui parlava don Tonino Bello, ovvero quello di rinchiudersi nell’intimità del nido, Clicca per ingrandire...terrorizzati dal duc in altum, timorosi di avventurarci nel mare aperto. Solo chi rimane confinato nello stagno non potrà sentire l’urgenza della chiamata”. Salvatore Martinez ha ricordato le parole di Norberto Bobbio, scritte in fin di vita, riguardo all’accettazione della sconfitta della razionalità di fronte all’impossibilità di spiegare pienamente il senso della vita; e, citando Giuseppe Prezzolini, altro intellettuale ateo, ha ricordato che egli si interrogava sulle questioni di senso denunciando di non avere trovato la verità. 

“Andate e proclamate”, dunque, deve essere l’impegno che si trasforma in storia, in partecipazione sociale, in cultura. “Annunciare tutta la verità, predicando Cristo, non solo una parte di Cristo, e a tutti, con un linguaggio pieno di speranza, affinché la nostra vita – ha aggiunto il Presidente -  sia la grammatica della Parola di Dio”. 

Salvatore Martinez ha concluso ricordando tre importanti raccomandazioni:

  • la preghiera: è il cuore del Rinnovamento è il luogo della profezia; in particolare la preghiera personale, nella quale impariamo a parlare con Dio e a parlare di Dio.

  • avere umiltà, questa condizione è decisiva, per poter proclamare senza apparire, non per vana gloria, non preoccupati di “perdere la faccia”;

  • bisogna amare, è l’amore di Dio che circola in noi e ci permette di operare. Entrare nella dinamica dell’amore risolverebbe tanti problemi di relazione: infatti, “più amo più voglio amare”.

Riprendendo l’ammonimento dell’angelo alla chiesa di Smirne, il Presidente ha evidenziato che “la Chiesa può essere anche tribolata ma è sempre giovane e viva; mentre, come nel caso della chiesa di Sardi, quando si sente perfetta non comprende di essere moribonda. Questo è un Rinnovamento che ci scomoda ma comodi saremo solo in cielo – ha concluso. Dal Nord al Sud, dall’Italia al mondo, sia lodato lo Spirito Santo che vive in noi”.

L. Gigliarelli


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