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Testimonianze

Nella giornata dedicata alla diffusione del Vangelo nel potere dello Spirito

 

Michelle Moran

Michelle Moran, presidente mondiale dell’ICCRS, inizia il suo intervento rivolgendo alla platea, al tempo stesso, una parola d’incoraggiamento e una di pentimento, poiché il Signore ha ricolmato il suo popolo di doni, ma questi doni spesso sono stati messi da parte.Clicca per ingrandire...
Allora si deve reclamare una nuova effusione dello Spirito e tendere a una maturità ecclesiale poiché solo crescendo in un’intima conoscenza di Dio ci si può mettere al suo servizio.
Troppo spesso invece ci si concentra sulla dimensione della debolezza e del peccato e ci si convince di non essere in grado di fare nulla, dimenticando che sotto il potere dello Spirito Santo «nulla è impossibile a Dio». Michelle ricorda il profeta Ezechiele quando venne interrogato da Dio sulla possibilità di ridare vita alle ossa inaridite e come con la fede del profeta e la potenza del Signore quelle ossa si siano ricomposte e siano diventate un esercito immenso. Per poter essere al servizio del Signore bisogna essere colmati dallo Spirito, mediante il battesimo e condotti dallo Spirito, come avvenne per Gesù, nel deserto per resistere a prove e tribolazioni e ricevere dal Padre il ministero. Il presidente dell’ICCRS conclude il suo intervento citando le parole del cardinal Martini il quale indica cosa deve fare un profeta: annunciare al popolo sia con le parole, portando la buona novella, sia con la testimonianza, in maniera silenziosa; essere persone di comunità perché la Chiesa nasce da membri che si muovono insieme e non da singoli; essere persone chiamate a servire le necessità di chi si ha intorno. Così si può cambiare il mondo.

 

Padre Ibrahim Faltas

P. Ibrahim, non credente da giovane, attirato dai campetti di calcio della Parrocchia, dove poteva giocare con i suoi compagni, ha trovato il significato della sua vita accettando, quasi per scherzo, l’invito del suo parroco che, in occasione della partenza di alcuni giovani per l’Università di Gerusalemme per intraprendere gli studi filosofici e teologici, gli chiese seClicca per ingrandire... volesse unirsi a loro. Dopo una settimana, il giovane Ibrahim tornò dal parroco e gli disse che sarebbe stato felice di unirsi ai compagni per una sola settimana; in tal modo avrebbe potuto soddisfare tante sue curiosità. Trascorsi pochi giorni però, espresse il desiderio di rientrare a casa, ma alcuni compagni lo convinsero a restare. E così, mentre molti di quelli che erano partiti con lui tornavano a casa, lui scelse di restare e divenne sacerdote e successivamente gli venne affidato l’incarico di custode della basilica della Natività, a Betlemme.
Tra paure e incertezze, a causa della guerra tra israeliani e palestinesi, lui e i suoi confratelli hanno rischiato la vita molte volte, proteggendo e custodendo non solo i luoghi sacri ma tanti uomini e donne che sono passati per quei luoghi. Pur vivendo nell’estrema povertà, messi alla prova per saggiarne la fede, il Signore ha operato per loro grandi prodigi, anche inspiegabili dal punto di vista razionale. Segregati nella Basilica, per 39 giorni, lui e 17 persone, in modo inspiegabile, poterono dissetarsi da un rubinetto d’acqua disseccato e poterono avere un po’ di luce da un filo elettrico, l’unico, che “casualmente” non era stato tranciato.
Oggi, Padre Ibrahim è custode a Gerusalemme dell’unica Parrocchia cattolica, quella del “San Salvatore”, dove spera di poter accogliere ancora tanti pellegrini italiani.
Il direttore del RnS, Marcella Reni, al termine della testimonianza, nel ringraziare il parroco, ha pubblicamente avvisato che è stato organizzato il 2° pellegrinaggio in Terra Santa, nel prossimo mese di Agosto. Per questo secondo evento è previsto un Seminario di Vita nuova nello Spirito itinerante, con l’avvio ufficiale del primo gruppo di preghiera di RnS a Gerusalemme.


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