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Organismi Pastorali

Sintesi dell'intervento di Ignazio Cicchirillo

 

Inizia la sua relazione a partire da un brano dell’Esodo, il coordinatore regionale della Sicilia, Ignazio Cicchirillo. «Ora Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, e condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb»: un breve passo che suggerisce le coordinate della pastoralità, afferma Cicchirillo sottolineandole: il pastore è colui che ha la consapevolezza che il gregge che pascola non è suo, e che lui stesso ne fa parte.

Ma il compito pastorale di Mosè – continua – inizia davanti al Roveto ardente, dove Dio lo chiama per nome, davanti a quel fuoco che bruciava con la stessa intensità senza consumare la legna: questo indica le prospettive di un ministero pastorale assistito da Dio.

Anche il ministero di responsabile nel RnS comincia davanti al Roveto ardente, quando tra tanti nomi proposti per il servizio si sente pronunciare il proprio. E ogni giorno, per un responsabile, è necessario tornare ad accendere questo Roveto ardente con la preghiera personale, con cui si chiede a Dio di conoscere i bisogni e le soluzioni per i fratelli affidati.

Ma che tipo di fuoco e quale legna? Chiede Cicchirillo affermando che è necessario il fuoco dello Spirito, fuoco di Pentecoste, per non consumare la legna. E la legna sono gli sforzi e le consegne dell’Organismo precedente. Il Coordinatore regionale, portando anche la sua esperienza e testimonianza di vita comunitaria, pone una particolare attenzione sulla necessità di seguire seri criteri di discernimento. Che sia innanzitutto vero, libero, equidistante da interessi personali; che persegua l’interesse del singolo; che favorisca il cammino di fede, la comunione, la crescita e il sostegno del Movimento, i suoi progetti e le sue missioni; che faccia crescere l’amore per la Chiesa e per i suoi rappresentanti; che non metta in competizione la propria realtà con altre realtà ecclesiali. «Nella piena consapevolezza – aggiunge ancora – che tutto questo risulta sterile e difficilmente applicabile al nostro cammino di fede senza la comunione, che garantisca e favorisca un discernimento collegiale dell’Organismo, sempre da privilegiare». È infatti compito imprescindibile di ogni responsabile nel suo servizio pastorale costruire la comunione, nella condivisione, nell’umiltà, nella carità.

Elena Dreoni


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