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Al via la XXXIV Conferenza Nazionale Animatori

Accoglienza,  intronizzazione della Parola e preghiera comunitaria carismatica

 

In un gioioso clima di fraternità e accoglienza prende il via la XXXIV Conferenza Nazionale Animatori sul tema: “ Io sono servo con te e con i tuoi fratelli” (Ap 19,10a).

A dare il benvenuto a tutti  “i servi e le serve del Signore” sono il Direttore Marcella Reni e il  Coordinatore Nazionale Mario Landi che ha voluto ricordare come ciascuno sia “prezioso e utile al Signore”.

Al benvenuto è seguito il segno di alcuni giovani che, salendo sul palco, hanno voluto personificare la parabola degli operai nella vigna (Mt 20,1-7).

Il segno era mirato a far riconoscere all’assemblea  gli impedimenti, le resistenze e le giustificazioni che ciascuno di noi pone a se stesso e a Dio per evitare di mettersi al servizio.

Quante volte abbiamo detto al Signore: sono stanco, inadeguato, ho paura, ho una vita troppo instabile per servirti.

A questo punto fa ingresso, in processione, la Parola di Dio che viene posta sul palco. “Rimanete in me e io in voi” (Gv 15,4) ecco la certezza data ai servi del Signore di poterlo servire senza paura.  Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.” (Gv 15,5). Ecco il segreto del servo, rimanere attaccato a Gesù, alla Vite che permette di non far seccare il tralcio e che permetterà di portare molto frutto.

Anche questa Parabola viene personificata attraverso una corda di vite che viene fatta partire dalla Croce posta sul palco sino all’assemblea. Numerosi partecipanti si sono avvicinati alla corda “attaccandosi” ad essa.

A questo gesto introduttivo è seguita la preghiera comunitaria carismatica animata da alcuni membri del Comitato Nazionale di Servizio durante la quale viene proclamata la Parola profetica:

Ecco, com'è bello e com'è dolce che i fratelli vivano insieme. È come olio prezioso versato sul capo, che scende sulla barba, la barba di Aronne, che scende sull'orlo della sua veste.

È come la rugiada dell'Ermon, che scende sui monti di Sion. Perché là il Signore manda la benedizione, la vita per sempre.”

La preghiera prosegue invitando l’assemblea ad un gesto di sottomissione che consiste nel  mettersi tutti in ginocchio per riconoscere la Signoria di Gesù e quella reciproca tra fratelli.

Avviandosi verso la fine gli animatori presenti sul palco invitano l’assemblea ad una decisione determinata: rimanere attaccati al Signore. Questa decisione non si può rimandare, va presa adesso in modo che possa entrare l’amore e fuggire il timore.

Francesco Storino


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